Ma per i nostri palati di bambine era sempre un po’ troppo carica di sapori: le cipolle, le alici, ….
Per noi andava bene la versione più semplice al pomodoro, da mangiare con calma. Ricordo le voci forti degli uomini di casa, di mio nonno, in un dialetto per noi così difficile, parlato dai miei zii con disinvoltura, e da mio padre anche, che in genere sentivo esprimersi sempre solo in perfetto italiano, e che ogni tanto traduceva qualche parola per noi.
Per il resto io e mia sorella confabulavamo, in un sottovoce facilitato dai suoni della cucina, aspettando impazienti la parte finale della cena, quella del dolce, in cui la rimanenza del cuculo si trasforma in minicuculi dolci, i cuculicchi appunto, semplicemente pezzetti di pasta di pane fritti in olio d’oliva, asciugati con carta da cucina, passati nello zucchero e serviti con vincotto, così denso, così grumoso che non voleva scendere dalla bottiglia.
Ho deciso di riproporre qui sul blog questa ricetta (le parole che leggete qua sopra sono di ormai ben 13 anni fa, dal primo post a loro dedicato), perché, come mi ha scritta una lettrice qualche mese fa, ci sono ricette che meritano di essere rispolverate, riproposte, rivisitate (o anche lasciate immutate).
Questa di oggi è una rivisitazione ma anche no. O meglio, i cuculicchi sono qualcosa di molto trasversale, perchè si fanno sostanzialmente con l’avanzo dell’impasto della pizza (o meglio, programmaticamente, con l’impasto che si fa avanzare per farli ;)), quindi ognuno di voi può usare la sua ricetta di pizza preferita (non troppo idratata in ogni caso), e procedere tagliando l’impasto a pezzetti come da foto oppure facendo dei rotoli di pasta e tagliandoli a dischetti, friggendoli in olio bollente, e poi passandoli nello zucchero semolato.
Con gli amici di Grandi Molini Italiani abbiamo convenuto che questa fine di agosto era il momento perfetto per proporli, tantopiù che dal mio rientro dalle vacanze, i giorni immediatamente prima di ferragosto, per curarmi da quel senso di disorientamento che accompagna tutti i rientri, ho preso ed ho iniziato ad impastare pani a gogo per i successivi giorni di feste in famiglia, e in quei giorni, tra le altre, la farina di semola ha fatto da padrona.
Questa farina di semola qui, fa parte di una linea che voi sapete io prediligo, di quelle Grandi Molini, perchè tutta decorticata a pietra.
In più, il fatto che non sia rimacinata, un po’ per varie prove fatte, un po’ perchè l’ho trovato indicato varie volte in giro nelle mie letture sull’argomento, me la fa preferire negli impasti di pane. Bene, ecco, è andata dritta dritta anche nei nostri amati cuculicchi.
Si servono con il vincotto. Io ricordo quello fatto in casa, a casa dei miei nonni: denso e grumoso.
Se ne avete a disposizione usatelo, mentre in alternativa, una Sapa (mosto di vino cotto) sarà ugualmente perfetta.
Cuculicchi con vincotto
(preparazione 10 minuti + 3-4 h di lievitazione + circa 15 minuti cottura)
ingredienti x circa 30 cuculicchi (a seconda della grandezza)
350 g di farina di semola di grano duro decorticato a pietra Grandi Molini Italiani
150 g di farina tipo 0 Manitoba | W 350 decorticata a pietra Grandi Molini Italiani (o una farina tipo 0)
8 g di lievito di birra
200 g di acqua
10 g di sale
olio per friggere
zucchero semolato per la finitura
vincotto o Sapa per finire
Sciogliete il lievito in metà dell’acqua a temperatura ambiente e nella seconda metà sciogliete il sale.
Disponete le farine a fontana sulla spianatoia, versate l’acqua con il lievito e impastate il composto con la punta delle dita. Unite quindi l’acqua con il sale.
