Buongiorno e buon lunedì!!!
Oggi iniziamo la settimana “col salato” e ho come l’impressione che da settembre sia la prima volta…
Sì perché, lo ammetto, golosa non sono golosa, ma per tirarmi giù dal letto l’idea di una colazione e un dolcino ci vuole SEMPRE, e iniziare la settimana, il lunedì insomma è come una grande, enorme, doversi tirare giù dal letto! ;-P
Questo spiega la mia tendenza a salutare tutti voi, il lunedì, con qualcosa di dolce: un muffin, una granola, un plumcake o non so… Insomma, un corale “je la possiamo fare” :D
Però oggi no. Oggi voglio mettervi a conoscenza di una mia periodica “fissa” che negli ultimi anni si è molto accentuata a causa del mio lavoro in cucina: il RIPULISTI della dispensa.
Perché lavorando ai fornelli, appunto, può capitare di dover acquistare e usare molti ingredienti diversi, e così accumulare qualche rimasuglio.
Bene, più vado avanti e più accumulo ingredienti, maggiormente aumenta la mia esigenza di “smistarli” agilmente in modo da non dimenticarli e non “perderli”.
Così nel tempo ho cominciato ad apprezzare e ammirare quella che i francesi chiamano la cuisine du placard, ovvero, in sostanza, la cucina da dispensa, da credenza.
Quindi nella mia recente ricerca di trasformazione cibi da dispensa (possibilmente combinandoli con altri cibi da dispensa (come scatolame etc., ovvero come esattamente può capitare a normali massaie, me compresa, che rientrano affannate dall’ufficio ormai sul tardi consapevoli di avere il frigo quasi vuoto), sono finiti anche i cereali.
Con l’orzo, dico la verità, non ho un bellissimo rapporto. Soprattutto quello perlato.
Il farro invece, il contrario: io lo adoro proprio (per non parlare della farina, di farro…).
Quando però si passa al decorticato le cose cambiano.
Oh, forse so’ io, ma a me il decorticato piace da matti. Più ruvido, più “solido”, più buono insomma!
La differenza sostanziale, per chi se lo chiedesse, è che nel caso dell’orzo decorticato il cereale subisce dei processi meccanici per eliminarne la parte più esterna, riducendo quindi la fase d’ammollo, ma mantenendone la ricchezza in fibre solubili e sali minerali; nel caso invece dell’orzo perlato, il cereale subisce un processo di raffinazione più intenso, una sorta di “sbiancatura” che porta all’eliminazione totale di tutta la parte esterna del chicco. Questo riduce i tempi di cottura (senza ammollo), ma anche le fibre vegetali, i sali minerali e le vitamine.
Insomma, chevvelodicoaffa’, il decorticato mi sta più simpatico. E di “decorticati” in casa ne abbiamo anzichenò.
Tra questi una bustarelle di orzo, appunto, che volevo fare fuori o sì o sì, quando mi sono imbattuta in questa ricetta/foto bellissima da Martina, che a sua volta la prendava a prestito dal libro Jerusalem di Yotam Ottolenghi, che è uno di quelli che sono anni che dico ora lo piglio ora lo piglio, ma ancora non mi sono decisa a fare il passo ;)
Ad ogni modo, a parte la bellezza della foto e l’autorevolezza del cuoco, c’è un altro elemento che mi ha letteralmente soggiogata, di questo risotto all’orzo: la facilità, l’immediatezza.
La cuisine du placard, dicevamo. Poi, se la “credenza” è quella di Ottolenghi, io mi ci butto a capofitto. E ho fatto bene a fidarmi dell’istinto, perchè questo orzo è buono buono buono… (ed io sto diventando pazza per il cumino (e i semi di carvi!)!!!).
Ecco la “mia” versione leggermente modificata a immagine e somiglianza della mia dispensa: ho tolto la scorza di limone che inaspettatamente non avevo, e sostituito l’orzo perlato con il decorticato, mettendolo quindi a bagno dalla notte prima e aumentando, ma di poco, i tempi di cottura.
