Le cartoline dall’Italia ❤️
Bentrovati tutti!!!
Mi pareva giusto rientrare qui sul blog, dopo (e durante ;)) la pausa estiva, con qualcosa che non fosse una ricetta diciamo “dritta per dritta”, ma più corale, più d’insieme, più “raccolta”.
Ovvero con i nostri amati libri di cucina: il nostro pugnetto di libri della rubrica “I libri bellissimi del weekend”.
Ho questo colpo delle Cartoline dall’Italia in canna già da qualche tempo’: un po’ perchè quest’anno, finalmente, ci siamo potuti allontanare dai patrii confini leggermente più del solito, e viceversa molti cugini d’Europa e oltre hanno scelto l’Italia per passare le vacanze, un po’ perché confesso che questo sguardo da «un americano a Parigi» sulla nostra cucina, mi ha sempre affascinata.
Cercando di andare dunque oltre lo stereotipo secondo cui di cucina italiana la possano scrivere solo italiani, vedere «come gli altri ci vedono» attraverso i nostri piatti, confesso che a me piace da morì.
Ho scelto quattro libri, editi in quattro diversi periodi, per indagare insieme a noi questo sguardo da cartolina, ed eccoli a voi!
(Stesse regole di sempre: foto fatte con il cellulare in un raptus di ispirazione, e qui la spiega lunga, mentre su Instagram la versione dolorosamente telegrafica ;-P)
Le mie cartoline dall’Italia iniziano con lui, come potrei fare altrimenti?
Il mio giro d’Italia – Jamie Oliver – TEA Editore, 2007 (anno di stampa 2005)
Idolo indiscusso delle foodblogger di prima generazione (io mi ci metto con tutti i piedi, chiamando all’occorrenza in causa anche la mia amica Juls ;)), Tom Cruise della cucina italiana e come tale imperituro Maverick, divulgatore, cuoco di strada e di casa, Jamie Oliver è stato in assoluto il primo a parlare di verità del cibo oltre la patina fotografica, di facce e di luoghi dietro e accanto alle ricette, inventando un modo “naturale” di raccontare e fotografare il cibo (con le mitiche, inimitabili, per quanto siano poi state ispirazione di molti, foto di David Loftus) che ancora oggi fa scuola.
Siamo nel 2005 quando esce, a seguito del grande successo di Jamie per la sua partecipazione sulla BBC al programma The Naked Chef e dell’omonimo libro, bestseller nel Regno Unito, anche il libro Il mio giro d’Italia.
Jamie Oliver aveva prima di allora lavorato nel ristorante italiano di Antonio Carluccio dove aveva imparato amare la cucina della Penisola, e questo suo amore, unito a quello, condiviso con noi italiani, come dice lui stesso nell’introduzione al libro, per il cibo, la famiglia e la vita, lo hanno portato ad intraprendere questo straordinario viaggio culturale e culinario.
Il libro è un vero e proprio inno alla vita. Scanzonato e disinvolto come solo un trentenne alla penna, ai fuochi e ai fornelli sa fare, nei testi, nelle immagini e nella scelta delle stesse ricette, è uno di quei libri in cui riusciamo a liberarci di tanti orpelli e fardelli di cui il cibo si fa carico, dalla a volte malsana conta delle calorie, alla estetizzazione più spinta di alcune derive foodporn.
Adoro il suo modo di essere entusiasta non solo del nostro regionalismo, ma anche e soprattutto del nostro campanilismo! Amo il suo sguardo, che non si perde (per forza, credo, proprio perchè è uno sguardo “straniero”!) dietro a complicate ortodossie culinarie, e che rende ogni ricetta “sana”, perché dietro a ciascuna c’è una camminata, una scarpinata, una vendemmia o una gara di pasta fresca al matterello, oppure semplicemente c’è la gratitudine per il cibo semplice o meno semplice consumato al tramonto all’aperto o davanti ad un fuoco.
Il cibo di Jamie Oliver non è mai scialbo, mai prepotente, mai insipido e non gareggia mai. E’ solo cibo. Solo, meravigliosamente, cibo.
