Sono appena arrivata in Veneto per un lavoro e sto smaltendo la posta del lunedì mattina (e relative beghe) che ti arriva sempre come una stilettata giusto nel giorno in cui finalmente eri riuscita ad educare corpo e mente (spiegando tutto il sabato, ancora un po’ in corsa, e la domenica) che sì, potevano rilassarsi.
Ma niente, funziona così, che non appena “ci fai la bocca”, si riparte all’arrembaggio.
Solo che il lunedì io non mi sento mica così arrembante, quindi come la metti la metti, una coccola mi ci vuole.
Inoltre, nonostante le cose da fare prima di chiudere la giornata siano ancora un po’, avevo proprio voglia di venire qui a scambiare due chiacchiere serali con voi perchè i prossimi giorni saranno davvero intensi ed io davvero “fuori dai giochi”.
Volevo condividere, o meglio ricordarvi (e ricordarmi!) una torta speciale, che io amo tantissimo e che esattamente una settimana fa, lunedì scorso 21 marzo, data che per i più (me compresa) segna l’inizio della primavera, Facebook mi ricordava dal lontano 21 marzo 2012, ovvero esattamente 10 anni fa: la torta semplice per il tè ai semi di carvi.
I semi di carvi (o Cumino dei prati) sono dei semini in effetti simili per aspetto (ma non per sapore, dato che loro sono molto più delicati ed aromatici) al cumino, poco conosciuti nella cucina italiana (da quello che so) ma molto noti nella cucina del nord Europa (potete scoprirne di più leggendo qui). A me piace moltissimo il loro sapore e giusto la scorsa settimana in un comune supermercato, a Senigallia, li ho trovati sia in semi che in polvere e ne ho fatto incetta per realizzare “varie copie” ;) di questa torta (che prevede l’uso dei soli semi originariamente). Se dovessi sostituirli con un semino più comune utilizzerei i semi di anice (quelli sì che sono tipici della cucina delle mie parti! ;)), ma in un quantitativo leggermente minore.
La torta è sempre quella di 10 anni fa, non l’ho cambiata di una virgola parte provare a usare una piccola parte di semi in polvere al posto di quelli interi, perchè la amo troppo, per quella sua crosticina croccante e perchè si fa in un battibaleno, in più mi è piaciuto tantissimo guardarla “all’indietro” e rivedere questa vecchia foto a cui voglio molto bene e che per me rappresenta davvero l’inizio della primavera: un albero in fiore, i colori della primavera nell’aria e nel piattino, la stoffa, la forchetta enoooorme rispetto alla fetta di torta (che viene piccina, altro motivo per cui la amo tanto, perfetta appunto per il tè) e che mi ha fatto un po’ tenerezza. Ciononostante (la grande forchetta, i fiorellini, o forse proprio per questo), mi piace guardare a ritroso il mio occhio romantico di 10 anni fa.
Aggiungo un’altra specie di “coincidenza”: la ricetta della torta semplice per il tè ai semi di carvi viene da un libro che ho citato nel mio ultimo post dedicato alle letture gastronomiche, appunto sul tè, di cui insomma parlavamo pochi giorni fa proprio su questi schermi!
Il libro è “Un tè al Ritz“, e il passo riportato, che 10 anni fa mi aveva fatta tanto sognare (e anche ora!) è:
Miss Lavinia e Miss Clarissa partecipavano, a modo loro, della mia gioia. Fu il tè più piacevole del mondo. Miss Clarissa presiedeva; io tagliavo e distribuivo la torta dolce con l’anice (le due piccole sorelle avevano un debole da uccellini per becchettare i semi e le zollette di zucchero); Miss Lavinia assisteva con aria di benevola protezione come se il nostro felice amore fosse tutto opera sua; ed eravamo tutti soddisfattissimi di noi e di tutti gli altri.
Si tratta di un passo del libro David Copperfield di Charles Dickens, che come altri brani di Oscar Wilde e altri illustri intellettuali britannici esaltano attraverso aneddoti l’ora del tè: nel libro i racconti si alternano a 50 ricette a tema tè, tutte rigorosamente british, come le frolle alla fragola alla marmellata di rose, gli scones, i muffin, le focaccine e i panfrutti e a romantiche illustrazioni in stile vittoriano…
Nel post di 10 anni fa dicevo “Mi piace immaginare una veranda, tavolo e sedie in ferro battuto verniciato di bianco, cappellini e guanti, un tralcio di edera e arietta di primavera, assaggiando un pezzetto di Londra a cavallo tra Ottocento e Novecento.”, e ancora oggi succede così!
forno: 180° C (termostato 4)
Emanuela Lupi
Io questa tortina qui me la sono segnata da tanto tempo… perché, prima o poi, li troverò i semini di carvi dico io!(detta alla quattrocchi )eheheee… però.. se posso sostituirli con l’anice (quelli li ho in casa) allora la farò immantinente! (anche se so che non sarà la stessa cosa). Io sto mi sto dando all’autoproduzione (faccio ogni finesettimana il labneh e oggi ho fatto il latte d’avena…) che, come sai, mi piace tantissimo!
