L’anno scorso, sotto Natale (natale 2016 per capirci), ho comprato un libro sull’arte danese della hygge, incuriosita dal nome, dal sentirlo nominare spesso in giro, e dalla sua aura di intimità e di atmosfera.
Le recensioni non erano granché, e il tanto sentirne parlare in giro non deponeva a suo favore (in quanto già ascrivibile ad un “mood” modaiolo e commerciale, nella mia testa), però, siccome non riuscivo bene a comprendere il concetto di Hygge in sè, ho pensato “di libri ne abbiamo tanti, leggerne uno di più che sarà mai…” ;-P
E così è stato. Acquistato. Iniziato a leggere, poi lasciato un po’ da parte, infine terminato di gran carriera. Non perchè mi avesse “presa”, come si suol dire, ma perché forse, in qualche modo, avevo finalmente capito il modo in cui dovevo leggerlo.
Hygge è un sostantivo danese usato per definire uno stato d’animo, un’atmosfera (sia intima che sociale), un modo di prendersi cura di se stessi, dei luoghi dello stare e degli altri legato al senso di comodità, sicurezza, accoglienza e familiarità.
Si stratta di un concetto a mio parere difficile da spiegare e comprendere se estrapolato dall’ambito in cui è nato, ovvero un Paese piccolo con un forte sistema di welfare: “In Danimarca le nostre necessità di base sono coperte, non dobbiamo lottare per la sopravvivenza, e quindi abbiamo tempo per dedicarci ad attività che riteniamo significative”.
L’hygge ha come fine la ricerca di una felicità quotidiana, legata alle piccole cose, oltre le gerarchie sociali, che contribuisce a generare un senso di appagamento nel lungo periodo.
E’ stato per la mia curiosità interessante indagare questo mondo così diverso dal nostro sotto alcuni punti di vista (così, a caldo, il lungo inverno del nord versus l’app dell’Atac che te frega sempre e tu lì alla fermata dell’autobus che arriva con 40′ di ritardo fisso piano di gente bestemmiante (bestemmiante anche l’autista)), e pensare al contempo a tutti quegli atteggiamenti che invece mi appartengono, e che ritrovo in molte persone che conosco: nella cura che mia mamma mette nel fare i pacchetti da sempre (a prescindere da mode di sorta), nel potere taumaturgico di una tazza fumante, della capacità di raccogliere i pensieri in un angolo della casa con una coperta sulle ginocchia, nella magia della luce di una candela come mi ha insegnato una mia cara amica, nella bellezza del cucinare per qualcuno e mangiare insieme come vedo fare tante college blogger e so che fanno tanti lettori di questo blog.
E quindi da questo libro che è vero che non c’è scritto niente come dicono i commenti negativi sopracitati, ma in cui, anche, c’è scritto tutto, a seconda del verso in cui lo si legge, ho maturato un desiderio di lentezza (mica sempre eh? ma trovare spazi di raccoglimento fa così bene… ;)), e una tale voglia di cucinare dolcini danesi/svedesi/norvegesi, o insomma molto nordici proprio come piacciono a me, che ne ho proposti quattro per un servizio su Ci Piace Cucinare (è quello della settimana appena trascorsa, quindi per i fortunati che ancora lo trovano oggi è ancora in edicola, mentre da domani chissà cos’abbiamo di bello e di nuovo ;)).
Poi, siccome i 4 del servizio non mi bastavano (e in verità avrei voluto cucinare dolci Hygge una settimana intera, così, tanto per iniziare… ;)), ho anche preparato due scones ai semi di carvi “per me” (per il blog), che io adoro (sia gli scones che i semi!) e che vi propino qui, insieme a qualche foto tratta dal mio piccolo menù nordico che trovate sulla rivista, e che, posso assicurarvi, ho amato davvero tanto (preparare, mangiare, condividere <3 ).
La ricetta degli scones è semplice e simile alle tante altre “sorelle” che trovate qui nel blog (con farina di mais per polenta e cioccolato, farina di farro per polenta e nettare di rosa canina, farina di segale e ciliegie essiccate, farina di segale, latticello e mirtilli rossi, cacao e nocciole, limone e bucce di carota, farina integrale e sciroppo d’acero, classici all’uvetta di Rose Bakery, e salati con farina di mais cacio e pepe sempre dal suo suo libro Breakfast, lunch, tea!).
L’aggiunta da parte mia dei semi di carvi (appunto amo tanto e pure loro, qui nel blog li trovate ovunqueeeee: torta per l’ora del tè ai semi di carvi, pane con segale e semi di carvi, risotto di orzo al pomodoro e feta marinata ai semi di carvi dal libro Jerusalem di Yotam Ottolenghi, panino integrale ai semi di carvi con pollo rosolato, avocado, wasabi e germogli di porro, e medaglioni di maiale con impanatura ai semi di carvi… :D) deriva dal fatto che studiando un po’ la cucina dei paesi scandinavi e il mondo Hygge, ho scoperto che i semi di carvi vi trovano un largo utilizzo, nel pane e nei formaggi*. Io li ho appunto utilizzati in questi scones che ho amato fin da subito..