Per i curiosi vi lascio la ricetta del risotto ai carciofi, dal blog di taaaaanti anni fa, e che non rende minimamente merito all’autore ;), degli spiedini homemade invece tratti dal libro, di qualche anno dopo, Jamie’s Ministry of Food, e una mia recensioncina, già innamorata come potrete osservare, di quello che è forse il mio preferito dei suoi di quel periodo, ovvero La mia cucina naturale.
Di questo libro vi lascio invece qualche mio Coup de Coeur: i risotti, praticamente tutti, la pasta: la pasta fritta, la pasta fatta in casa dalle signore marchigiane ❤️, la pastasciutta ;); la pizzaaaa! (tutte, nei vari gusti uno più vivo dell’altro, e nella versione fritta, anche lei, sublime). E poi la porchetta, i crostoni, le frittate le polpette e i tanti piatti di pesce della nostra meravigliosa tradizione marinara (notate bene: sono praticamente tutte ricette rivisitate, non aspettatevi un compendio di cucina tradizionale, o un elenco di prodotto DOP, quanto piuttosto un vero e proprio viaggio in Italia di cui portare a casa ispirazione, e cartoline gastronomiche, appunto! ;)). In ultimo la sempre adoratissima su tutto, pappa al pomodoro con i datterini arrosto, che qui sul blog ho postato già due volte, e non sia mai che faccio tris, perchè lo meriterebbe veramente!
La seconda delle Cartoline dall’Italia è lei, Sigrid, pioniera, con il suo blog Il Cavoletto di Bruxelles, del foodblogging in Italia, fin dal 2005.
E il libro è Diario Italiano – Sigrid Verbert – Rizzoli, 2012
L’inizio degli anni 2000 segna un po’ il passaggio dai “Forum” di cucina, a veri e propri diari, i nostri attuali blog.
In quegli anni erano, almeno rispetto ad una decina di anni dopo, nel vero e proprio momento di picco, diciamo pochi, e il merito indiscusso di Sigrid, fiamminga di origine e italiana di adozione, è stato quello di regalare davvero la dimensione di bellezza, a questi diari, attraverso il suo, di blog, appunto dal 2005 in poi.
Allora di cibo si chiacchierava principalmente su questo canale (che resta, come sapete, il mio preferito ;)), e il Cavoletto di Bruxelles è stato davvero un crocevia di incontri (molte colleghe e amiche le ho conosciute proprio via Sigrid!!!!), un crogiolo di idee, e uno scambio continuo di dritte e di voglia di cucinare, di provare, di assaggiare.
Il modo ere diretto, curato, bello, come dicevo, ma senza essere troppo “leccato”. Le immagini, pure bellissime, restavano saldamente adorate al cibo e alla realtà, e il blog era “facile” da leggere, scorrevole esattamente come una chiacchierata al telefono con una (o più) amica (amici).
Uno dei meriti di Sigrid è anche la pubblicazione.
Prestate attenzione alle date.
Mentre all’estero già l’editoria culinaria era già bella pimpante da un bel po’, dovete sapere che in Italia (parlo dei primissimi anni 2000 ragazzi, ormai quasi 20 anni fa!) i libri sì, c’erano, ma erano per lo più traduzioni di libri editi in Francia, in Inghilterra, o non so quale altro stato europeo o d’oltre oceano.
Sigrid, attraverso il suo seguitissimo blog, è stata pioniera non solo nello scrivere di cibo, ma nel farlo anche su carta!
Ha iniziato quasi subito, nel 2006 con Ricette audaci per cuochi curiosi, un librino derivato dal blog e edito da RGB Scrittomisto, ormai fuori catalogo ma che io ovviamente ho 😜, per procedere dritta come una spada e con ritmi praticamente annuali. Trovate un elenco di libri qui sul suo blog, ma forse ancora più completo qui su Amazon.
