Mi piace questa fase di ricette del blog.
Che poi non è una vera e propria “fase”, in quanto riprende temi a me da sempre cari, come quelli del cibo e della cucina nella sua semplicità, e che riguarda quelle ricette che ironicamente mia sorella piccola definisce “per noi normodotati”, e che io raccolgo nella categoria Kit di Sopravvivenza.
In effetti Irene è andata da poco a vivere da sola e ogni tanto mi chiede consigli di cucina, a volte anche basici, e questa cosa ha fatto scattare in me una piccola molla di attenzione al fatto che raccoglitori di ricette (e di vicende!) come questo blog, o almeno Vaniglia in quanto in un certo qual modo anche specchio di come sono io, debbano un po’ barcamenarsi tra ricette speditive e “fattibili” e ricette lente e riflessive, quelle adatte a prendersi del tempo.
La mia vita, la mia cucina vera, quella di tutti i giorni, è esattamente così: cercare di mangiare sempre bene (cioè sia buono che sano), ma non dover necessariamente passare tutti i giorni quelle 3-4 ore in cucina, insomma oltre a fare torte, lievitati o biscotti durante il weekend, anche svangare la cena in tutti gli altri giorni ma farlo in un modo bello, curato e appagante.
Ho scoperto che, ovviamente, la perizia in cucina aiuta, ma anche anche chi è un cuoco alle prime armi può presentare piatti deliziosi e non troppo complessi, e che per ottenere tale risultato c’è un trucchetto praticamente sempre infallibile: GLI INGREDIENTI.
State certi che se mettete insieme 3 ingredienti di grande qualità, anche assemblandoli in modo semplice, sarete già a metà dell’opera.
Ma attenzione, la condizione è necessaria ma non sufficiente! Per completare l’opera servono un po’ di cura, conoscenza/consapevolezza dei suddetti ingredienti e una giusta dose di amore per se e per le persone per cui cuciniamo.
Fine del pippardone per dire che io la ricetta esemplare per una condizione del genere oggi ce l’ho, e ho anche l’ingrediente giusto, anzi ne ho 6, ma 6 in tutto eh? di cui uno spicca per marchigianità, nome e bontà.
Sono stata contattata di recente da Trevalli Cooperlat per essere portavoce, insieme ad altri 3 foodblogger marchigiani (Virginia, Fabio ed Elisa), di un progetto di cui Trevalli stessa è capofila, di valorizzazione di due DOP Marchigiane:
- Il Formaggio di Fossa di Sogliano DOP
- La Casciotta di Urbino DOP.
La campagna “DOPpiamente eccellenti” nasce come operazione di tutela e valorizzazione agroalimentare di due formaggi, entrambi prodotti tipici e la cui qualità dipende dal legame con il territorio di produzione.
Questa che vedete oggi è dunque la prima di 4 mie ricette interamente dedicate alla valorizzazione di questi due prodotti marchigiani e si potrebbe dire che fa parte di una mia personale campagna dal titolo “basta un ingrediente” (e hai svoltato ;)); l’ingrediente in questione è il Formaggio Di Fossa di Sogliano DOP e la ricetta è:
Bruschette con formaggio di Fossa di Sogliano Dop, pere, rosmarino, pinoli e miele
La produzione della Dop Formaggio di Fossa di Sogliano si attesta intorno ai 200.000 kg l’anno, e in questo momento un chilo di quei 200.000 è in casa mia! 😍
Vi lascio la ricetta e subito dopo qualche informazione su questo formaggio incredibile, inimitabile al di fuori dell’areale di produzione e la cui usanza di conservarlo in fosse sotterranee risale al XIV secolo, che ha conquistato la Denominazione di Origine Protetta nel 2009.
