Allora,
non è che io dal mare mi sia riportata solo un cesto di fichi e quell’aria dannatamente romantica di inizio autunno che si respirava nello scorso post, eh? ;-P
Io dal mare mi sono riportata anche una certa idea di piada.
La piada, la piada…
Sono secoli che voglio prepararmela da me, tanto che mi ero già selezionata la mia ricetta di riferimento a botta sicura (eheheh), e avevo già fatto quelle mie solite due-tremila annunciazioni a Marina de La Tarte Maison, cominciando a chiedere consigli etc etc.
Quello che mi inibiva, oltre ad una sostanziale e cronica mancanza di tempo (non che ce ne voglia molto per “fa’ du’ piade”, ma quando sai che vorresti metterla a tutti i costi nel blog cominci a fare calcoli di luce, di tempo, di ripieno, di foto, insomma cose così che se sei già bella carica di altri ti allontanano forse anche ingiustificatamente dalla semplice esecutività domestica…) era la questione testo.
Provare un testo romagnolo, prima ancora di accattarlo per non incorrere in errori, mi pareva una discriminante importante (certo che è proprio vero che l’ottimo è nemico del buono, quante ne volevo per provare a fare una piadina???), quindi insomma, tra una cosa e l’altra, passava il tempo e ancora niente…
Poi, la casa al mare e il set di pentole che ho avuto la fortuna di trovarvi a corredo.
Arrivo e guardo tutta innamorata la cucina, e aprendo sportelli e stipetti, trovo un testo. Un teeeeestooo!
Automatica scatta l’operazione piada, i due-trecento messaggini alla paziente Marina, e faccio le mie prime prova utilizzando la sua ricetta dei cassoni con le rosole .
Ovviamente questo è stato il giusto coronamento del mio “accelerato corso di cucina romagnola” di cui avevamo già chiacchierato in occasione dell’uscita del libro di Maria Pia Timo
lo scorso giugno, e tra me e le piadine è scattato una sorta di amore a prima vista.
Risultato?
Appena rientrata a Roma, fatta di nuovo in una versione alternativa (della serie avevo una preziosissima farina bio di quinoa che non volevo far “passare”), e adattandomi con la mia padella Lodge in ghisa .
Ahò, buonissima!!!
piadina alla quinoa
ingredienti per 6-8 piccole piade
300 g di farina 0
bicarbonato.
tiepida (io inizio con 120 grammi e aumento pian piano, a seconda della
capacità di assorbimento della farina che sto utilizzando, in questo caso sono
arrivata a 160 gr in totale: il risultato finale deve essere sodo) e cominciare
a sciogliere lo strutto nell’acqua incorporando poco a poco la farina.
pasta.
riposare per un’ora cira a temperatura ambiente coperta da un piatto.
parti.
in ferro o in ghisa ben caldo (dalla mia piccola esperienza vedo che è importante
che la padella abbia una buona inerzia termica), farcire con la rucola, lo
stracchino e i semi di lino e servire subito.
Questa piadina è molto molto buona: il sapore croccante, deciso e leggermente tostato che le conferisce la quinoa me ne ha fatto innamorare: ora la usiamo anche spezzettata a spicchi dentro le insalate… e siccome la farina di quinoa cosa come la polvere di plutonio… sono nella fase dell’autoprodizione tritando finemente i chicchi (che costano “solo” come la polvere di uranio ;-))… Alla prima prova che faccio con questa farina un po’ più grezza vi aggiungo una notina qui in coda sul post, per chi fosse interessato!
baci baci e buon finesettimana di ancore estate… tra l’altro una piadina non ci starebbe un gran bene??? :)
Patalice
a giugno siamo stati a Milano Marittima… non c'è che dire, i romagnoli la fanno meglio
Manuela e Silvia
Ciao! decisamente originale la tua piada! senza il testo ok, ma vuoi mettere la particolarità di questo impasto??? Fresco e cremoso il ripieno, così come dev'essere!
Brava..un ricordo dell'estate proprio sfizioso ;-)
Anonimo
ma Rossi, sei tornata qui in Marche di nuovooooo?
hai ragione sul costo….
la quoinoa costa tanto tanto…. potremmo provare col grano saraceno o l'avena…
:(
io macino sempre i chicchi.. segale, avena, farro e orzo…
Manu. …. (se mi firmo manu capisci che sono Emanuela, vero?)
però è da provare! ;)
rossella
Manu… (certo che ti riconosco, anzi "Manu" è perfetto, capisco subito che sei tu!) nono, l'ultima volta è stata quest'estate… :)
Marina
Ahò! Mi fai morire :D
La piada è uno stile di vita, una filosofia non solo una ricetta (che poi ce ne sono così tante). Questa tua versione ha un tocco tutto "Vaniglia" style con quinoa e semi di lino.
E che l'estate ci accompagni sempre, almeno un pochino.
Buon fine settimana mia cara amica
rossella
Mari, rifatta ieri sera quinoa, riso, kamut e 0 bio. Ormai "sto a rota" ;-)
Poi aggiorno anche il post, troppo bbuóna! :)
Baci baci, buon we anche a te, io ho la macchina fotografica bloccata in assistenza e sai che ti dico? È un po' una pacchia! :)
Serena | SereInCucina
Ok ci sto. La piadina è top d'estate. Di qui questa sera passa pizza lievito madre Home Made surgelata: è un po' come avere le pizze nel cartoccio da passare in forno. :P perché causa panzerotta sono riuscita solo a fare del pane di semola e una crostata di riso e mais, del tipo che se la Trifola per caso decide di nascere oggi non ce la faccio. :) :) :) va bene passerò di nuovo da queste parti, dai, mi hai convinta!!! ❤️❤️❤️
Elisabetta Stopponi
Quanto ti capisco, cara…per me estate=piadina, anche senza passare per la Romagna!Ma sai che ho scoperto (forse) di avere un testo, anzi due, di terracotta?? Devo metterli a frutto al più presto, anche se, ad essere sinceri, alla quinoa non avevo mai pensato ;-)
rossella
Elisabettaaaaaa!!!!!!!
Nooo, non ci credo, è quello che sto cercando io!
Sono verde dall'Invidia ;-)
rossella
Sere, se Trifola ancora non scalpita a breve anche il sorbetto al mango… ;-)
Viva l'estate!!!
Patalice, come dice Marina (perfetta sintesi Romagna-Marche) la piadina è una filosofia di vita… Che a me piace assai tra l'altro!!!
Frau Fra
Io non ho mai provato a fare nemmeno la versione normale della piadina, devo proprio rimediare! Però a me non ricorda solo l'estate, con una bella salsiccia dentro mi sa tanto anche di autunno! Insomma, piadine a tutte le stagioni!!