Buongiorno e buona settimana!
Non ditemi che vi sentite come me, ovvero già provati dall’inizio anno e tutti intenti a trovare il bandolo della matassa (come si accennava qui giusto una settimana fa) per capire come prendere il toro per le corna e non farsi sopraffare dalle mille cose quotidiane.
La coda del 2016 è stata davvero una di quelle codastre fastidiose e difficili che spruzzano fuoco e fiamme da ogni parte.
I soliti impegni, il solito stress (che molti di noi conoscono) di fine anno (e che più passa il tempo e meno mi va di subire ;)), le solite corse.
Al tran-tran si sono aggiunti, lo scorso autunno, sfinenti appuntamenti dal dentista, innumerevoli trasferte a Milano e, nel bel mezzo di un paio di consegne fotografiche, anche un simpatico incidente alla caviglia che mi ha costretta con le stampelle per alcuni giorni e zoppicante, e non troppo in forma, per altri.
Ora, soprassedendo sulle innumerevoli pacche sulla spalla di persone che mi hanno detto “così finalmente ti dovrai fermare” (come se uno fosse indaffarato per sua velleità o solo per attitudine, e non, come spesso capita, per buona parte, per necessità), e sul fatto che molte categorie di lavoratori purtroppo non hanno la cosiddetta “malattia”, per cui di “fermarsi” non se ne è proprio parlato, devo dire che questa esperienza mi ha insegnato tanto.
Come prima cosa, e questo vale assssssssolutamente come buon proposito 2017, ho capito che devo sacrificarmi un po’ di meno, e organizzarmi un po’ di più.
Pppperò, non voglio rinunciare a quello che mi piace, e, porcavacca, cucinare e fotografare mi piace troppo, quindi trovare il giusto equilibrio tra le varie cose sarà il tema dell’anno che verrà (scusate lo ripeto da una settimana , ed in effetti altro che buoni propositi o buone abitudini, questo pare proprio un mantra, ma chissà che non funzioni!) ;)
Le foto che vedete qua sotto fanno parte di un menù che ho elaborato, cucinato e fotografato per il numero di Fiorfiore in Cucina di gennaio (lo trovate quindi in tutti i supermercati Coop proprio in questi giorni e per tutto il mese!), e mi piacciono tanto, perché come tutte le foto che scatto, mi parlano di quello che c’è dietro e sono per me un concentrato di ricordi (in questo caso recenti, ma spessissimo anche lontani).
Per me una foto è infatti come un segnalibro del tempo, e ad essa riesco a collegare calendari, momenti, sensazioni del periodo in cui l’ho scattata).
Insomma a causa delle peripezie e i contrattempi di cui vi accennavo sopra le foto di questo servizio sono state scattate non in uno, né in due, ma in ben tre luoghi diversi (e in buona parte con stampelle al seguito! ;)).
Mentre per i cibi come altre volte è capitato mi sono barcamenata tra il Lazio e le Marche, per la foto di apertura del servizio (che è quella che vedete qua sopra, in alto a sinistra), devo ringraziare la nonna Francesca di Ca’ De Memi, l’agriturismo a Piombino Dese (e di cui presto vi parlerò meglio) dove a metà novembre io e Giulietta abbiamo tenuto il nostro ultimo workshop di food fotografia.
- Dovete sapere che a me le foto di apertura di un servizio mettono sempre un po’ di pensiero. Non so perché. Se è un paesaggio (per dire), bon, quello è come madre natura lo ha fatto e tocca “solo” scattare e stop. Se è un piatto, te lo cucini e intanto hai tutto il tempo per metabolizzartelo quindi in un modo o nell’altro si “svanga”. Ma se è un “istante”, per di più a tema (e quindi possibilmente di volta in volta diverso ;)), non so, mi mette pensiero.
- Il giorno prima del corso a Piombino Dese ero “sparsa” per l’Italia, o meglio lo ero da un paio di giorni prima, e non avevo il tempo materiale di rientrare a Roma, quindi Ca’De Memi con somma bontà e disponibilità e generosità mi hanno accolta con un giorno di anticipo su a nord. Venivo da Ancona per i malefici crediti formativi dell’Ordine degli Architetti e sono arrivata sfinita, nottetempo, a Padova. Il venerdì ho lavorato, nella pace di quel posto meraviglioso, e con Elena e Michela abbiamo sistemato le ultime cose prima del corso in attesa di Gulia e Tommaso.