Per approfondimenti invece vi mando qui: Formaggio di Fossa di Sogliano DOP
Bruschette con Formaggio di Fossa di Sogliano, pere, rosmarino, pinoli e miele
ingredienti per 4 persone (8 persone ad uso aperitivo)
8 fette di pane casereccio di grandezza medio-piccola
400 g di formaggio di Fossa di Sogliano (contate 8 fette da 50 g ciascuna)
1-2 pere sode
40 g di burro
2 cucchiai di zucchero di canna in cristalli
2 rametti di rosmarino
1 cucchiaio di pinoli
1 cucchiaio di miele di melata, o di castagno
pepe (facoltativo)
Tagliate il formaggio di Fossa di Sogliano in una o più fette in modo che per ciascuna fetta di pane ci siano 50 grammi di formaggio e disponetele sulle fettine di pane in una teglia da forno rivestita con un foglio di carta da forno.
Tagliate le pere con la buccia a fette di un paio di mm l’una e fatele rosolare nel burro in un’ampia padella, girandole delicatamente a metà cottura (circa 2 minuti per lato) e aggiungendo lo zucchero quando cominciano a brunire (potete farlo anche in due volte in funzione della grandezza della padella utilizzando metà del burro e dello zucchero alla volta). Quando sono leggermente caramellate spegnete il fuoco e tenete da parte.
Accendete nel frattempo il grill del forno a 240 °C e disponeteci sotto le fette di pane per un paio di minuti o fino a che il formaggio comincerà a fondere. A questo punto aggiungete le fettine di pera e i pinoli e fate rosolare molto brevemente (in alternativa, tenete le fette in forno 10 minuti o fino a doratura a 180 °C, aggiungendo le pere negli ultimi 2-3 minuti di cottura).
Estraete dal forno e servite caldi, finendo con il rosmarino tritato e un filo di miele.
Il Formaggio di Fossa di Sogliano
ZONA DI PRODUZIONE
Il suo areale di produzione è lungo il crinale della dorsale appenninica tra l’Emilia Romagna e le Marche.
La zona di produzione nello specifico comprende l’intero territorio delle province di Forlì-Cesena, Rimini, Ravenna, Pesaro-Urbino; Ancona; Macerata; Ascoli Piceno e parte del territorio della Provincia di Bologna, limitatamente ai Comuni di: Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Castel San Pietro Terme, Castel del Rio, Dozza, Fontanelice, Imola, Loiano, Monghidoro, Monterenzio, Pianoro.
Le fosse riconosciute si trovano principalmente a Sogliano, Novafeltria, Talamello, Cartoceto e Mondaino.
STORIA
L’abitudine di “seppellire” il formaggio nella fossa viene tramandata nei secoli da tradizioni contadine, quando la signoria dei Malatesta istituì la Compagnia dell’Abbondanza dentro la cinta muraria, nei castrum, e nelle tumbae, nelle case coloniche sparse sul territorio.
Per paura dei furti ad opera delle truppe di passaggio, era abitudine nascondere il formaggio e altri generi alimentari nelle fosse al fine di sottrarre ai nemici le proprie provviste. Le fosse venivano solitamente scavate al di sotto di abitazioni storiche, nelle piazze, lungo le strade dei centri storici e comunque entro le mura cittadine. Il Formaggio di Fossa nasce per caso, ma una volta tirato fuori dalla fossa, la sua qualità superiore ne decretarono la lunga tradizione dell’infossatura che è arrivata immutata sino ad oggi.
INFOSSATURA E SFOSSATURA
Il periodo di infossatura varia da un minimo di 80 giorni a un massimo di 100 giorni e può avvenire in primavera (infossatura primaverile – PRM) dal 1° marzo fino al 20 giugno oppure in estate (infossatura estiva – EST) dal 21 giugno fino al limite massimo del 21 settembre.
CARATTERISTICHE
Il Formaggio di Fossa di Sogliano Dop è fatto con latte ovino intero (pecorino), oppure con latte vaccino intero (vaccino), oppure con una miscela di latte vaccino e ovino (misto). Prima dell’infossatura viene inserito viene inserito in sacchi di lino o cotone su su cui sono riportati numero di protocollo, peso e nome del proprietario (Codice Infossatore) per tracciare le partite di prodotto e la loro origine.
