Sono giorni che millanto su IG interessanti frolle agli amaretti e giuro che avevo tutta intenzione di postare qui oggi questa novità che è diventata la mia frolla del periodo, se non fosse che nel mentre mi si è accavallata una seconda interessante, scoppiettante e super entusiasmante novità: l’hokkaido milk bread, ma, cometisbagli, in una versione con farina integrale e cioccolato fondente.
L’hokkaido milk bread è una brioche, di quelle lunghe, da fare a fatte, come piacciono a me e che per i più ha il nome di “panbrioche”, estremamente morbida anche nonostante un utilizzo di grassi minore di una brioche Parisienne standard, o anche della sua versione integrale (la mia ricetta più amata e e tra le più rifatte di sempre), e molto molto alta e soffice. Questo avviene grazie ad un composto, molto semplice da realizzare e molto meno da pronunciare ;)), che si chiama Water roux (o milk roux a seconda che si faccia con l’acqua o la farina) o meglio Tang Zhong.
ll Tang Zhong è un’antica tecnica cinese di gelatinizzazione di un impasto usando sia l’acqua che il latte miscelato con la farina o con l’amido.
In sostanza e detta molto pop, è un metodo per intrappolare i liquidi e facilitarne gestione e inserimento nell’impasto, e godere degli effetti benefici di questi una volta “rilasciati” in cottura. Se ci pensate bene, essendo a tutti gli effetti un roux, è quello che ci consente di avere la tipica consistenza della besciamella, che di fatto è un botto di latte tenuto insieme da così poca farina! ;)
Questa tecnica permette anche di sostituire negli impasti il burro, l’olio e le uova (i grassi in generale, che conferiscono morbidezza e durabilità al prodotto finito) garantendo ugualmente loro una più lunga conservazione del pane o dei dolci una volta finiti, senza alterarne sapore e sofficità.
Da quello che sono riuscita a ricostruire, la ricetta originale viene dal libro 65°C Bread Doctor (65°C湯種麵包), di una chef cinese, Yvonne Chen, inedito in Italia e mai tradotto in inglese. Come descrive bene Roberta in questo post (andate a sbirciare il blog se non lo conoscete e se siete ddi animo curioso, a me piace davvero tantissimo per l’impostazione e i contenuti!) il “vero” nome giapponese dell’Hokkaido Milk Bread è Shokupan, letteralmente “pane da mangiare”. L’Hokkaido Milk Bread si prepara in tutta l’Asia, ad Hong Kong si chiama Pai Bao e la ricetta che Roberta ha cercato, e tradotto, nelle librerie di Chinatown è cinese.
Nel libro Chen spiega il metodo Tangzhong, un roux a base d’acqua. I 65°C del titolo sono quelli necessari affinché l’amido della farina gelifichi con l’acqua, conferendo al pane quella speciale morbidezza.
Io lo avevo scoperto tempo fa, e, folgorata da tanta morbidezza, ne avevo realizzata una versione con lievito di birra per li “Speciale Lievitati” uscito qualche mese fa con Ci Piace Cucinare.
Poi, qualche giorno fa, dovevo fare un lavoro.
E nonostante i lavori mi appassionano sempre, e tutti, alcuni per me sono più “duri a partire”.
Ero dunque tutta intenta ad organizzare, montare set, capire come fare, cucinare e procedere, ma avevo bisogno di qualcosa che potesse “farmi stare bene”, prima.
Nel mio caso questo stare bene è impastare una brioche, e lasciarla andare, facendo capolino ogni tanto per la dovuta manutenzione, mentre io faccio altro, mentre mi tocca il duro lavoro. Dunque, prima di mettermi a cucinare e scattare il resto, ho acchiappata una delle mie farine preferite: i più assidui o attenti lo sanno già, che qui si va sul rustico, e infatti ho preso al volo l’integrale decorticata a pietra di Grandi Molini Italiani , e, per non saper né leggere né scrivere ho buttato su un impasto con quello che avevo in casa, ovvero poco lievito (ne ho sempre a bizzeffe quel giorno era poco!), poco latte, poco (lo giuro, andate a vedere sotto) burro, poco zucchero e un uovo.