Che bello questo post, così delicato, ricco di cuore, meraviglia e dolcezza…
Grazie, come sempre..
Manu.
ps: pensami pure tu che mercoledì sarà tosta!
rossella
Allora guarda manù, io ero bella bella che mi facevo un giro al Conad di Senigallia (se po’ dì??? 😜) a cercare il cibo per il gatto ed ero « casualmente » davanti all’espositore delle spezie , e che ti vedo? Carvi! E un secondo dopo? Carvi addirittura in polvere! Poi niente ho preso pure del ginepro in vecchie e del grué di cacao (poi dici perché esci a rendere due cose e spendi l’iradiddio 😅😅😅
In ogni caso accaparrati subito entrambi e secondo me se si cominciano a diffondere siamo a cavallo!!!
In ogni caso noi andiamo se anice, all’occorrenza, che funge uguale.
Cose che non si può é non di deve dire col cumino invece. Guai a sostituirlo che ce lasci la bocca. A meno che sia commestibile ;)
Ti penso che sì, mercoledì, sperando di avere en che ora cognizione del tempo per allora ❤️❤️❤️
Elvira Di Federico
Cara Rossella riesci a farmi sognare a occhi aperti😍. Mi piace tantissimo immaginare la veranda con l’edera, la tortina profumata con i semini di carvi poggiata sul tavolino bianco di ferro battuto e ‘ste donnine, con cappellini bellissimi e guanti bianchi, sedute a parlare che sorseggiano del tè mentre il sole colora tutto di un giallo ambra. È un quadro meraviglioso cara Ros. Ti adoro😍, se po dì? 😜. La tortina la farò presto, in casa ho tutto, semi di carvi compresi; perché io in vacanza(ti ricordi San Candido?) mica porto a casa calamite da attaccare al frigo o ricordini vari? Ma anche nooo! Ho portato a casa libri rigorosamente altoatesini, farine rigorosamente altoatesine, confetture rigorosamente altoatesine(di queste solo 2 barattolini perché ho la dispensa piena; a proposito, mentre tu sei in quel di Zaia io ho fatto la seconda partita di confettura di pere e gin e stavolta ho usato lo zucchero color bianco neve 😉 ed ho 4 barattolini che sono deliziosi 🤩solo a guardarli), semi di carvi, kummel, grani di senape nero, levistico, aglio orsino… pezzi di tessuto tirolese e… l’immancabile strudel di frolla per non dimenticare subito la cucina tirolese. Riprendo il filo del discorso e dopo mi taccio; amo i semini di carvi, li trovo deliziosi perciò non vedo l’ora di assaporare una fetta di questa tortina ma non con del tè(non mi fa impazzire) bensì con una buona tazzina di caffè. Ciao Ros e… buona continuazione in quel di Zaia e buon rientro a casa per domenica. 😘
rossella
Eccomiiii Elvira!
Marò sono tornata e subito ripartita 😅
Ma ora sto di nuovo ritornando, e insomma tra le varie cose che ho sul groppone ancora da postare c’è proprio la mitica confettura di pere, mi si sarà fatta ora??? 😜
La tua descrizione del « rientro altoatesino è IDENTICA al mio rientro: farine e confetture a gogo, con medesimo limite imposto dalla dispensa 😂😂😂.
Sui libri però a parte qualcosa di prezioso e piccolo che ho dagli anni ‘90, mi serve qualche drittina tua…. Poi oggi che è « giorno di libri sul blog » ci starebbe proprio eh 🤪
Baci e grazie per essere passata qui, mi piace sempre tanto 💓
Elvira Di Federico
Ciao Ross ti prometto che la “drittina” arriverà da ‘na poraccia(io); sono un po’ in ansia perché non mi sento all’altezza ma sono in buone mani(le tue) e sono certa che saprai guidarmi e … chi vivrà vedrà e leggerà! Baci baci e infiniti baci 😘😘😘
rossella
Siiiii ma io non vedo l’ora AHÒ ♥️