Non so voi ma io in quelle cene in cui hai a casa 14 persone col pane non ci prendo mai. Come quantità, intendo. E per eccesso, ovviamente.
Poi certo, sono fortunata e forse anche un po’ avveduta, nella sventura di esagerare nelle quantità, perchè “il pane di ieri” che circola in casa è in genere uno di quei pani buonissimi che per fortuna in Italia cominciano ad essere reperibili sempre più spesso e che sono realizzati con lievito madre vivo e pertanto, oltre a piacermi un botto, si mantengono buoni per vari e vari giorni.
La sera del 24 avevo dunque varie file di pane della bravissima Alessandra Chiappini, che ha appena aperto la sua panetteria Lale Bakery in quel di Perugia e che sta diventando, anche se non esattamente dietro l’angolo per noi marchigiani (ma manco tanto lontano ;-P) una tappa fissa quando si passa da quelle parti. Per non sbagliare poi avevo fatto una pagnotta del mio adorato pane nero ai cereali e semi, e, oltre a questi, avevamo tutta una serie di crackers e tarallini artigianali che completavano il cestino del pane /(cioè il posto in cui per la sottoscritta ogni cena può iniziare ma anche finire… ;-P
Morale della favola, il pane è avanzato e pure parecchio, e ad oggi, leggermente scaldato e spalmato con un po’ di burro buono e di salmone, unito ad un po’ gratin di finocchi al forno avanzato dal primo round di feste, resta il mio pasto “infranatalizio” preferito.
In questo “piano di recupero delle cose buone leggermente passate”, a loro volta valorizzate da altrettante cose buone in aggiunta, mi è tornata in mente una ricetta che adoro e che rappresenta al meglio la mia idea di ricetta di recupero che in un modo o nell’altro ti finisce per diventare chic: il risotto al pane raffermo, con formaggio di fossa e miele invecchiato.
Si tratta di una rivisitazione chic di un veeeecchio piatto già presente su questo blog, che ho realizzato con due ingredienti di eccellenza del territorio marchigiano-romagnolo: il formaggio di Fossa di Sogliano e il miele invecchiato in botti di rovere delle colline marchigiane (e che, mi tocca dirlo a onore di cronaca, fa il mio compagno ;-P)
Provo a rimettervi già la ricetta almeno un po’ meglio di quanto non abbia fatto nel post citato, di 10 anni fa, e con le aggiunte chic che vi dicevo ;)
Risotto con pane raffermo, formaggio di fossa e miele invecchiato in barrique
Ingredienti per 4 persone
320 g di riso Carnaroli o Vialone Nano
120 g + 120 g di pane raffermo (possibilmente di quello “buono” ;))
100 g di formaggio di fossa di Sogliano
1 scalogno
1 litro circa di brodo vegetale caldo
100 g ml di vino bianco secco
40 g di burro
miele il Carato dell’azienda agricola Giorgio Poeta
Olio extravergine d’oliva, sale, pepe
Mondate e affettate sottilmente il cipollotto, trasferitelo in un ampio tegame antiaderente con metà del burro, e fate ammorbidire a fuoco dolce 5 minuti.
Unite il riso, lasciate tostare qualche minuto, mescolando con un cucchiaio di legno, aggiungete il vino, fate sfumare, portate a cottura in 15 minuti circa aggiungendo, poco alla volta, il brodo vegetale.
Il pane raffermo (120 g), sbriciolato o tagliato a fette e poi ridotto a cubi grossolani, va aggiunto dopo il primo-secondo mestolo di brodo, e una volta raggiunta la cottura del risotto, mantecatelo con il formaggio di fossa di sogliano grattugiato (se volete un sapore più delicato e/o se non volete usare il miele, che però ci sta dadio, potete fare 60 g di Fossa + 40 di Parmigiano), e il resto del burro. Finite con il resto del pane ridotto in fette o in pezzi e tostato a parte in poco olio d’oliva, e una buona macinata di pepe.
Servite immediatamente, finendo con un filo di miele invecchiato.
Emanuela Lupi
Oddio quanto amo questo risotto!
Sai che è nella mia lista di piatti da fare in questi giorni??? Io sarei andata nella ricettina ”vecchia”, ma visto che c’è la versione chic, direi che mi vesto a festa e faccio questa! Però però però.. io non ho il miele invecchiato del ‘Poeta’, con cosa posso sostituirlo? un castagno? una melata?
Dio che bella questa rivisitazione!!!! Adoro!!!!
Grazie!
<3.
Comunque mi sa che farò un giretto in questo forno, dato che mia mamma una volta a settimana va a Perugia per lavoro.. potrei andare una volta con lei e farci una capatina…
Un bacione, un abbraccio fortissimo e tanti auguri..
Non sai quanti dolcetti Vanigliosi ho cucinato…. Che bello!
Ti voglio bene.
Rossella
Manùùùùùù, ho che bello leggerti subito subito, qui, davanti al caminetto, cotta dal sonno, con una pagnotta di pane in forno e con questa atmosfera natalizia tutta intorno… ❤️
Allora, prima che mi dimentichi: ti adoro, perchè anche io quando non ho il carato metto il miele di castagno. Certo, non è lo stesso, il carato è più assertivo dell’acacia “non invecchiata”, ma resta sempre molto molto raffinato. Il castagno è diciamo più per gente di bosco come noi ;)… E in effetti questo piatto dieci anni fa lo avevo definito “pane, formaggio e cipolle in versione risotto”, quindi, anche sciccoso, ‘sto lato campagnolo possiamo serbarlo e per sta volta ti abbono il castagno! 😜
Seconda cosa: quanto felice mi fai dicendomi dei dolcetti Vanigliosi non ne hai idea…
Terza cosa! DEVI andare da Alessandra! Dille che sei mia amica, e del Poeta. Vedrai, lei ti piacerà da matti, è proprio una tipa che adorerai, gentile, bravissima, sensibile. Io me ne sono innamorata al primo colpo! (quindi piacerà da matti anche a te! )
Doris
oddio …per una amante del riso
qui volo a nozze però non ho il pane artigianale ne il miele di cui parli
al massimo ho miele di melata.o un millefiori “artigianale” nel sensi presi da un apicoltore del posto, ,vivo a Bolzano, per cui ci
provo comunque…formaggio di fossa
procuro e vado….Grassssie
Rossella
Ciao Doris!
Io proverei con la melata… e fammi sapere come va! ♥️❤️