E siamo arrivati a fine novembre così in fretta, che sono qui, ancora tutta raggomitolata nel letto di questo sabato mattina finalmente soleggiato, non sapendo ancora esattamente come mettere in fila tutte le cose da fare, ma aggiungendone per forza una.
Come accennavo nel post scorso infatti, ho realizzato per Fiorfiore in Cucina Coop per questo mese di Novembre (ormai agli sgoccioliiii) tre ricette inerenti la tradizione lombarda e questo dolce così semplice, rustico e spartano, mi ha fatta letteralmente innamorare.
Ma prima di farmi innamorare, lo “Scalitù” mi ha fatta un po’ diventare matta nella ricerca, fino a che non mi sono imbattuta in un libro di Mario Marini, La cucina bresciana. Storia e ricette e ho trovato la ricetta che segue, della quale ho solo ricalibrato la quantità del latte, che a me sembrava un filino poco…
Mi piace da impazzire, è un incrocio tra un ciambellone e una frolla, un po’ come la scarcella ma più morbido, perfetto per la mia idea di colazione (ma lo vedo benissimo anche all’ora del tè), con un velo di marmellata di lamponi, o quello che preferite..
Se qualcuno di voi lo conosce e gli va di condividere info e notizie, io sono ben lieta di fare qui due chiacchiere con voi circa la misteriosa origine (Credo della Valsabbia, da quello che dice Marini nel libro) di questo dolce sorprendentemente semplice, essenziale e buono <3
Buon week-eeeenddddddd! :-*
Scalitù
Ingredienti per 4-6 persone
400 g di farina 0
200 g di zucchero semolato
120 g di burro
12 g di lievito in polvere per dolci
150 ml di latte fresco intero
sale
zucchero a velo
Disponete la farina setacciata insieme al lievito a fontana sulla spianatoia, aggiungete zucchero, sale e burro morbido a fiocchetti, e a filo il latte, impastando fino ad ottenere un composto che sta insieme.
Trasferite in una teglia da 20 cm a bordi alti imburrata e infarinata e livellate la superficie con un cucchiaio.
Cuocete nel forno già caldo a 180 °C per 35-40 minuti o fino a che infilando una lama di coltello al centro della torta questa non ne fuoriesce pulita.
Sfornate una volta intiepidito e spolverizzata di zucchero a velo.
Manu
Eccolo… il ”cianfrollo” … eccomi… qui..
Tornata dai miei super giri di mercato (oggi uno dei miei spacciatori c’aveva i suoi kiwiiiiiiii… ho preso quelli di pezzatura più piccola (io adoro le robine piccole e pure un pochino bruttarelle) che tanto sono buonissimi lo stesso e poi costano meno… ), mi sono subito fiondata qui…( il sughetto sta andando mooolto piano, sia mai che se bruciasse eh?! ) perché lo sapevo che c’era una sorpresa…..
Quanto mi piace a me sto robino qui, proprio tanto.. e mi sa che lo preparerò domani…
Grazie per aver aggiunto alle 20.000 cose che hai da fare anche questa qui…
Mi piace quando condividi le ricette delle riviste qui sul blogghino…. hanno un’aria diversa, sanno di casa… sono più vive, rispetto alla carta… qui parlano di più…
buon sabato meraviglia mia…
qui c’è un po’ di nebbia ed è grigio.. l’atmosfera giusta per il forno acceso, un dolce sfornato ed una tazza di tè…
un bacio grande
Manù.
Rossella
eheheheh diciamo forse un po’ meno “castigatine” qui… ;-P
bonzuuuuuu’!
Debora
Come ti scrivevo questo è un dolce che solo sulla fiducia rifarò molto presto! Queste foto così autunnali mi invogliano da morire e sarò ben lieta, in questo pomeriggio in cui pigiama e pantofole avranno la meglio su di me, di coccolarmi con qualcosa di dolce, ma diverso, che vada bene per la mia merenda-cena-colazione da donna in modalità standby ;-))
Manu
Sai anche cosa mi ricorda Ross?
il pandolce di Belluno al mais… anche quello era impastato e poi messo nello stampo e cotto.. anche quello aveva il lievito e si gonfiava a mo’ di ciambiz (il mio nomignolo per la ciambella… ).
Qui ora è uscito il sole… ci starebbero bene due passetti…
Una stretta forte..
Manù
Rossella
ohi bella ci scrivevamo insieme?
Sì ma questo boh, è più frollo, meno teutonico ;)
Manu
si…. eheheh…. che ridere… sono sul divano col pc sulle gambe… ahahaha.. mi da gustissimo..<3
Rossella
Guarda Debora per me dicembre, per una specie di sforzo che faccio dato che paradossalmente è diventato il mese più “agitato” dell’anno, è, anzi, voglio che sia, un mese di attesa e coccole. Basta correre! O almeno possiamo provarci, a non lasciarci trascinare così tanto dalle correnti (anzi a proposito grazie per essere passata qui… ora faccio una capatina anche io da te, tocca che tra le varie cose ci ripigliamo pure i nostri blog ;))!!!
:-*