A casa nostra, nelle Marche, c’è un piatto che a maggio, secondo tradizione, compare a tavola, suscitando come spesso accade per i piatti che appartengono alla famiglia, un misto di entusiasmo, curiosità, soddisfazione e anche stupore.
Questo contorno semplice e buonissimo, viene tramandato in casa nostra con il misterioso termine “fagionata”.
Perchè si chiami così, nessuno lo sa. Io e mio papà avevamo innocentemente capito “fagioLata”, e altrettanto innocentemente ci chiedevamo cosa c’entrassero i fagioli in tutto ciò (in effetti niente).
Ho scartabellato un po’ su internet, e al momento, “fagioNata”, non pervenuto.
In attesa di intervistare anche le zie, chiedo a voi se vi suona qualcosa (oh, può essere tutto, anche che il nome sia frutto di invenzione-rivisitazione-aggiustamento linguistico nel corso degli anni), e intanto vi trascrivo la ricetta, così come detta a tavola da mamma.
Quello che è certo, è che questo piatto venga dalla tradizione di casa, dalla cucina di mia nonna.
Altrettanto certo è che questi piatti meravigliosi mamma me li prepara per cena, e spesso passano in cavalleria quanto a foto e quindi anche post. Ma stavolta no, stavolta non potevo resistere. Ne ho “rubato” e messo da parte un piattino, proprio quello che vedete in foto, in modo da fotografarlo il giorno successivo con la luce, con, anche, la complicità di mia mamma, in una scenetta che recitava più o meno così:
“dammi più foglie, guarda, io ti regalo due coste… no aspetta, anche un po’ di rosso, lasciami due pomodoretti, e anche due fave intere ecco, vabè ci siamo, adesso puoi mangiare” ;-P
Ecco, le ho rubato il piatto in tutti i sensi… quello che mi consola è che la mattina dopo lei ha cucinato la mia amata carbonara vegetariana con fave e finocchietto selvatico! (almeno un po’ mi sono sdebitata ;))
Contorno di fave e bieta (detto anche, inaspettatamente e misteriosamente “fagionata”
ingredienti per 4 persone
700 grammi circa di bieta (un mazzo)
800 g circa di fave in baccello
1 pomodoro ramato
1 scalogno o una piccola cipolla dorata
1 pezzetto di peperoncino
olio extravergine d’oliva, sale
Mondare e lavare la bieta, poi lessarla una decina di minuti o fino a che non è morbida ma non sfatta in abbondante acqua salata.
Pulite le fave togliendole dal baccello, tagliate loro il cappuccio con un coltello, poi sbollentatele per un paio di minuti per eliminarne il tegumento.
A parte, scottare in abbondante acqua bollente, per un minuto, il pomodoro ramato dopo averlo inciso a croce, poi spellarlo, liberarlo dai semi e tagliarne la polpa a dadini.
In una padella fare un soffritto con lo scalogno tritato e un filo di olio; aggiungere prima il pomodoro e il peperoncino tagliato a pezzetti, poi il resto delle verdure, e lasciar cuocere a fuoco dolce per altri 8-10 minuti, aggiustando di sale verso fine cottura.
Servire caldo o tiepido come contorno.
NOTA. Prima di mettervi a cucinare, aspettiamo che mamma revisioni la ricetta ;-P, intanto, se volete farvi quattro risate, ecco a voi il link della mia intervista in diretta, lo scorso venerdì, con Daniela Lami e Max Occhiato, su Radio InBlu.
Poi mi dite eh? :)
emanuela
Buon giorno meraviglia mia…
E’ proprio inutile, per quanto provi io qui devo proprio passare sennò non sto bene..
Allora qua nel nord delle Marche, diciamo fino verso Urbino (o comunque tra per lì) esiste un piatto simile a questo chiamato “baggiana” che si prepara proprio con le fave, soprattutto quelle grosse e dure, magari quelle un po’ avanti diciamo, le bietole e l’aglio fresco la parte verde (che in dialetto ha un nome ma ora mi sfugge); il perchè si chiami così non me lo chiedere, ma sicuramente il termine “baggianata” deriva per seconde vie da questa ricetta qua..
Mia nonna non la conosceva e nemmeno me l’ha mai preparata (ma lei è stata un po’ zingara, scappata di casa molto presto nemmeno maggiorenne verso Milano, e quando era a casa, da piccola si occupava degli animali prevalentemente), e quindi non la conoscevo come ricetta tradizionale; poi un giorno mentre parlavo colmio amico spacciatore di verdure,mi ha detto .”.vuoi le fave per la baggiana?” ed io l’ho guardato un po’ stranamente, pensando chissà che roba fosse… e così mi ha spiegato la questione, dicendomi tra l’altro che in Urbino gliele richiedono proprio le fave quelle grosse e dure, per sta baggiana qua..
Ecco il mio miserimmo contributo favesco per la questine..
Le nonne hanno dei segreti meravigliosi.. sono i più bei scrigni che io conosca… e la mia mi manca un sacco… ne sapeva un botto…
vaaaaaaaabbè…
con sto tempo comunque ci sta una mezza minestra che però si mastica pure, eh?!
Bene..oggi sono stata anche brava che non mi sono dilungata tanto…almeno qui..hihi
ti abbraccio fortissimo…
grazie di cuore per tutto..
Manù
Rossella
Ahahhh ma che carina!
Mi piace questo contributo! ❤️