Nel servizio citato li ho usati in una torta allo zucchero integrale, mentre le altre ricette, di cui due rigorosamente lievitate (con lievito di birra), sono le spirali alla cannella che vedete in apertura (kanelbullar) di cui io potrei nutrirmi a tempo indeterminato, questa deliziosa focaccia dolce intrisa di sciroppo a base di burro e zucchero di canna che vedete qua sotto (brunsviger) e che a casa mia ha scatenato una vera dipendenza corale, e dei pasticcini di frolla e marmellata di lamponi o frutti rossi, e glassa (hindbaersnitter), che vedete in coda e che faranno la gioia, invece, degli amanti del friabile e croccante.
Insomma, ecco il mio modo di cucinare hygge.
Che poi ognuno ha il suo, perché lo spirito hygge, appunto, non è una ricetta, tantopiù che come dicevamo qui sotto certi punti di vista un po’ inapplicabile, se estrapolato dal suo contesto e preso alla lettera (interessante anche l’articolo critico di D.Repubblica.it sull’argomento, forse un tantinello eccessivo per come la vedo io ma da leggere sicuramente). Altro articolo, sempre da Repubblica, ma stavolta .it, che racconta un po’ di questo “mood”, lo trovate qui. (vabè di libri e articoli ce ne sono a bizzeffe, a scartabellare un po’ in giro.. :)).
La hygge credo sia in ognuno di noi, più o meno nascosa e più o meno bisognosa di uscire. Nel mio caso è trovare il tempo (e la volontà) di fermarmi, di rallentare; riprendere in mano il lavoro a maglia, fare una pausa dal lavoro sorseggiando una tazza di tè fumante o di caffè, fare una passeggiata, cucinare “per me”, cucinare per gli altri di casa, uscire per aperitivo tra amici, accogliere, spegnere il telefono, ascoltare, leggere qualche pagina del mio libro preferito.
Mi fa anche pensare ad un libro che mi aveva prestato il mio amato zio Aurelio qualche anno fa: La prima sorsata di birra e altri piaceri della vita, di Philip Delerm, e che nella sua semplicità ha lasciato qualche (buon) segno in me.. :).
Ok, per essere lunedì mattina e tutti ancora rintronati (o meglio, almeno io!!!), mi sono dilungata già troppo, vado con la ricetta finalmente! :)
Scones yogurt e semi di carvi
ingredienti
450 g di farina tipo 0
2 cucchiaini colmi di lievito in polvere per dolci
1 cucchiaio colmo (o 2 cucchiai) di semi di carvi
150 g di burro a fiocchetti
350 g di yogurt intero
2-3 cucchiai di latte intero
2-3 cucchiai di sciroppo d’acero
latte per spennellare
In una terrina mescolare insieme gli ingredienti secchi (farina, lievito, semi di carvi).
Poi aggiungere il burro a fiocchetti, lavorare con la punta delle dita fino ad ottenere un composto bricioloso.
A parte mescolaregli ingredienti “umidi” (yogurt, latte e sciroppo d’acero), da aggiungere poi all’impasto.
Mescolare grossolanamente, poi stendere ad uno strato dell’altezza di 3 cm circa, e tagliare con tagliapasta rotondo del diametro di 4 cm circa.
spennellare con poco latte e poi in forno per 15-20′ a 200°C.
*gli altri ingredienti che connotano la cucina hygge: cannella, cardamomo, zenzero, liquirizia, chiodi di garofano, semi di finocchio, vaniglia, frutti rossi, avena, segale, marzapane
Emanuela Lupi
Allora, non so se hai notato che dalla prima foto manca già la girella, perché tu NON PUOI PRETENDERE DI METTERTI LI’, CON QUEL MAGLIONE BLU BELLISSIMO E CALDISSIMO, IN PRIMO PIANO AD OFFRIRE QUESTA ROBINA TONDA QUI E NON PENSARE CHE QUALCUNO NON LA COLGA! proprio NO.. e quindi la rosellina è sparita tiè…
Vorrei dirti ora tante cose, ma non si può perché primo so rintronata pur’io e secondo starei qui du ore de fila a intasarti il post e non mi pare sia molto educato .. (come se io mi facessi scrupoli a sproloquiare di lungo)..
alla prima lettura mi è venuto da penzare “trasferiamo tutti in Danimarca se lassù ci si può prendere del tempo” ma non un tempo a caso, bensì il NOSTRO TEMPO, quello che a noi serve per non crepare di fuggi fuggi corri corri che sembra che dobbiamo arrivare chissà dove e che invece non serve assolutamente a nulla-.. a me la pratica dello yoga piace anche per questo…
poi come dici saggiamente tu (perché si sei rintronata, sei fusa ed ammalloppata ma sei MOOOOOLTO SAGGIA AMICA!) POSSIAMO ESSERE heggy e slowly pure qui.cioè “qui nel made in Italy”. se lo vogliamo…basta volerlo ed essere un pochino meno rigidi e fiscali con noi stessi (e parla una che con se stessa è più fiscale di un orologio svizzero)..anche perché poi a volte il corpo te li manda dei segnali che ti fanno fermare un attimo a pensare e a prendere provvedimenti, e se non li ascolti rischi che poi DEVI FERMARTI PER FORZA DI COSE E magari anche in maniera poco carina..