Diario italiano è forse il mio preferito tra i suoi. Per le bellissime foto, ma soprattutto per lo sguardo verso l’Italia tutta vista da una non italiana che infondo invece lo è molto, a partire dalla mia amata Roma, città in cui Sigrid ha vissuto per un lungo periodo in cui ci siamo conosciute di persona, per poi trasferirsi per un po’ negli Stati Uniti, per poi tornare a Roma, dove ora ha un laboratorio di ceramica a mano dove non sono mai stata ma che so che amerò.
Le sue Cartoline dall’Italia vengono dal Lago Maggiore, dalle Langhe, dalla Laguna, per poi passare da Toscana, Umbria, Marche (come faccio a non amarlo? ;)) e Roma, con una capatina in Campania/costiera amalfitana, sulla punta della Sicilia e nel sud della Sardegna, e del libro ho amato i piatti semplici, i polpettoni e i tarallucci, il bollito e le polpette, tutti i piatti di pasta e le varie torte salate, fino ad arrivare alle adorate mandorle sicule.
Procedo in ordine di pubblicazione e vado con il più bel titolo che un libro che tratta di ricette, di Italia e di cibo possa avere: AUTENTICO.
Autentico: Cooking Italian, the Authentic Way – Rolando Beramendi – St. Martin’s Press – 2017
Lingua inglese
Questo libro, delle quattro cartoline dall’Italia che ho scelto, è una specie di “cartolina al contrario”: si tratta infatti di un libro scritto da un italo-argentino per parlare del cibo italiano all’estero (in realtà come il libro di Jamie citato, di cui quella che vedete qui è la traduzione per l’edizione italiana di Tea).
Rolando Beramendi è il fondatore di Manicaretti, azienda importatrice di prodotti italiani all’estero.
“Quando mi sono trasferito a San Francisco, era difficile trovare prodotti alimentari italiani di alta qualità negli Stati Uniti. Conoscevo il gusto dei cibi genuini italiani e volevo che gli americani avessero gli stessi meravigliosi sapori dell’Italia. Nel 1988 ho fondato Manicaretti (la parola italiana per indicare piccole prelibatezze o prelibatezze) per portare in questo paese i prodotti dei migliori produttori artigianali regionali italiani.
I prodotti regionali sono stati trovati attraverso la famiglia, gli amici e il passaparola. Che si tratti di cucinare con una famiglia nella loro fattoria o di aiutare gli amici nel lavoro nella loro piccola fabbrica, mi è sembrato di riscoprire questi piccoli gioielli e aiutare a mantenere vive tradizioni secolari.
Quando penso all’Italia, penso ai pasti fantastici alla tavola di mia nonna dove il cibo e il vino creavano un senso di condivisione a tavola. Negli ultimi anni, abbiamo selezionato una vasta gamma di prodotti base per la dispensa che possono aiutarti a preparare un pasto veramente italiano.
Stiamo trasformando estranei in amici dall’altra parte del tavolo. Questo è il mio più grande piacere.”
Le Cartoline dall’Italia di Rolando sono diverse da tutte quelle proposte in questo post: a me questo libro scritto da chi seleziona, per lavoro, prodotti italiani che siano rappresentativi della nostra tavola, della nostra storia e del nostro territorio, sembra una incredibile opportunità di osservare la nostra cucina con uno sguardo completamente diverso, ovvero a partire dagli ingredienti, nel libro a partire proprio dal capitolo iniziale: Olive e olio d’oliva, Pomodori, Sale e Pepe, Balsamico, Aceti, Capperi, Acciughe, Colatura di Alici, Aromi e odori, Cipolle, Aglio, Erbe fresche, Peperoncini e spezie, Fagioli, Miele, Farina, Pinoli, Pistacchi.
Se osservate bene poi, non si tratta “solo” di ingredienti caratteristici, assolutamente parlanti, della cucina Italiana, ma anche e soprattutto ingredienti da dispensa, o meglio qualcosa che possa essere stoccato o trasportato, quindi ancora più “concentrato”.
Leggendo ad alta voce infatti il sommario di questo capitolo mi viene in mente una valigia, mi vengono in mente le volte che mia nonna ha stipato nella mio zaino di nipote per metà marchigiana i prodotti di quella parte di casa mia che è la Basilicata, dei viaggi in treno coi fagotti, e di quella sensazione di conforto che si ha poi a casa scartando tutto, conservando per prolungare più a lungo possibile i sapori. E i ricordi.
