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Vaniglia — Storie di cucina

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Il risotto sgrammaticato del giorno dopo: scalogno pane integrale raffermo e fontina

13 Febbraio 2014 Pasta, riso e cereali

Ecco.
La ricetta potrebbe fermarsi al titolo, perché questo è un
risotto che non avrebbe dovuto essere presente su queste pagine (web ;-P).
Si tratta infatti di uno di quei cibi serali e
infrasettimanali che non vengono meticolosamente misurati, debitamente acchittati
e millimetricamente impiattati.
Tradotto: fatti a deus
(come dice mia mamma J)
L’idea di mettere del pane integrale in una ricetta di
risotto (cosa che a dirla così fa anche un po’ ribrezzo), viene da una delle
mie riviste di cucina.
Non so quale che qui chez
Vaniglià
è un periodo così intenso che accattiamo le riviste, le sfogliamo
velocemente, adocchiamo al massimo titolo e foto, zero lettura testi,
riproponendoci di approfondire poi, e perdiamo il libello in qualche recondito
angolo della casa.
Quello che è certo è che si trattava di una rivista francese
di cucina.
E che dentro a ‘sto risotto ci andava del pane integrale
(anzi, semintegrale) e un formaggio. Fontina può essere. Fontina alla fine ho
messo. Fontina è andata benissimo!
Per il resto, mi sono ispirata e via.
Niente odori vari, volevo che la rusticità (ce dico rusticità, “povertà”, nel senso di semplicità, vera e propria!) si sentisse, e facendomi
guidare da una specie di “ton sur ton” (oltre che da carenze di frigo ;-P) ho
messo nel soffritto solo poco olio e uno scalogno.
Poi il riso, diciamo un 300 gr per 4 persone (dosi
abbondanti, quantomeno in casa nostra, che non siamo grandi mangiatori, quella
di Roma, dico, così mio padre non si sente millantato, lui e sua adorata
nipote! J).
Poi, tostato bene il riso, vino bianco a sfumare.
A questo punto non sapevo davvero che fare del pane.
Per non sbagliare lo avevo fatto fermare un paio di giorni
(una pagnotta integrale abbastanza morbida in origine, tagliata a fette e poi a
cubi grossolani), diciamo un due-tre etti, e poi una buona metà messa dopo il
primo-secondo mestolo di brodo, e il resto tostato a parte con poco olio in una padella
antiaderente, mentre il tutto si cucinava.
Mentre lo cucinavo lo sentivo proprio, questo risotto.
Una specie di pane e formaggio serale.
Mi piaceva.
Mi piaceva l’idea di una cena d’inverno rustica, quasi
povera. 
Fatta di pane “cafone” e raffermo, vino, cipolle e
formaggio.
Tutto dentro ad un risotto.
Che questa volta non è stato mantecato (e manco tanto) con burro ma con olio
d’oliva
“buono”, quello di mio cognato, insieme a molta fontina (un etto, un etto e mezzo) grattugiata
finemente, e molto pepe.
A finire i tozzetti di pane dorati in padella.
Ad averlo avuto ci sarebbe stato bene immagino anche del
rosmarino.
Aghi tagliati fini e rosolati insieme allo scalogno, se vi
va.
Ed era così buono che non ho potuto fare a meno di
fotografarlo il giorno dopo, altra cosa che a pensarci fa ribrezzo, ma troppo
lanciata ero, quindi ora vi beccate la foto del giorno appresso.
Anzi.
Mi date pure un consiglio.
Perché io, gggiuro, mi impegno tanto a mettere altre cose
nella foto, ma alla fine, quella che vince sempre, nella mia testa un po’
troppo astratta, è quella senza nulla intorno.

A voi quale piace? La uno la due o la tre?
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Categories: Pasta, riso e cereali Tags: _primi piatti, cucine sostenibili

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Interazioni con il lettore

15 Commenti

  1. isabella

    13 Febbraio 2014 at 08:57

    Tutte e tre :) e adoro la ciotolina messa eccentrica sul piatto. Forse forse la forchetta è un po' fuori scala, viste le dimensioni di questi piatto e ciotola.

    Rispondi
  2. Anonimo

    13 Febbraio 2014 at 09:11

    Le cene improvvisate aprendo il frigo sono le migliori…a volte. E' questione di ispirazione! Elena

    Rispondi
  3. Valentina

    13 Febbraio 2014 at 09:55

    Ti prego la prossima volta che fai sto risottino invitami a cena! Ho tanta voglia di 'sti piattini semplici, casalinghi, da frigo vuoto ;) buona giornata cara :)

    Rispondi
  4. Martina

    13 Febbraio 2014 at 10:17

    Se qualcuno riesce a fare una scelta complimenti, io non ce la posso fare. Magari la prossima volta impegnati a farne una almeno un pochino bruttarella, giusto un briciolo, così il compito diventa meno arduo :)
    Per la ricetta che devo dire?! Mi piace troppo

    Rispondi
  5. Anto

    13 Febbraio 2014 at 11:02

    La due!!!!

    Rispondi
  6. Lù

    13 Febbraio 2014 at 11:37

    Ma le tue foto sono sempre splendide…come si fa a scegliere??
    Poi per la ricetta, viva la semplicità!!Alla fine, per me, sono le cose quasi banali che fanno più gola!
    Un abbraccio,
    Lù

    Rispondi
  7. Anonimo

    13 Febbraio 2014 at 12:12

    la tre…è più armonica.
    Che giudizio da una che non ne capisce molto..
    gabriella

    Rispondi
  8. Luisa Piva

    13 Febbraio 2014 at 13:10

    tutteeeeeeeee
    stupende
    bravissima

    Rispondi
  9. Ely

    13 Febbraio 2014 at 13:16

    E come si fa a scegliere?? Si viene catturati da quel piattino e nessuno ragiona più :) bellissima idea.. se solo potessi mangiare formaggi, sigh. :( complimenti di cuore, io trovo che sia una ricetta da super web, altrochè :D

    Rispondi
  10. Serena | SereInCucina

    13 Febbraio 2014 at 20:49

    cose semplici che scaldano il cuore. anche io scelgo quella senza "corredo". <3

    Rispondi
  11. Alexandra Bellavista

    14 Febbraio 2014 at 08:39

    Semplice , ma sicuramente buonissimo e quelle foto sono magnifiche!
    http://duecuoriinpadella.blogspot.it/

    Rispondi
  12. Lorella

    14 Febbraio 2014 at 20:30

    Io preferisco la prima, più d'effetto…
    Sei bravissima in tutto: come cuoca, come fotografa e tutto ben accompagnato da una buona dose di originalità.
    Ciao Vaniglia!
    Lorella.

    Rispondi
  13. Anonimo

    15 Febbraio 2014 at 10:52

    fghjkl

    Rispondi
  14. La casetta di Pandizucchero

    18 Febbraio 2014 at 10:32

    Mmmm mi hai fatto venire l'acquilina in bocca e una gran voglia di provare sto risotto! Anche la mia foto preferita è la numero 1, schietta e diretta come questo risotto! Buona giornata!

    Rispondi
  15. Anonimo

    15 Giugno 2014 at 23:06

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