Bene, direi che per il momento le insalate possiamo lasciarle stare, e come preannunciato si possa riprendere il discorso forno e soprattutto il discorso colazioni, e cereali, e pane (ai semi). :D
Che io ami la colazione e che a settembre tutto questo amore spunti come un pop-up un post sì e un post no su questo blog, non è stato solo ribadito di recente, ma era stato già tanto tempo fa quasi programmaticamente dichiarato dalla sottoscritta Vaniglia.
Non so perché ma proprio ieri mi è tornata in mente questa ricetta, e non solo, ma anche questo “momento”, ovvero questa foto di tanto tempo fa, ma che suscita in me una sensazione dolcissima, di quando le capacità fotografiche erano ancora incerte e per questo ogni foto era così “scoperta”, così ingenua, se vogliamo, ma piena di pioneristica voglia di scoprire, facendo.
Ecco, quel giorno io avevo addosso proprio una “sensazione di colazione”, ed era settembre, primi freschi, e prime pagnotte d’autunno <3
Di quel periodo ho stampate in mente tante “sensazioni di colazione”, e tante ricette, e tanto impastare, e prime straordinarie esperienze con la pasta madre (tipo la focaccia di Aigues-Mortes devo assssssolutamente rifarla!!!), così tante che già in quegli anni avevo una sfilza di ricettuzze che non finiva più!
Oggi eccomi qui, ho scoperto dopo tanto tribolare (fotograficamente parlando) che le foto non sono “più belle”, e nemmeno più accurate, ma solo più “avanzate” (e sicuramente non meno sentite) di allora, e che anche tanti anni fa c’era quello che secondo me è il perno di ogni foto, ovvero la verità. La verità di noi stessi, il modo in cui siamo in quel momento, in quella ricetta, espresso in un fotogramma.
Ecco cosa sono, anche, le mie “Storie di cucina”: la verità del cibo, e dello stato d’animo di chi lo prepara, e chi lo mangia, e chi lo vede magari qui su questo o altri blog, e poi lo fa suo, lo trasforma secondo il proprio bisogno (fisico o d’animo ;)) e lo cucina a casa propria (o semplicemente lo legge, come un racconto).
Ho scoperto quindi (per fortuna!) che le foto sono sempre quelle anche se sono diverse, e che io pure mi somiglio sempre un po’ anche se sono diversa, e che è settembre e obtorto collo vi tocca sciropparvi un altro pane. Facile, immediato, farro e semi, da fare con un avanzo di pasta madre matura (esattamente come ho fatto io).
Fa parte dei miei cibi essenziali per colazioni frugali (poi un velo di burro un velo di miele e via), ed è nato per accompagnare una ciotola di yogurt, muesli e miele (il terzo dei mix di cereali e di cui vi ho parlato in altri due post – qui e qui – sempre alle colazioni felicemente dedicati).
Anzi! vi dirò di più. Oggi una foto e due ricette, ovvero due varianti di pane: quello che vedete in foto, che è un semplice pane farro e semi, e la sua variante con il muesli dentro, che mi è venuta in mente proprio scattando questa foto di una mia “pre-colazione” con il terzo dei mix di cereali di cui in questo mese vi sto parlando, e che ho prontamente rifatto (con un successivo avanzo di pasta madre).
hiaffare tutto a crescere lentamente in frigo per la notte, e poi la mattina dopo “uscire” l’impasto dal frigo, aspettare che riprenda la temperatura, e procedere alle pieghe, poi alla seconda lievitazione a poi alla cottura.
Sappiate che questo pane è ufficialmente diventato la pagnotta da week-end, e penso che per tutte le mamme che “rifiatano” a volte solo la sera dopo aver messo a letto tutta la famiglia, sia davvero utile come procedura… ;-P
Ecco qua, a seguire ricapitolo il tutto, comprensivo di dosi e ricetta! ;)
Alla fine i nostri blog sono esattamente questo: la verità del cibo, anche nella sua incredibile frugalità quotidiana.
:-*
pane di farro e semi (e muesli!)
ingredienti per una pagnotta
150 di farina di farro
150 g di farina 0
100 g di farina manitoba*
180 g di lievito madre
250 ml d’acqua
2 cucchiai di semi di girasole e/o zucca
8 g di zucchero
5 g di sale
Sciogliere il sale e lo zucchero nell’acqua leggermente tiepida, poi versarla nelle farine precedentemente mescolate ed iniziare ad impastare.
Aggiungere il lievito madre e continuare ad impastare per qualche minuto fino ad ottenere una massa elastica ed omogenea.
Coprire con pellicola e far lievitare per un paio di ore o fino al raddoppio (questo tempo può variare a seconda della forza del lievito) a temperatura ambiente ben riparato da correnti.