Ah! All’ultimo non avevo i pelati ed ho usato i cubetti…
Fatelo anche voi, e poi mi dite anche la vostra no??? :)
Risotto di orzo al pomodoro e feta marinata ai semi di carvi (Da Yotam Ottolenghi)
ingredienti per 4 persone
200g di orzo decorticato a bagno dalla sera prima
2 gambi di sedano
2 piccoli scalogni
3 o 4 spicchi di aglio
2 rametti di timo (o timo secco per un sapore meno forte)
1 cucchiaino da caffè abbondante (anche 2) di paprika affumicata
1 foglia di alloro
1 pezzetto di peperoncino fresco tritato
400 g di pelati in barattolo (compreso il loro succo)
300 g di passata di pomodoro
un litro circa di brodo vegetale
1 cucchiaio di semi di carvi
250g di feta fresca
1/2 cucchiaio di origano in foglie (o secco)
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
sale q.b.
Tritare finemente sedano, scalogli e fili d’aglio e farli dorare in una padella capiente e dai bordi alti in un filo di olio extravergine di oliva (qui l’amico Yotan usa anche un 30 g di burro).
Nel frattempo, scolare accuratamente l’orzo e aggiungere al soffritto (insieme alla buccia del limone, che io ho omesso e che comunque ci vedrei un gran bene) insieme al timo, la paprika, il peperoncino e l’alloro. Aggiungere il pomodoro, il brodo vegetale e una presa di sale; portare a ebollizione, abbassare quindi la fiamma e far sobbollire per 30-45 minuti.
Mescolare spesso, soprattutto quando il sugo comincerà a restringersi per evitare che tutto si attacchi al fondo della padella.
Mentre il risotto di orzo cuoce, versare i semi di carvi in un mortaio e pestarlo finemente, lasciando da parte qualche seme intero.
In una terrina sbriciolate grossolanamente la feta, poi condirla con il carvi e un filo di olio extravergine di oliva.
Una volta che l’orzo è cotto (e il sugo asciugato quasi completamente) condirlo con la feta marinata. Spolverare poi con dell’origano fresco e finire con un goccio di olio.
Anonimo
Buongiorno!
che figata l'orzotto! dal titolo me pareva de sta per legge 'na roba complicata! invece.. è un orzottolo! caspiterinella!! che col tempo di oggi ci sta tutto.. anche io amo moooolto di più il dec .. ma ti dirò che dell'orzo si trova più difficilmente, per lo meno qua da me..il farro invece anche dec è più facile da reperire.. io dovrei fare un pochino di pace con tutte le speziette che ci stanno, per apprezzarlo, non amo il piccante..quindi dovrei aggiustarlo un pochino, ma non mi va di modificare la ricetta ne tantomeno scomodà il sopranominato Ottolenghi (ah! anche io vorrei comprarlo il libro quello e pure io.. nun me so decisa…) beh.. che dire.. questo rosso mi piace un sacco.. qui io smarmello uva bianca…
e brava la scolaretta Rossi..che ne sa una più di me! ;)
baci baci.. Manu polpetta-brucomela.
rossella
Manu!
Che peccato no piccante, e che fortuna a questo punto mi viene da pensare, di essere per metà meridionale (io), che invece il piccante lo amo assai… <3
Sarà per quello??? ;-)
ioechiaramella
Ciao Ros…hai ragione: il lunedì è terribile…sigh sigh. Meno male che arrivi tu a portare un pochino di allegria (..la fotina sul bianco oggi ci sta tutta tutta) :-).
…anche io sto impazzendo per il cumino…hi hi hi. da quando lo ho provato nella tua vellutata di carote, lo metto praticamente dappertutto!
Un abbraccio
Chiara
rossella
Chiaraaaaaa pure io sto in fissa!!!! (Da allora.. Mascara preoccupante??? ;-P)
Anonimo
Ciao Vaniglia, complimenti per la ricetta e le bellissime foto.
Ho trovato l'idea che cercavo per la cena di questa sera.
PS: ma i semi di carvi sono fondamentali per la ricetta? Secondo il tuo auterevole parere, li potrei sostitire con una spezia più "normale"?
Grazie, grazie, grazie
Simona
rossella
Simonaaaaa ti rispondo al volo che oggi giornata un filino in salita, altro che inizio dolce, mi ci vorrebbe un panettone ripieno alla crema! ;-P
Cumino! Vai col cumino…! ;-*
Anonimo
Grazie, ho preparato il risotto con il cumino ed è stato un successo! Smack!!!
rossella
Grazie a te!!!
Non sai quanto sono contenta quando tornate a dirmi com'è andata!!! <3
francescabianca
se dovessi portarmi su un'isola deserta un solo libro di cucina sarebbe jerusalem! :-)