Non so come sia stato il vostro rientro settembrino, ma so per certo come è stato il mio: confuso e parziale, come d’altronde l’estate stessa ;)
Per non saper né leggere né scrivere dunque, e per corroborare un’antica routine che vede questo mese consacrato al COMFORT, alla DOLCEZZA e alla MORBIDEZZA, e per alleviare atterraggi di lunedì mattina potenzialmente molto, ma molto duri, ho pensato che l’appuntamento mensile con gli amici di Grandi Molini Italiani e con le loro farine doveva essere davvero speciale, almeno per me, e tanto tanto motivante.
Così sono nati questi piccoli maritozzi ricotta e miele, che tengono insieme due dei mie ingredienti preferiti sia in purezza che negli impasti stessi: la ricotta e il miele, appunto, e che ho deciso di usare in entrambi i modi che amo, ovvero, per l’appunto, sia dentro l’impasto che in purezza nella farcia.
Si tratta di un impasto senza uova, e in cui la ricotta sostituisce le loro proteina nell’impasto, e si combina con la panna tradizionale, diminuendone quindi le classiche quantià, nella farcia (per gli affezionati trovate la ricetta classica QUI, toh, guardacaso era un settembre ;-)).
Lo stesso si può dire del miele, che sostituisce completamente lo zucchero nell’impasto, e che in un piccolo esperimento di doppia sac à poche (ovvero due separate inserite in una più grande) forma una decorazione bella da vedere e buona da mangiare.
Provavo la doppia poche per la prima volta e vi confesso che non è una cosa semplicissima, quindi se temete il disastro culinario, dividete semplicemente i maritozzo ricotta e miele a metà (senza tagliarli fino in fondo come in foto) e farcite un lato con la ricotta ed uno con il miele, oppure usate prima una poche e poi l’altra, verranno buonissimo lo stesso!
Ecco, vi lascio ai maritozzi ricotta e miele, e vi auguro un super lunedì settembrino a tutti voi, e ad una super colazione (mi raccomando fatemi sapere se li provate, io li adoro!)
Ciao ciao, baci!
Tempo di preparazione: 45 minuti + 3-4 ore riposo
Tempo di cottura: 1 ora circa
Difficoltà: medio-alta
Numero di porzioni: 12
Maritozzi ricotta e miele
Ingredienti per 8 maritozzi grandi o 12 maritozzi piccoli
300 g di farina tipo 0 100% grano italiano decorticata a pietra Grandi Molini Italiani
200 g di farina tipo Manitoba decorticata a pietra Grandi Molini Italiani
15 g di lievito di birra fresco o 5 g di lievito di birra secco
250 ml di acqua appena tiepida
20 g di burro morbido
120 g di ricotta fresca vaccina a temperatura ambiente
80 g di miele
I semini estratti da una stecca di vaniglia
4 g presa di sale
Latte a piacere per spennellare
per la glassa
50 gr di acqua,
80 gr di zucchero di canna in cristalli
per la farcitura
250 ml di panna fresca liquida
330 g di ricotta fresca vaccina
80 g di miele dalla consistenza morbida
per la finitura
Polline fresco a piacere o zucchero a velo
Preparate il lievitino: sbriciolate il lievito di birra in 40 g di acqua appena tiepida e aggiungete, mescolando, 50 g di mix delle farine precedentemente mescolate.
Fate riposare coperto circa un ora fino al raddoppio.
Versate le farine precedentemente mescolate sulla spianatoia o in una capace ciotola e formatevi un buco al centro.
Aggiungete il lievitino e poi il miele sciolto nella restante acqua appena tiepida e mescolato insieme ai semini della vaniglia; cominciare ad impastare, aggiungendo man mano anche 120 g di ricotta a temperatura ambiente.
Continuate ad impastare fino a che l’impasto non diventa omogeneo ed elastico (o si stacca dalle pareti dell’impastatrice se la usate), ed infine il burro a fiocchetti e il sale.
Impastate a lungo, aggiungendo uno o due cucchiai di farina tipo Manitoba SOLO se occorre (per almeno 15 minuti) fino ad ottenere una massa elastica, morbida ed omogenea.
Ungete una ciotola e ponetevi l’impasto coperto con pellicola per alimenti o un canovaccio leggermente umido. Riponete in un luogo tiepido e al riparo dalle correnti e lasciate lievitare per una o due ore o fino a che il volume non sarà raddoppiato.
Rovesciate delicatamente l’impasto su di un piano di lavoro infarinato e dividetelo in 8 o 12 parti uguali; formatevi delle palline e sistematele su una o più teglie appena unte o rivestite di carta da forno; lasciate riposare per circa venti minuti.
Trascorso questo tempo date una forma allungata e spennellate con uno o due cucchiai di latte.
Coprite i maritozzi con la pellicola e fate lievitare ancora un’ora circa o fino al raddoppio.
Nel frattempo fate sciogliere bene lo zucchero insieme all’acqua in un pentolino posto sul fuoco, fino a che il liquido non diventerà di color bruno-trasparente. Tenete sul fuoco ancora 5 minuti, poi spegnete e fate intiepidire.