Mia mamma me lo sta ripetendo da un po’ come un mood di sottofondo.. “riposati e dormi meglio, stai più tranquilla che ti stai trascurando..” ed io ora me lo sto sentendo davvero, ma so anche che passerà.. devo solo accettare delle cose e non far,i sovrastare…
vabbè.. ste robe del nord.. quanto mo piacciono merda! si può dire…?
che poi loro usano quelle farine grezze stra fighe..la segale, il saraceno, l’avena..le robe scure..lo zucchero di canna nero.. mii che buonooooo..però io i semini di carvi non li trovo qui da me..purtroppo, farò senza..cercherò invece ogi di passare in edicola a piglià una copietta del giornale se l’è rimasto ancora…
nel frattempo…io mi prenoto per quella cosa del cucinare per gli altri e dell’aperitivo con gli amici e del lavoro a maglia che ancora io e te dobbiamo fare la coppietta vecchietta tu lana io filo da ricamo eh?!
ti abbraccio forte forte meraviglia..
mi sa che sto libro me lo compro però..
buon lunedì.
Manù
Rossella
Ehiiiii!!!!!!!!
Come al solito ha azzeccato in pieno quello che intendevo (perché siamo un po’ simili?).
ah poi ho aggiunto anche una noticina sulle farine ;) (vabè pena di strafalcioni che devo correggere pure quelli… oddio il lunedì mattinaaa!!!)
Cmq sì
SLOWLY <3
Rossella
ps. devo anche aggiungere che le mani sono della mia manista-sorellina: https://irenephotographer.blogspot.it/
le mani più belle dell’universo <3
(ma poco male Manù, non sei la prima che, confondendole con le mie, mi fa un complimento ENOOOORMEEEE!!! :))
Francesca
Con me sfondi una porta aperta… adoroooooo, con infinite “o” rotonde come brioche! Quando ho ricevuto in dono un libro su questo (anche io a Natale, le renne si scatenano!) scoprendo bene per la prima volta di cosa si trattasse, ho pensato “ah, ma allora ecco come si chiama quello che faccio da sempre e mi piace così tanto!”… alcune persone sono hygge nell’anima, “l’haggytudine” ci scorre nel sangue! :-) Il sogno di abitare per un po’ a Parigi non tramonta mai, ma ultimamente vorrei trasferirmi per qualche mese in Danimarca, anche solo per fare incetta di certi dolci e rifornimenti di oggetti per la casa… :-)
Rossella
Esaaaatto!!!
Che leggi e piano piano capisci che molti tuoi atteggiamenti (o meglio vere e proprie disposizioni d’animo) messe in fila appartengono a un mood di un intero popolo! (O forse a molti, sparsi in tutto il mondo, micetti compresi ;-))
Ciao bella :-*
Serena | SereInCucina
Chissà se un po’ hygge lo sono pure io, nella mia Casa Lilla… (lo scorso weekend forse lo sono stata, tra impasti con lievito madre, calamari stufati, film, coperte e libri… e bimbe… ;) e forse anche un po’ oggi, sulle piste da sci, a sorseggiare caffè con muffin ai mirtilli e focacce farcite… e senza bimbe ;) ;))…
Rossella
Ehi!!! <3 <3 <3
Eccoti, sì, esattamente tu. Proprio a te, anche, pensavo, quando scrivevo di alcune colleghe e amiche blogger <3
Pensavo alla cura che ognuna di noi ha per piccole grandi cose, e a come i nostri blog forse abbiano accentuato questo sentire comune... :-*
Serena | SereInCucina
❤️❤️❤️ tornerò a che al blog, tornerò presto!
rossella
ed io ti sto aspettando, ti sto… <3
valentina
Ciao Rossella, ma come facciamo a trovare queste tue ricette adesso che sono passati mesi e in edicola non si trova più la rivista?
Grazie :)
Valentina
Rossella
Ciao Valentina!
Sai che non lo so?
(è per questo che ho aggiunto una “mia” ricettina in più, quella degli scones ai semi di carvi… ;)
Però sai che faccio?
Mi hai dato un’idea; siccome adoro questi tipi di dolci, ne farò delle versioni “dedicate” solo per il blog appena trovo un attimo… <3
Che dici? Stai Tuned ;-P