Avevo un ottimo cioccolato fondente extra 70% cacao e che non vuoi mettere anche quello?
Ne è uscita una delle migliori brioches di sempre, una vera “brioche con carattere”… ed io ero così gasata del risultato una volta pronta che non solo mi sono messa a fotografarla, ma ho fatto entrare nello scatto, per stavolta, anche un 80% della (mia) capoccia e della mia persona.. ;)
Spero davvero vi piaccia. Vi lascio la versione sia con Licoli (lievito madre liquido) che con lievito di birra.
Dai che finalmente è venerdì. E’ proprio il suo momento <3
Hokkaido Milk bread con farina integrale e cioccolato fondente
(Prep. 1 ora circa – Riposo: dalle 8 alle 16 ore a seconda del lievito e della tecnica di lievitazione – Cottura: 1 ora)
Ingredienti per 1 brioche
Per milk roux
160 g di acqua
75 g di latte
50 g di farina forte tipo Manitoba Grandi Molini Italiani tipo 0 decorticata a pietra
Per l’impasto
300 g di farina forte tipo Manitoba Grandi Molini Italiani tipo 0 decorticata a pietra
200 g di farina integrale Grandi Molini Italiani decorticata a pietra + quella per lo stampo
1 cucchiaio di latte in polvere (facoltativo ma consigliato)
12 g di lievito di birra disidratato o 110 g di lievito madre liquido (LICOLI)
180 g di latte fresco intero (fino a 200 ml)
30 g di acqua
1 uovo
100 g di zucchero semolato (aumentabile fino a 140-150*)
90 g di burro + quello per lo stampo
1 presa di sale
150 g di cioccolato fondente extra (min 70% cacao)
Per spennellare
1 tuorlo + 2 cucchiai di latte
Preparate il milk roux mescolando un po’ di latte con la farina, amalgamate, aggiungete il resto del latte e dell’acqua mescolando e trasferite su fuoco dolce mescolando di continuo fino ad ottenere una besciamella fluida ma consistente (temperatura di circa 65 °C).
Coprite con pellicola per alimenti a contatto e lasciate raffreddare.
Mescolate le farine tra loro e con il latte in polvere. Fate un buco al centro e aggiungete l’acqua e il licoli o lievito di birra disidratato. Mescolate con un cucchiaino e lasciate agire un paio di minuti.
Iniziate ad impastare aggiungendo il latte fresco, poi mano a mano lo zucchero, il milk roux, e l’uovo.
Impastate nella planetaria con il gancio per circa 10 minuti o fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Unite il sale e proseguite l’impasto per altri 5 minuti. Unite a poco a poco il burro a temperatura ambiente, fino a che non sarà completamente assorbito, unendo solo se necessario ancora poco latte fino ad ottenere un impasto molto morbido, omogeneo ed incordato. Unite in ultimo il cioccolato fondente tritato grossolanamente al coltello e impastate ancora qualche minuto fino a che il cioccolato non è distribuito omogeneamente e l’impasto ha preso un bel color cappuccino.
Date due giri di pieghe con le mani leggermente unte su un piano di lavoro anch’esso leggermente unto, date una forma tonda all’impasto e mettetelo a riposare in una ciotola capiente unta e coperta con pellicola. Fate lievitare ad una temperatura di circa 26° fino al raddoppio (1-2 ore per il lievito di birra e 6-8 per il licoli).
Coprite con pellicola e trasferite in frigorifero per 1-2 ore.