Infornate i maritozzi a forno caldo a 180 gradi per circa 18 minuti o fino a completa doratura.
Sfornate, spennellate con lo sciroppo di zucchero e lasciate freddare completamente su una gratella.
Montate la panna a neve ed aggiungetela poca alla volta alla ricotta.
Preparate due sac à poche senza beccuccio riempiendole una con il miele ed una con la mousse alla ricotta, poi praticate due tagli (piccolo per il miele e più grande per la mousse) e inseritele velocemente in una sac à poche più grande munita di beccuccio da Saint Honoré o quello che preferite. Tenete le sac à poche meno verticali possibile per evitare la fuoriuscita di miele in questa operazione (potete anche inserirle senza tagliarle e praticare il taglio in un secondo momento, una volta inserite nella poche più grande, facendo pressione per tirare le due punte non ancora tagliate leggermente fuori dal beccuccio, tagliandole contemporaneamente con una forbice appuntita, e facendole rientrare nel beccuccio).
Praticate un taglio al centro di ogni maritozzo, posizionatelo in modo che il taglio rimanga aperto (può essere utile per esempio appoggiarle sul bordo della teglia in cui le avete cotte), e farcite con il miele e la mousse di ricotta preparata aiutandovi con la sac à poche “doppia”.
“Richiudete” i maritozzi ricotta e miele e servite subito, finendo a piacere con polline fresco.
Emanuela Lupi
Sono appena tornata da una delle mie uscite scarpigne alla ricerca e raccolta di mele selvatiche. Non ho avuto una brillantissima idea, ma ne avevo troppo VOGLIA e BISOGNO, perché ieri sera e questa notte ha piovuto e quindi diciamo che se solitamente faccio fatica ma me la cavo arrampicandomi tranquillamente, il terreno bagnato e scivoloso questa volta non ha permesso le mie solite acrobazie. Sono però comunque rientrata con un discreto bottino, dato che in terra ce n’erano tantissime cadute ma sane, e quindi non mi lamento, ma…. prossimo sabato e domenica ritento! ;).
Dicevo che sono appena tornata e, non faccio in tempo ad entrare qui che vedo una luce pazzesca ed un bianco, un bianco…. aaaaaaaaahhhhh che luminosità bellissima! sa di ”mettiamoci comode che preparo un the”, sa (ancora) di pomeriggi in giardino con tazzine delicate e gonne leggere…. Mi piace questo rientro e questo tentativo di ”come ti addolcisco il lunedì”! soprattutto perché questa ricetta è così…. SOFFICE, come quando ti butti sul letto e la testa affonda sul cuscino…. ah… vedo già i baffetti bianchi di ricotta che si formano al primo morso di maritozzo e la dolcezza del miele che ti unge le labbra….saranno sicuramente buonissimi!
Tu come sempre sei la nostra eroina salvifica e ci indichi anche la strada per chi non ce la può fare con la doppia poche… cioè DISASTRO CULINARIO???? ma io direi tipo APOCALISSE!!!!!
Grazie meraviglia… ora la mia giornata parte, anzi continua, sicuramente meglio.
Manù.
Rossella
Manbùùùù eccomi, oddio come volevo risponderti prima ma oggi è una di quelle giornate in cui si aprono parentesi nelle parentesi che poi alla fine dei fare il conto per capire quante ne hai chiuse e quante invece ne hai perse per strada…
Senti hai fatto benissimo ad uscire, pure qui ha piovuto e l’arie è FAVOLOSA: settembre 100% DOP.
Io incasinata ma più vispetta in generale di quanto non sia d’estate… e poi…abbiamo la ricetta del lunedì mattina!
Baci bella e a presto, e GRAZIE <3
Daniela
Sono di una bellezza che non trovo le parole, prima o poi li voglio preparare…
:*
Rossella
Ma ragazze ciaoooooo!
Oddio che bello Daniela vederti qui!
Intanto mi fa tanto autunno, e settembre, e rentrée, e bellezza e chiacchiere sul blog, e poi è bello perchè è bello.
Mi sono gasata così tanto che ti ho scritto un tema sulla tua ultima cheesecake sul blog 😅
intanto baci e grazie e ciao!!!!
DEBORA GARRA
Sì hai proprio ragione. Così facendo Settembre merita!!
bacio bellezza
Rossella
Debora ciao!
Eheheh, sì, merita!
(ma se po’ che il blog mi chiedeva di approvare il tuo commento? il TUO? Ma scherziamo? Mi tocca rieducarlo sai? ;))
Baci a te, ma proprio tanti!
DEBORA GARRA
AHAHAHHAHAHAH….sculaccialo !! così la prossima volta vedi…
Piuttosto riammirando con calma le foto…a me me dovete dì come fai a tene’ ste saccapposscc così ordinate e pulite!!!
;-)
Rossella
Ahahhhh oddio, hai presente quando QUELLA VOLTA L’ANNO che ti decidi a farti la messa in piega e togli le forcine SOLO ALL’ULTIMO? Beh, una specie… 😅 (foto precedente tipo con le mollette m.. in ogni caso dopo 20’ era già il delirio!!!)