[a questo punto, già dopo 15 minuti, è possibile rallentare la lievitazione ponendo l’impasto in frigorifero per circa 8 ore, e riprenderlo la mattina dopo dopo che, una volta estratto dal frigo, è tornato a temperatura ambiente].
Per dare maggiore vigore all’impasto, sgonfiarlo e piegarlo dopo il primo riposo.
In questo modo si rafforza il glutine ivi contenuto e si libera l’aria accumulata.
Per prima cosa occorre schiacciare leggermente l’impasto con le mani, poi piegarlo in due, girare di 90° e piegarlo nuovamente in due (ottenendo in sostanza un grosso “spicchio” di 1/4 del cerchio ottenuto di pasta schiacciata).
Lasciar lievitare un’altra ora, e poi “incartare“, ovvero dare una forma tonda o ovale all’impasto effettuando movimenti circolari, affinché la pellicina che si è formata in superficie si tenda e diventi uniforme delicatamente, preservando le bolle che si sono formate.
Spolverare di farina e lasciate lievitare per altri 30 minuti circa.
Infornare a 220ºC per 30 minuti.
Sfornare e far intiepidire.
*ingredienti per la versione al muesli:
150 di farina di farro
150 g di farina 0
80 g di muesli “a foglia piccola” (un muesli realizzato con avena a foglia piccola o crusca di avena, io avevo questo)
50 g di farina manitoba*
180 g di lievito madre
250 ml d’acqua
2 cucchiai di semi di girasole e/o zucca
8 g di zucchero
5 g di sale
Stesso procedimento: in entrambi i casi calibrare la farina lasciandone un paio di cucchiai da aggiungere in un secondo momento oppure aggiungerne ulteriori due nel caso l’impasto si presentasse troppo appiccicoso
emanuela
Io lo sapevo che saresti arrivata con una cosa “nostra”.. lo sentivo… già da ieri mentre camminavo su per la salita dietro casa con la belvetta di qualche post fa (sempre quella è).. perchè riflettevo su quanto mi faccia bene a me(e a noi ovvio)(mi a me olè) impastare..cioè proprio lavorare con le mani e da dove mi arrivi questa cosa interiore che io cerco come una piantina secca cerca l’acqua… e tu ora arrivi con un pane.. la cosa più meravigliosa che esista e che in quetso periodo io faccio ogni domenica.. sempre il tuo, sempre quello (sai sta a rinfrescà e le noci e il miele so na bomba de gioia)….
Ecco ora arrivo qui.. e vedo quella ciotola cremosa che oddio mi ci tufferei.. che lo sai tu quanto amo quelle robine cremosine e croccantine assieme.. (la vellutata detox no,ma la cremina che quasi si mastica si..ecco perchè scelgo sempre lo yogurt intero e non magro..perchè è più cremoso compatto ..tona che è meraviglioso(che poi a te che te frega de che yogurt scelgo io..) e poi… ti leggo… e sorrido… le foto.. sono più consapevoli..direi, sono mature, cresciute, come lo sei tu… e si che sono ugualmente stupende….(ehm piccolo appunto… stamo a settembre,ma quello è il pungito-topo? marò.. tu già là a “wi wish a merry christmas” staiii).. e poi ci sei tu…meravigliosa che quanto sono felice di essere arrivata qui da te.. lo so solo io (e forse pure le altre 300.000 persone che arrivano qui da te,ma pazienza).. Che fai bene all’anima, al cuore e pure alla panza ovvio..perchè io ti leggo,ti ri-leggo,ti cucino e ti magno (paura eh?!).. poi torno e ricomincio da capo..perchè tornare anche su una stessa ricetta è sempre diverso. ri-leggerti (cosa che faccio sempre perdendo ovviamente metà del tempo) tu ,il post ed i commenti è sempre diverso e meraviglioso….
e che quindi io Domenica,farò questo pane tu lo hai già capito., anche se non ho lo scarto di bambina..lo faccio con quello secco…non mi interessa .. (che poi tu se non la smetti di dire che ti vengono le robe così grrrrrrr).. e che tornerò a rileggerti ancora non c’è nemmeno bisogno di dirlo…
dovrò attrezzarmi per quello ai muesli… mamagari intanto ci metto i fiocchini d’avena e qualche fruttino secco….
ma quanto mi piace quella ciotola…
e quante scemenze scrivo….
Manù…
ti adoro…
Valentina
Bellissimo post, Ross. Interessante anche la riflessione sulle foto. Ed è vero che la nostra essenza, in un certo senso, è sempre la stessa, che non è quella che cambia ma solo la padronanza del mezzo. Lo sguardo ci appartiene, è parte di noi, indissolubile dal nostro essere. Quello sguardo nessuno ce lo potrà rubare.