Estraete l’impasto dal frigo e suddividetelo in 3 parti uguali. Formate, con l’aiuto di un matterello, 3 rettangoli uguali di circa 40×15 cm. Ripiegate i lati lunghi verso il centro di ciascun rettangolo, sovrapponendoli uno sopra all’altro e ottenendo 3 rettangoli di circa 40×5 cm. Ripassateli con il matterello e arrotolate ciascun rettangolo su se stesso per il lato corto formando delle girelle. Disponete le 3 girelle così ottenute l’uno accanto all’altra (con la chiusura verso il basso e i lati aperti verso l’interno e il lato corto dello stampo) in uno stampo da pane a cassetta (di circa 20-22 cm di lunghezza e 10-12 cm di larghezza ed altezza) precedentemente imburrato e infarinato.
Coprite con pellicola e lasciate lievitare nuovamente, (2-3 ore a temperatura ambiente, fino a 4-6 in frigo per il lievito di birra e 4-6 temperatura ambiente e fino a 10-12 per il licoli), verificando che l’impasto sia cresciuto in altezza fino a 2 cm dal bordo dello stampo.
Estraete dal frigo se lo avete finito di lievitare lì.
Preriscaldate il forno a 180 °C, spennellate la superficie dell’impasto con l’uovo sbattuto e il latte e infornate per circa 1 ora. Dopo 45 minuti coprite con alluminio se la superficie è troppo scura.
Sfornate l’Hokkaido milk bread quando la temperatura al cuore misurata con un termometro a sonda sarà di 90 °C.
____nota _____________
* potete aumentare la quantità della zucchero fino a 140-150 g: la dose che ho usato io è quella da “bread”, ovvero da pane, ma per chi avesse voglia di sentire una punta di dolce più pronunciata, questa si può aumentare. Altra opzione, sostituire il cioccolato fondente amaro con uno con una percentuale più bassa di cacao, per esempio il 50%
Emanuela
Eccomi meraviglia …..
Sei bellissima! Eh SI, SONO DI PARTE, SEMPRE QUANDO SI TRATTA DI TE!
A me questa brioche così meravigliosa, morbida e che assomiglia ad una fisarmonica mette un pochetto di soggezione (quanta soggezione ahahaha)…. mi sa un filo difficile, però è affascinantissima soprattutto per quello che c’è dietro e dentro… Ma che meraviglia è l’espressione ”pane da mangiare”? è bellissima.. io ogni volta mi stupisco e rimango basita (quanto mi piacciono questi termini ahahaha) per la bellezza delle storie che raccontano le ricette e il cibo….
Grazie Rossi per questa digressione (altro termine che adoro) storico/culturale, ma anche chimico/scientifica intorno ad una ”semplice” brioche….
Se questo è il risultato di una preparazione fatta per calmarti e prepararti ad un lavoro più tosto, immagino quale possa essere stato il risultato del lavoro ”vero e proprio” … hai le mani come la bacchetta magica della fata Smemorina di Cenerentola… quanto mi piacerebbe avere la tua stessa manualità, mentre lo so che farei un disastro! però … gli ingredienti sono i NOSTRI <3 quelli di sempre…
Una delle prossime cose che mi farò regalare sarà l'impastatrice, sfrutterò un'altra botta di curiosità di mio padre su ''che cosa sia la planetaria'' per sfoderargli tutti gli usi possibili ed impossibili e lui non potrà non riconoscerne la sua essenzialità in cucina!!!!!
Vabbè sto come al solito ribaltando tutto e scrivendo scemenze, ma è venerdì, c'è un'afa assurda ho sistemato un sacco di roba in negozio, ho un sonno boia e quindi i miei due neuroni hanno quasi finito tutta l'energia possibile!… credo mi mangerò il mio pezzo di cioccolato fondente giornaliero per riprendermi, oppure dormo! ahahaha…
Ti abbraccio fortissimo….
Io non ho una cosa precisa che faccio per ''stare bene'' però sicuramente smarmellare è una cosa che, nonostante la fatica della preparazione, mi (con)centra tantissimo e mi calma…..
Per adesso un abbraccione ed un bacione appiccicosissimi….
Manù.