Dal secondo capitolo in poi, le preparazioni: le basi, soffritto, battuto, salsa verde e pesto, brodo e puré, peperonata e ragù; gli antipasti e i primi, finocchi brasati al Chianti, spaccatele di pomodori, carbonara, cacio e pepe, orecchiette alla pugliese e bucatini, trofie, spaghetti, acqua cotta alla maremmana e stracciatella alla romana, panizza, polenta, polpette e fregola… Poi i secondi e i contorni, bolliti, peposi, fegatini e coniglio stufato, polpettoni e polpettine, arista agnello costolette, e poi il pesce, dai brodetti ai calamari alle triglie. Il fine pasto classico, essenziale, con il gelato, le meringhe, i cantucci, la torta all’olio extravergine d’oliva e infine l’immancabile amaro.
Mimi Thorisson, o dell’eleganza
L’ultima delle Cartoline dall’Italia non poteva che essere lei, Mimi Thorisson, autrice del seguitissimo blog Manger, e di due libri uno più bello dell’altro, che ricalcano, nei temi e nei titoli, i luoghi di vita di questa affascinante autrice.
Il libro è La mia antica cucina italiana. Ricette e segreti dai nostri viaggi in Italia – Mimi Thorisson – Guido Tommasi Editore, 2021, ed è il secondo di due libri, e al tempo stesso di due scenari di vita di Mimi, suo marito e fotografo Oddur Thorisson, dei loro 8 figli e dei loro tanti fox terrier: da uno château nella campagna francese del Médoc (dove l’autrice ha scritto il libro French country cooking. Cartoline da un villaggio immerso nei vigneti) all’Italia, suo Paese del cuore assieme alla Francia.
Il progetto di questo libro sulle tradizioni culinarie regionali italiane ha guidato l’intera famiglia nel varcare le Alpi e trasferirsi a Torino, punto di partenza per esplorare il Bel Paese e il suo patrimonio gastronomico.
Quello che ai miei occhi connota lo sguardo di Mimi (e di suo marito Oddur) verso l’Italia è l’eleganza.
I suoi brodi, le sue paste ripiene e quelle fatte a mano, le sue zuppe rustiche presentate sempre in modo così semplice e chic, ma soprattutto la sua incredibile nonchalance nel gestire una vera a propria squadra di figli (anche a tavola e in cucina) ne hanno fatto un vero e proprio mito agli occhi dei lettori ma anche di tutte noi blogger o autrici, per molte delle quali la sua cifra e il suo stile sono diventati una vera ispirazione.
Il libro, dal sapore classico, è classicamente diviso in aperitivi e antipasti, primi, secondi, contorni e dolci, ed è inframmezzato, come un contrappunto ad alcune ricette, da affondi specifici, narrativi, su specifiche regioni, o ambiti territoriali di origine delle ricette trattate, ma in ordine sparso e con qualche citazione di luoghi o ristoratori: dal Piemonte all’Abruzzo (di Niko Romito), alla Liguria e al suo pesto, alla Campania e la sua pizza, a Roma, per poi proseguire verso il Veneto, la Lombardia e Milano (bellissimo il suo pensiero su Milano come città spesso considerata non bella: paragonarla a Roma, dice Mimi, è come dire che tutte le donne sono brutte paragonandole a Sofia Loren ;)), e Umbria, e Sicilia.
Quello che osserva Mimi sul mangiare italiano, e che definisce un piccolo miracolo, è che può capitare di stare in un paesino sconosciuto, sedersi a tavola e mangiare un piatto di pasta delizioso, delle fettine di vitello e uno zabaione incredibilmente buono. Spesso noi (italiani) lo diamo per scontato, e mi rendo conto che questo è profondamente sbagliato!
