E siamo quasi all’ultimo weekend di settembre.
Per fortuna c’è il sole, è ancora caldo.
Ed io nel mio graduale passaggio di stagione mi aggrappo a quella forma sublimata dell’estate che è il sugo di pomodoro.
La conserva. Fatta in casa o no. La passata, la polpa, i pelati. In bottiglia o barattolo. In casse ordinate per l’inverno, da prendere col vetro marrone della bottiglie che era di birra che lo contiene leggermente impolverato in cantina a febbraio, o in moderni brick in tetrapack in una micro-dispensa di micro-casa moderna. Nelle valige degli studenti all’università, imbottigliati freschi dalle mamme. Nei calderoni delle nonne, quando l’odore pungente della salsa invadeva la fine delle mie estate da ragazza, e il rosso si stagliava nel mio immaginario contro quel bianco delle strade del sud di cui è fatta una parte della mia famiglia.
La salsa di pomodoro. Il sugo di pomodoro.
Nella variante più classica, più golosa, più basica e ricca al tempo stesso, il sugo di pomodoro e tonno (con le cipolle, ovviamente), è una delle ricette-coccola della mia vita. Non so con quale spudoratezza e quale protervia sia riuscita a snobbarlo giorno dopo giorno in ben 15 anni di blog.
Allora oggi con questi spaghetti piccanti al sugo di pomodori, tonno e cipolle rosse ci festeggio il sole, consapevole che saprà portarselo dietro pure in una uggiosa giornata di novembre. ❤️
spaghetti piccanti al sugo di pomodori, tonno e cipolle rosse
ingredienti per 4 persone
320 g di spaghetti
120-140 g di tonno (peso sgocciolato di due scatolette piccole ;))
400 g di polpa di pomodoro (un barattolo)
1 cipolla rossa
1 spicchio di aglio (facoltativo ma io lo metto ;))
peperoncino secco tritato
olio extravergine d’oliva, sale, pepe
basilico
Mondate e tritate grossolanamente la cipolla e fatela rosolare insieme all’aglio schiacciato in camicia e mondato di questa e del germoglio centrale, e il peperoncino tritato, per 5-6 minuti in una capace padella antiaderente con un paio di cucchiai di olio.
Aggiungete la polpa di pomodoro e un pizzico di sale e fate stringere per 5-8 minuti rimestando di tanto in tanto. A questo punto unite il tonno e fate cuocere ancora dai 5 ai 10 minuti.
Nel frattempo cuocete gli spaghetti in abbondante acqua salata e scolateli al dente, trasferendoli ancora grondanti nella padella contenente il sugo. Mantecate bene, togliete dal fuoco e servite subito aggiungendo a piacere qualche foglia di basilico, ancora un pizzico di peperoncino tritato e un filo di olio a crudo.
Emanuela Lupi
Dio quanto amo gli spaghetti al tonno!….
La nonna (e poi la mamma) faceva un sugo di tonno che era simile ad un ragù per tempistiche, perché lo faceva cuocere tanto, cosicché il tonno si sbriciolasse bene e diventasse bello corposo e denso e gli spaghetti lo raccogliessero tutto; non so dirti quanto tonno ci mettesse, ma so solo che era tanto rispetto al pomodoro che era rigorosamente ”passata” e di bottiglia! (i pelati erano per la pizza e per le preparazioni di carne tipo gli umidi, o per il baccalà con le patate, o per i brodi, quando non aveva i pomodorini estivi messi via in freezer; i cubetti nonna li amava poco e li usava di rado). Le veniva un sugo ricco, denso, rosso, corposo e piccantino e buonissimo e ovviamente io ne aggiungevo sempre un mestolo sopra il mio piatto per rimboccare bene e rincalzare la dose. ehehe…
Era anche il piatto che facevamo sempre ( e facciamo ancora in realtà) il giorno della vigilia di Natale ed è il preferito di mio papà (e sai che avevo in mente di farglieli stasera? ;) ).
La passata, invece, è una di quelle cose che, a differenza delle marmelle, faccio poco (perché più sbrigativamente faccio i barattoli coi ”pezzi”), però mi ricorda tantissimo quando in estate da piccola, salivo a casa della nonna paterna e andavo a trovare la zia Elvezia che tutti gli anni in garage metteva su un armamento fatto di macchinetta apposita per la passata, bottiglie, pentoloni e co. e mi metteva il grembiule permettendomi di aiutare… Ero felicissima ( e forse la mia passione per lo smarmello viene proprio da lì!).
Grazie…mi svolti sempre la giornata…
Manù.
Emanuela Lupi
Eccomi qua che torno, perché, come si fa quando si chiacchiera tra amiche e si vanno a ritrovare ricordi del passato, mi sono venute in mente alcune cose, anzi ho fatto delle riflessioni su nonna e il ”sugo” . L’idea che nonna aveva del ”sugo” era di due tipi: il SUGO ROSSO (qualsiasi fosse stato l’ingrediente principale, ovvero carne, pesce o vegetali tipo piselli e fagioli) andava fatto nella pentola media altezza e cotto a lungo, cosicché il macinato del ragù si sbriciolasse ben benino, il tonno si sfaldasse, i legumi si avvizzissero e si potesse creare un amalgama con il pomodoro della bottiglia che era in una quantità adeguata da ”colorare” bene; la quantità di questo sugo era tanta (anche se a mangiare eravamo solo in 3/4) perché, una volta cotta la pasta, esso veniva trasferito con un mestolo in un piatto/ciotola da portata (di porcellana o vetro), vi veniva versata sopra la pasta, mescolata bene (ed eventualmente fatta un’altra aggiunta di sugo) e poooooooiiii in tavola veniva portata anche la pentola, di modo che chi volesse ancora più sugo potesse prenderne direttamente da lì! il SUGO BIANCO (prevalentemente di vegetali oppure pesce.. carne direi massimo panna e salsiccia o funghi e salsiccia o panna e prosciutto cotto) andava fatto in padella larga e bassa e cotto poco, massimo mezz’ora, ma anche meno e la pasta veniva scolata, saltata direttamente in padella e portata a tavola.. quindi niente sugo extra per il bianco eheheeee… anche se c’era un’eccezione ed era il sugo bianco di piselli (questo lo faceva nonno ) fatto nella pentola: nonno faceva un fondo di cipolla bianca a rosolare, metteva dentro i piselli surgelati (ma MOLTO SPESSO QUELLI DEL BARATTOLO, che non sciacquava nemmeno, usufruendo così del sale e anche di quello che i legumi rilasciano nell’acqua di governo dei barattoli che rendeva poi il sugo a fine cottura cremosissimo) acqua a coprire sale e pepe e faceva andare fino a che non si avvizzivano. Devo dire che la cremosità data dai piselli in barattolo non aveva nulla a che vedere con quella dei surgelati.. (a me piaceva molto di più) e lui ci condiva tendenzialmente pasta corta, tipo le pipe, le conchiglie, i sedanini o le orecchiette, ma anche le tagliatelle quando eravamo da soli io e lui e nonna non c’era.
Bene, direi che dopo questo excursus sui sughi di casa Manù, anzi di casa dei nonni, passo e chiudo per ora…
Un bacione,
buona serata.
M.