- A pranzo ho conosciuto la nonna Francesca (ed è stato amore a prima vista). Una nonna davvero speciale, premurosa, intelligente, di quelle che vorresti tornare ad avere 9 anni solo per stare al calduccio della sua cucina a fare i compiti mentre lei rassetta dopo il pranzo. Così tanto che una specie di compiti li ho fatti davvero, nella cucina di nonna Francesca… Ho chiesto se potevo starmene un po’ lì con la macchina fotografica e ho deciso di provare a fotografare il suo forno per il numero di gennaio del magazine di ricette Coop, tutto dedicato alle ricette al forno! La foto mi piace tanto, perché è esattamente come stava la sua cucina in quel momento (immaginatala tutta affaccendata a dire “ti serve un canovaccio? tolgo le pentole?” ed me che rispondevo “nononooo! va benissimo così!”). Un attimo di una cucina (così come le teglie della mia mamma nell’altra foto di apertura (pare-pare come le ho cacciate dal mobile, dato che stava facendo buio e di tempo per acchitare non ce n’era)…
Allora, per oggi vado con l’enumerarvi il menù completo che trovate, come vi dicevo, sul numero di gennaio della rivista Fiorfiore in Cucina (distribuita in tutti i supermercati Coop), e in settimana (ma già da domani mattina!), un paio di ricettuzze per intero (che poi sarebbero quelle che non trovate qui in foto ;)) ve le scrivo anche qui… <3
Serena | SereInCucina
Aspetto gli ziti. Un bacio casalingo!! ❤
rossella
Cacchio è vero!
Tu che sei nordica chiedi ziti, io che sono mezza meridionale ho scelto timballo di riso..
Ahahh, è sintomatico credo… curiosità gastronomico-territoriale… ;-)
Buona giornata tesori… (ehm, ma si può dire "cacchio"? Così, come primo commento del giorno e della settimanaaaa????!)
Anonimo
oh, Santa Barbara!
allora piglia carta e penna che ti sparo il menù…
SFORMATINO DI SPINACI (che è troppo bello dritto così vien voglia di pigiare il ditino);
GLI ZITI COI POOMODORI E LA MOZZARELLA
IL POLLOOOOO VOGLIO IL POLLO POLLO POLLO…
e poi se devo metterci un dolcino quella robina al cioccolato coi pepper mi ispira…
detto questo…mi dispiace un pochino che quella cucina verde bellizzima non sia tua, perché sarei già li a smontartela pezzetto per pezzetto e portartela via, ma dato che è DE NONNA.. NUN SE TOCCA,
direi che E' GIUNTA L'ORA DI VOLER PIU' BENE A ROSSELLA quindi ripetere nella mente "io mi voglio bene, nun posso schiattà…." si si si.. come un mantra come un mantra.. oppure come una poesia da ripetere a voce alta nella cucina di nonna mentre lei finisce di rassettare .. vorrei pure entrare dentro il mobile de mamma tua assieme a quelle teglie di alluminio e salutare mentre scatti la fotina… si si si… direi che vorrei essere proprio come un piccccolo moscerino che ballando il valzer ti accompagna e poi si trasforma nel grillo parlante, ma solo per scivolare cantando "fa 'na fischiatina" (perché lungi da me dal voler essere grillo parlante nel vero senso del termine..me ce vol ma me!)…
ecco ecco ecco..allora spettiam le ricette….
aaaaahh io fatta la brioche-pane.-con impasto bagel, ma senza treninooo bellaaaa.. mi spiace tagliarla….
baci baci baci..
manu polpetta! ;)
rossella
Vedere-vedere!
Che bello ricevere il tuo commento del lunedì, io tanto per cambiare sto congelando alla fermata dell'autobus da tre quarti d'ora, hai voglia a mantra, ma vabe', soprassediamo.
Ti avevo detto che nella recita di terza elementare avevamo fatto Collodi??? Pinocchio… e indovina che parte avevo… ;-P
Anonimo
ahahah.. non ci credo… "Fa' 'na fischiatina?! (il fiù che sarebbe il fischio non lo scrivo che sta brutto,…ahaha) mo' mi attrezzo, preparo il mio set fotografico (ahahahaaa) e cerco de fa 'na foto per il verso….;) petta ….quelle due ore.. eheheee–….:) Dioooooooo.. il mio grillooo…
Anonimo
ehmm nun so perché ma è sparito il mio commento di prima.. in risposta a sto qua.. vabbé allora provo a caricarti le fotine..
ehm.. ehm ehm……
rossella
È venuta benissimo!!! Come già ti scrissi ;)
Ma senti, sarebbe l'impasto bagels cotto al forno senza la "previa-lessatura"???