Reb
Le sac à poche le hanno inventate per torturare le persone poco pazienti come me, ma i maritozzi devono averli fatti molto prima, per calmare indiavolati spiriti dopo aver ridotto cucina un disastro.
Passavo di qua in silenzio, passeggiando come si conviene in un ottobre pieno di colori, e questi maritozzi lucidi e grassocci mi hanno proprio fatto venir voglia di mangiarne almeno due. Ricotta e miele (e tuorlo d’uovo) erano la farcia magica di nonna per le crêpes in quei remoti tempi in cui Ceausescu razionava anche lo zucchero. Ma quando avevi del buon miele, capirai che dispetto!
Manco da molto e in certi luoghi che non siano un po’ come casa, mancherò ancora. Ma non qui.
Mi metto vicino alla stufetta, rubo un maritozzo dalla teglia e mi godo la compagnia per un po’.
rossella
Oddio ciaooooo Reb!
Marò che bello vederti, che belle poi le tue ultime ricette autunnali.
Sto a fa’ un casino perché rispondo a questo tuo commento lì da te, e qui invece faccio riferimento al tuo ultimo piatto, quello con la crema di fagioli e la salsa di cipolle e pomodoro.
La faccio!
Io adoro poi cannellini e pomodoro: la nostra versione standard è ripassati alluccelletto come dice Artusi, con una burratina distrattamente impiantata à coté a fine cottura ;-P
Questa cosa del miele, del razionamento dello zucchero, della farcia di tua nonna (ma senti, il tuorlo, lo lavorava a crudo con miele e ricotta? Vorrei provarlo.. <3) mi ha emozionata tanto.
Grazie infinite per il tuo commento, sai la mia felicità.
Non di avere "un commento", ma di sentirti gironzolare di qua, condividere ricordi o sensazioni, e ricette, e bellezza.
A presto qui o lì. Un bacio enorme.
rossella
PS. hai detto il numero giusto. Du questi la dose esatta, minima, intendo misurata, senza iperboli, è DUE <3
Reb
Il tuorlo a crudo cara Ros, perché avevamo le nostre galline. Tuorlo crudo, urda (l’equivalente romeno della ricotta) fatta in casa da lei con un latte intero che potevi rimanere in sospensione sulla panna, e miele (ma un miele di quelli che non ne trovi più perché quella flora, a meno di non abitare ancora in remoti luoghi della Romania, è scomparsa avvelenata dai pesticidi). E mi faceva delle torri alte mezzo metro di crêpes ripiene. Erano sigari lunghissimi, soffici, dorati e quel ripieno era quello che garantiva la riuscita del dolce “frugale”.
Mica male all’uccelletto. Questi invece che ho pubblicato sono davvero una sorta di parente dell’hummus di ceci. ;) E a determinarne la riuscita non sarà tanto la crema di fagioli ottenuta, ma la salsa di cipolle e pomodoro sopra. Per quella ci sarà una battaglia di fette di pane. :D
A presto Ros
Reb
Ah, e per inciso, quel cafone del Cottage mica mi ha avvisato che avevi lasciato i commenti. :D
rossella
Quindi se tanto mi da tanto… fammi venire a buttare un occhio va’ ;-)
rossella
Ehiiiiii , che meraviglia le torri di crepes ripiene, e il vostro miele…
Io sono tanto, ma tanto fortunata, perché il mio compagno è un apicoltore, anzi, un apicoltore nomade, che porta le api, per fare i suoi (i loro! ;)) miele monofloreali, nei posti migliori per loro, biologici e dove nasce il nettare di cui sono più ghiotte….
E sappi che vede i pesticidi come fumo negli occhi, anche perché purtroppo non avvelenano solo i fiori, ma uccidono a palate anche le apine stesse..
Voglio provare questa aggiunta del tuorlo a crudo, abbiamo le galline anche noi, o meglio i miei suoceri, quindi sarà assolutamente provato!
Reb
Che grande fortuna avere vicino a te qualcuno che ama le api, le rispetta, le tratta come meritano portandole in giro dove possono essere più felici del loro lavoro.
Credo amerebbe molto certi posti della Romania, con una vegetazione che in alcune parti d’Europa è scomparsa da almeno un decennio.
Ogni tanto mi ripropongo di tornare, fare incetta di semi da quei fiori altrove scomparsi e riportare sui territori che necessitano di essere rivitalizzati.
Ho fatto a me la solenne promessa che qualora vincessi il superenalotto, comprerò quanti più terreni possibili e li coltiverò tutti a fiori selvatici. Poi adotterò apicoltori che vi mettano le arnie e mi godrò lo spettacolo di api. (sono una sognatrice, lo so)
Poi fammi sapere se ti è piaciuta con l’aggiunta di tuorlo. Io la mangiavo anche con il pane: fetta di pane abbrustolita sulla ghisa, e una spalmata di ricotta al miele e tuorlo d’uovo.