Rossella
Bravissimaaaa! Vai di impastatrice ;)
Ma perché dici che è difficile? Tutti quando vedono la scritta 65 °C si spaventano… :(
Comunque, appena posso la fotografo a step, così vedi la consistenza e non ti serve il termometro, è comunque in sostanza una roba besciamellosa. Tu fai una sbobba besciamellosa, la metti da parte, poi butti nella farina lievito e latte o acqua, zucchero, un uovo, poco burro e la sbobba (burro alla fine eh), poi anche un pizzico di sale se vuoi, sempre alla fineeee, impasti nel mentre (meglio con l’impastatrice se ce l’hai), con aggiunta o meno di cioccolato. La metti a lievitare e hai fatto!!! stop, fine ciao. poi fai le palette le metti vicine liaviti un altro po’ e cuoci. Comunque. No ansia. Tipo la mia col Licoli le prime 3 h non schiodava un millimetro, poi visto che bestia? ;) Quindi pazienza e serenità ;-P
Emanuela
ahahahaha…
Mi hai fatto schiantare!!!!!
lo hai scritto/detto con la stessa nonchalanche con cui la mia insegnante di danza classica ci spiegava gli esercizi alla sbarra!!!
TI ADORO!
E’ che io sono uno smanona( quindi per fare le rotelle sbaglierò :( ) e poi non sono molto brava con le pieghe. :(.. il termometro credo di avere quello giusto, perché me lo ha rifilato il tipo della ferramenta quando gli chiesi il termometro per la marmella… (lasciamo stare!) .. se è quello tipo spiedino lungo (io ce l’ho digitale) ce l’ho….
”con l’aggiunta o meno di cioccolato” non lo devi nemmeno dire! certo che ce lo aggiungo il cioccolato!!!!
Tu non te sta’ a stressà per gli step!!!! ci provo e poi vedo!
Grazieeeeeeee!!!!
<3
rossella
É lui è luiii (anche io ho quello che poi aveva anche smesso di funzionare ed ora ha ripreso ma, vuoi ridere? Misura in gradi Fahrenheit!!! E non c’è verso di farlo redimere!
Certo ora l’impastatrice sarebbe la ciliegina… notteeee!
speedy70
Complimenti, un lievitato stupendo, molto soffice e goloso!!!!
Rossella
Grazie!
E’ stata una vera sorpresa per me, non avrei mai sperato che con la farina integrale lievitasse così bene… !
Grazie per il tuo commento e a presto!
LaRicciaInCucina
Ehh niente… guardo questo delizioso panbrioche integrale e l’ unica cosa che mi viene in mente è “TUFFATI!!! CHE E’ MORBIDO!!!!”. Davvero spaziale!
E poi chissà cosa non deve essere con su un generoso strato di confettura o con delle fette di salame… che per me i due abbinamenti se la giocano… sono sempre testa a testa: li trovo irresistibili in egual misura!
Questo metodo thang-zong, zan-zan, anghinghè o come cappero si chiama è davvero prodigioso, sempre visto ma mai provato. Non so perché ma mi suscita un filo di timore reverenziale. E’ come se lo vedessi “per molti ma non per tutti” ed io rientrassi in quei “tutti” esclusi dai giochi.
Chissà…prima o poi lo proverò!
Un grande abbraccio
P.S.: io aspetto con trepidazione la ricetta delle frolle agli amaretti :-)
rossella
Giusto giustooooo Eleonora!
La frolla agli amaretti e perdo pezzi! Per fortuna ci siete voi <3<3<3
E' che mi si accavallano le cose, ma rimedierò a tutto… Non vedo l'ora di andare in vacanza per scrivere qui "fitto-fitto". E anche un po' riposare eh? :)
E le tue pizzette da buffet? Ne vogliamo parlare?
Daniele Curcio
Ciao, si può utilizzare il lievito di birra fresco?
Se si in che proporzioni?
Rossella
Ciao Daniele!
Assolutamente sì!
Dai 12 ai 15 grammi riducendo i tempi di lievitazione (trovi i tempi per il lievito di birra indicato in ricetta ;))
Grazie e fammi sapere!!! 🙏🏻🙏🏻🙏🏻