Anonimo
buon giorno! brava cucciola.. proprio proooprio così…è l'impasto bagels del post, che dopo la prima lievitazione ho praticamente "lavorato" (nota le virgolette hihih)a filoncino come la pane-brioche all'uvetta e avena (non sfogliata)e schiaffat nello stampo a lievitare fino raddoppio (dai quelle due orette), poi spennellata con acqua e miele e cosaprsa di semini e poi cotta secca,,, tiè!
rossella
Te ne farai diventa' matta, co'ste "ibridazioni" di ricette, sei "peggio" di me!!! <3 ;-)
isabella
Solidarietà massima per la caviglia incidentata e l'assenza di mutua, da una che di suo appartiene a un'altra categoria di architetti (bistrattata anche la mia, ma forse un po' meno) ma che ha in casa un amato rappresentante degli architetti con partita IVA. Un abbraccio forte.
ah, le foto sono STUPENDE. Come sempre.
rossella
Noi rappresentanti di categoria abbiamo bisogno di cure amorevoli, quindi sono ben contenta che il collega abbia te, che pure sei collega!!! ;-P
Grazie mille Isabella per il complimento, -di lunedì, a gennaio, con pioggia, aiuta anzicheno! ;-)
ioechiaramella
Ciao Ros…
quando ti leggo mi succede una cosa strana. Cioé: io guardo le tue foto e mi sembrano così belle, così perfette…poi leggo e capisco che le hai fatte in luoghi diversi, magari con un sacco di difficoltà, utilizzando quello che hai a disposizione in quel momento…e allora penso "Ma come fa?!?" Io per fare le foto devo avere tranquillità, le mie cose a portata di mano…insomma sono un po' così, un po' metodica (nel senso brutto della parola)…. Tu sei fantastica a fare tutto così, pensando anche al tuo lavoro di architetto, sempre con la valigia…Hai una energia assurda…Lo so che lo fai anche per necessità e non solo per diletto, ma comunque a me la prima cosa che viene da dirti non è "…così dovrai fermarti…" ma è "…se puoi fermati un pochino ma comunque tanto di cappello per quello che riesci a fare!"…
Ti abbraccio e aspetto con trepidazione le ricette…
Chiara
Anonimo
vero chiaretta che si deve tranquillizzare un pochino?
rossella
Ahahh, grazie pupette, e non temete, in genere quando arrivo a scrivere qui la burrasca è bella che passata (più che altro quando vedete che latito… eheheh, direi che sta lì il QUIBUS!).
Ad ogni modo come dicevo lunedì scorso, "stiamo lavorando per questo!"
Però badate, sì, mi stanco, ma ho anche messo a fuoco una cosa, ovvero che non è tanto l'amata fotografia a farmi stancare, ma il fatto che sia inserita in un ménage lavorativo in ufficio pressoché full time! (E per fortuna! Aggiungo.. ;))
Il resto fa scopa con la mia attitudine nomade (e a cazzotti con quella casalinga, che so' gemelli e non vogliamo farci mancare nulla, quanto a attitudini diametrali), e col fatto che le condizioni fotografiche ambientali mie standard non sono poi così comode…
Sai cosa mi viene in mente Chiara? Una specie di barzelletta di qualche tempo fa… o come si dice? Una "freddura"..
Di quella tipa a cui chiesero perché portava scarpe più strette del suo numero di piede e rispondeva "perché sapessi che sollievo quando le tolgo!!!".
Ecco, è in un certo senso così: quando ho iniziato (come ora!) avevo una passione così forte da continuare nonostante le difficoltà (nulla di impossibile, ognuno ha le sue ma ce ne sono sempre un po' sparse a piacere, no? ;)).
I risultati non sono arrivati subito, di conseguenza, ma fotografare "scomoda" unito alla mia incontrollabile "tigna" mi hanno permesso di fotografare (e cucinare!) adattandomi un po' ad ogni condizione…
Ecco qua! Aiuto, il post nel post!
Ma sei tu, Chiara, che ogni volta è come una chiacchierata sul lungomare… ❤️
Ciao belle e grazie!
È proprio questo che mi piace di postare… chiacchierare! (Vero Manù? ;))
Anonimo
chiacchierare uuuuhhh quanto me piace! vedi che ore sono e già sto qua a sproloquiare!
certo che mettere le scarpe piccole perché da gusto toglierle.. ooh santa vergine!
rossella
Ahahh, é una vecchia battuta che non ricordo benissimo, e nel mio caso non è una scelta, ma devo dire che l'effetto "togliersele" è quello!!! ;)
ioechiaramella
Eh si…che bello pensare alla chiacchierata sul lungomare…un ricordo stupendo…sarei stata ore e ore a tempestarti di domande…e tu- troppo carina – a rispondere con pazienza…
è bello il fatto che tu abbia perseverato…mi dà coraggio…perchè io a volte, essendo soggetta a sbalzi di umore, talvolta finisco per mollare…ma stavolta no. Cucinare e fotografare è troppo bello…e per fortuna che anche il mio compagno è sempre lì per me, pronto a darmi coraggio e fiducia e a dirmi che devo continuare. Non è che aspiro a chissaà cosa…vorrei riuscire a fare bene le cose…bei piatti belle foto. già questa sarebbe una grande soddisfazione.
Ti abbraccio