Impastate fino a ottenere un composto liscio. Dividete l’impasto in 4 parti e lasciate lievitare coperte per almeno 2 ore, fino al raddoppio del volume.
Ricavate dall’impasto tante losanghe di circa 3-4 cm di lunghezza e 2 cm di larghezza, oppure formate con ciascuna parte di impasto dei salsicciotti di 2 cm circa di diametro e tagliateli in pezzi larghi altri 2 o 3 cm.
Fate lievitare coperti con un canovaccio ancora circa 1-2 ore o fino al raddoppio del volume.
Una volta che i cuculicchi sono ben lievitati, preparare una ciotola con lo zucchero e friggerli nell’olio bollente 3 o 4 per volta, per un paio di minuti per lato, o finchè non sono ben dorati.
Scolare l’olio in eccesso e passarli prima in un piatto foderato di carta assorbente e poi nella ciotola con lo zucchero.
Servite caldissimo con il vincotto o la Sapa a piacere.
(Controllate l’impasto durante la lievitazione. A seconda della temperatura o dell’umidità dell’ambiente può essere più veloce e o più lento: sarà pronto una volta raddoppiato di volume)
Emanuela Lupi
Mio nonno la sera aspettava sempre la telefonata da giù….
Io ed i miei fratelli spessissimo cenavamo a casa di nonna (perché mamma dall’ufficio rientrava tardi ed allora noi mangiavamo da nonna, così poi le ci ripigliava già belli e mangiati, pronti per il ripasso dei compiti, i denti ed il letto… ) e così, quando squillava il telefono io andavo a rispondere (che spavalda tanto non ci capivo mai nulla) e poi, ovviamente, chiamavo il nonno che lentamente arrivava, prendeva la cornetta e mi faceva un po’ di spazio sugli scalini (l’apparecchio, come si chiamava una volta, era proprio all’inizio della scala che portava al piano di sopra). Io mi sedevo e ascoltavo a bocca aperta il lungo dialogo tra nonno e sua sorella o sua mamma o suo fratello pensando a quello che si stavano dicendo …capivo pochissimo (muièra, iddu…) ma mi piaceva da morire la scioglievolezza e la velocità con cui si parlavano… nonno mi guardava e rideva, mentre nonna sistemava la cucina o preparava la cena o friggeva: le patate, i cascioni, o le pallette…così le chiamavo io quelle pallotte di pasta di pane/pizza avanzate che nonna friggeva in olio e che noi però mangiavamo salate condite con il rosmarino (un po’ come le patate fritte)… che roba buona Rossi… mi hai fatto venire in mente una cosa meravigliosa, grazie! Non conoscevo la storia dei cuculicchi, o meglio la loro esistenza … per me le pallotte erano delle semplici palline di pasta avanzata, fritta e tanto buona … che meraviglia, non potevi rientrare con una ricetta migliore di questa.
Grazie!
Ovviamente da me la pizza era solo ed esclusivamente ALTA e SOFFICE perché nonna la faceva nella teglia quadrata del forno (come la pizza al taglio), quindi per me la pizza era quella lì .. infatti al ristorante io la prendevo sempre ”al padellino” e non ”alla pala” perché rimaneva più altina….
Grazie perché mi emozioni sempre…
Un abbraccione.
Manù.
Rossella
Oddio Manù che mi dici!
Salati e col rosmarino! Voglio provarli così!
Cmq, in generale, pizza e pasta fritta sono tra le cose più buone del mondo 😍😍😍
(Mi fai ridere tu disinvolta al telefono con le “lingue straniere” ;) :-*…
Tina
Che belli come sono buoni, noi li mangiamo vuoti con il salame, prosciutto, oppure così senza nulla, buonissimi.
Ahh noi li chiamiamo cucuicchi…..è uguale no?
Rossella
Ehehhh, decisamente si!
Ma di dove se tu Tina? Anche tu Basilicata? ❤️
Tina
Provincia di Bari.
rossella
Allora siamo proprio vicine ❤️