L’affinatura in fosse, realizzate almeno da 10 anni e riempite seguendo una rigorosa procedura definita dal Disciplinare di Produzione, dona al formaggio un’alta intensità aromatica.
Emanuela Lupi
Mamma mia che meraviglia oggi!!!
Ecco anche io sto tra quelle normodotate e quindi questa ricettina qui me la prendo tuttissima..
Quanto sono fiera io di TE e delle NOSTRE MARCHE! ma proprio tanto..
Hai ragione quando dici che gli ingredienti fanno tanto e molto spesso ti salvano in zona Cesarini e ti svoltano il pasto, ma hai altresì (e forse ancor di più) ragione quando sottolinei l’importanza della cura, dell’attenzione e dell’amore che ci si deve mettere nell’unire gli ingredienti all’interno del piatto, nel comporlo e prepararlo; senza quella non si va da nessuna parte… Tu (ce) la metti sempre, ovunque, qualsiasi cosa prepari… è per questo che mi piace un sacco la TUA CUCINA e le TUE RICETTE… perché sono ricette fatte con il cuore.
Grazie per questo salvacena e BRAVA, di nuovo!
Un abbraccione forte.
Manu.
rossella
Manuuuuuuuù ❤️❤️❤️
« Ti salvano in zona Cesarini », solo tu ♥️ (É un’espressione che mi piace tantissimo :-*)
Irene
Che belle foto!!
Ps: grazie per la missione “salviamo i disperati in cucina”. Non ti senti un super eroe della Marvel ora??
rossella
Ahahhh Irene ti sei sentita chiamata in causa?
Ormai apriamo un filone intero di ricette « salviamo i disperati in cucina ». Per essere un eroe Marvel mi serve un nome di battaglia, lo affido a te! Dai tocca trovarlo! 😍
Giovanna B.
La ricetta di oggi con pere e formaggio di fossa è veramente super, vien voglia di mettersi subito all’opera e a…mangiare!!!! Grazie anche per le preziose informazioni: anche i marchigiani ( ma non tutti naturalmente!) hanno bisogno di essere ben edotti sui meravigliosi prodotti della loro terra . Io sono tra questi, per cui grazie ancora e complimenti per il tuo blog
rossella
Uh che bello quanto commenti per questa ricetta e grazie di cuore! 😍😍😍
LaRicciaInCucina
Cosa non devono essere queste bruschette?!? Uno dei miei pranzi “solitari” preferito è a base di pera william (se rossa ancor meglio) e parmigiano reggiano stagionato 30 mesi…. questo per dirti che con cacio e pere con me sfondi una porta SPALANCATA.
Mi piace, in un blog, che proponga anche ricette più semplici (nella realizzazione). Secondo me si trovano sempre nuovi spunti utili e fonti di ispirazione!
Tanti cari auguri di buona Pasqua.
Scusa la mia assenza da questo tuo posticino. E’ un periodo un po’ così.
A presto
Rossella
Giovanna ciao!
Ma che scherzi? Non preoccuparti, anche se confesso mi fa tanto piacere vederti qui tra queste pagine…
Ti avevo sentita “abacchiatella” venendoti a leggere sul tuo blog, e ho provato anche più di una volta a commentare, con i miei soliti problemi di “rifiuto” da parte di blogger… ci dev’essere un bug da qualche parte, so che la cosa dipende da me perchè ieri mi è successo con un’altro blog sulla stessa piattaforma (io credo che la blogger si sia sentita tradita tanti anni fa quando sono passata a WordPress ed ora mi faccia un po’ penare… ;-P)
Spero di rileggerti qui e da te presto, e di riprendere l’assiduo vicendevole commenticcio 😂😘