Lo sguardo straniero sul nostro cibo e sulla nostra tavola ci aiuta anche in questo. a non dare per scontato nulla del meraviglioso cibo (e dei meravigliosi ingredienti, che equivale a dire il meraviglioso territorio, da tutelare, che abbiamo a disposizione). Una chiave di lettura che poi Mimi da di questo “piccolo miracolo”, è in fondo la stessa che da Jamie Oliver nel suo libro Il mio Giro d’Italia: la famiglia. la gestione familiare di molti ristoranti che fa si che il cibo venga preparato e messo a tavola esattamente come a casa, cucinato in modo che “gli ingredienti risplendano nella loro essenzialità”.
Questo post, e questi libri, mi sembrano perfetti in questo specifico momento dell’anno: c’è chi rientra e c’è chi parte. Chi porta con sé sapori e chi spedisce cartoline, o anche dal resto del mondo. Mi sembra un post adatto per viaggiare, o per continuare a farlo. Perchè la cucina, più che mai, è qualcosa che ti porta lontano, e che al tempo stesso è capace di tenerti ben ancorato qui. A casa.
Emanuela Lupi
Ma…. tu, questa sera (che ormai è notte e sono solo le 20.34, come si sono accorciate le giornate!) che bellezza senza rumore mi hai regalato… Io ora che libro scelgo per il prossimo ordine?! Avevo, ed ho ancora, in lista quelli su tè e gli altri…ma questi, questi mi piacciono troppo, da morire … soprattutto quello di Rolando.. da ”segugia” di aziendine e prodottini vari non posso non iniziare da lui, credo… per poi passare all’elegante Mimi, la meravigliosa Sigrid (da lei ho imparato la ricetta del cavolfiore arrosto!) e il super Jemie! Sì credo che seguirò questa ‘scaletta’ qui…
Grazie Rossi, mi hai fatto un regalo meraviglioso questa sera..
Buona serata meraviglia.
Manù.
Rossella
Manùùùùùùù!
Guarda, sai una cosa? Se dovessi sceglierne uno per te sarebbe proprio Jamie! Anche se Rolando è davvero TOP ❤️ (che bello ritrovarti, e ritrovarmi, qui 😘)
Francesca
Aspetto questo appuntamento con la tua libreria culinaria come in montagna si aspetta un Hugo all’aperitivo! E come l’Hugo non mi delude mai *_*
Rossella
ahahhaha, Francesca, me fai morì.
Sai che tante persone mi hanno scritto che aspettavano questo articolo?
Mi chiedevano anche come mai non ne scrivessi (in effetti, andando a vedere indietro, l’ultimo è stato ad aprile… 😅), ma la verità è che, a prescindere dal tempo sempre tiranno, questi articoli qui, sui libri intendo, sono un salasso di tempo ed energie…. Mi confronto con te che puoi capire e sei “del ramo” 😜: dunque, so’ lenta io a scriverli, o è così universalmente?
Baciiii Francescaaaaaa
Elvira Di Federico
Eccomi Ross😘💞; in questa prima sera di settembre, avvolta da una calda copertina perchè la temperatura è decisamente frescolina, mi sono presa del tempo, del tempo bello degno del tuo meraviglioso articolo. Grazie Ross per queste meravigliose cartoline; molto interessanti i libri che proponi. Conosco solo il libro di Mimi che sfoglio spessimo; ho replicato diverse ricette tutte venute molto bene. Ed inoltre vedere il mio Abruzzo tra le pagine di questo bel libro mi inorgoglisce. Lei è stupenda, gentile, elegante e raffinata e non da meno suo marito. Li ho conosciuti di persona a Milano nel 2019 da Raw&Co in occasione della presentazione di un altro suo meraviglioso libro FRENCH COUNTRY COOKING un libro che sa davvero di famiglia, di amore, di amore per i numerosi bambini e altrettanti cani; un libro che sa di bello con foto fiabesche del Médoc. Cara Ross anche in questo sesto appuntamento mi hai fatto venire voglia di un libro: mi ispira Diario italiano. Con calma quando rientro in città me lo ordino, voglio proprio averlo nella mia collezione di libri di cucina. Ti abbraccio forteRoss 💞