Buongiorno e buon anno a tutti!
Eccomi qua che con un po’ di ritardo, (come l’anno scorso d’altronde ;-P) rispetto ai canonici propositi di ripresa dopo quella che per me è ultimamente l’unica vera pausa dell’anno (le vacanze natalizie) torno a fare capolino tra queste pagine e a curiosare di nuovo tra le pagine delle blogger amiche, nelle riviste di cucina, nelle cucine vere e proprie e nei libri di ricette.
Come dicevo l’anno scorso nel post appena citato infatti, ci metto sempre un po’ a riprendere i miei “soliti ritmi” serrati (, incasinati) e appassionati, e a tornare qui, in una stanza di casa che ne racchiude sempre più d’una e all’occorrenza anche qualche “camera con vista”, e a volte anche direttamente spazi aperti.
Si comincia sempre con qualcosa di semplice, dicevamo.
E il bello è che ciò che è semplice è anche capace di veicolare abbastanza facilmente (almeno per me) riflessioni profonde.
L’anno scorso il ciambellone della mia mamma per riscoprire (o festeggiare, forse?) i ritmi lenti ritrovati durante le vacanze, quest’anno le amate madeleines e una domanda che sembra essere la mia voce guida, ormai da sempre, quando cucino.
Perché i cibi assomigliano ai luoghi?
Perché sono fatti di luoghi! Rispondo io, e forse qualcuno di voi mi avrà già sentito farlo parlando del libro sulle mandorle, ma molto più in generale del mio modo di sentire la cucina.
A noi architetti insegnano il genius loci, e questo spirito che pervade e caratterizza il luogo è secondo me qualcosa che il cibo, il cibo tipico di un posto, o anche semplicemente il cibo cucinato in un posto, è capace di sintetizzare con grande efficacia.
I cibi dunque per la sottoscritta sono spesso fatti di luoghi (ma a volte anche di “luoghi dell’anima”, e a volte anche di persone!), e a vario titolo.
Come ingredienti, per esempio (e in questo caso si parta di territorio e provenienza), ma anche di colori, e di luce (che poi di fatto sono la stessa cosa ;)), di ricordi, di evocazione e di sapori.
Queste maddalenine qui infatti vengono dal Sud della Francia.
O meglio le ho cucinate a Nizza, il posto in cui sono stata a cavallo dell’anno per riposare un po’ e cucinare (non comandata ;)) e scoprire un po’ il posto, camminando, curiosando, fotografando (“capitombolando” al porto), vacando la spesa al mercato e poi sintetizzando il tutto in cucina.
Per i racconti di luoghi e di cose cucinate (non necessariamente nizzarde, anche se ho intenzioni bellicose a breve in proposito!), se ce la faccio ad ordinare le mille mila foto scattate appunto in giro, o perlomeno quelle delle “duetrecosette” cucinate in quei giorni di riposo, rimandiamo appunto alla settimana prossima, mentre oggi volevo salutare il nuovo anno sul blog con qualcosa che, come sapore, è fatto con mandorle, olio d’oliva e la famosa eau de fleur d’oranger della Francia del Sud (e della nostra bella Riviera Ligure che è lì a due passi, e come aspetto, come essenza, sa un po’ di Francia, di luce nitida e tersa (anche nelle stazioni dei treni!), del giallo degli edifici e come di una antica patina scrostata che sa d’antan.
Come le parola che Proust associa all’assaggio delle Madeleines, che tanto tempo fa avevo cucinato e letterariamente riportato nella loro traduzione in italiano, mentre questa volta, visto che di luce della Francia parliamo, e di genius loco abbiamo accennato, ecco la versione in lingua francese:
A Questo punto non mi resta che trasferivi la ricetta, facile facile, e che probabilmente tutti già conoscete, anche se forse la classicissima è al burro, mentre questa versione qui, come vi accennavo sopra, è fatta con olio d’oliva, mandorle (eheh :)) e acqua di fiori d’arancio.
Ecco a voi, insieme a (come avrete notato) una sagomata di scatti (troppo gasata di avere così tanta luce a disposizione ;)).
Madeleines all’olio d’oliva, acqua di fiori d’arancio e mandorle
zucchero, poi aggiungere le uova e mescolare. A questo punto aggiungere molto
lentamente, a filo, l’olio d’oliva e infine l’acqua di fiori d’arancio, continuando
a mescolare.
frigo anche lo stampo).
stampi (non se sono in silicone), versarvi l’impasto aiutandosi con un
cucchiaino e infornare immediatamente. Mantenere la temperatura a 200°C per 5′,
poi abbassare la temperatura a 180°C e proseguire per altri 5′.
bordi delle maddalene sono dorati (quindi a seconda del forno anche prima)…
*io al momento ho in casa quella di Pietro Romanengo che mi ha regalato la mia amica Sara.
Questa la scena in macchina prima della nostra ripartenza: io che le appioppo tutta la fetecchia che uno si accatta in mancanza d’altro e di tempo specifico se vuole a tutti i costi cucinare in vacanza, tipo acqua di fiori d’arancio del supermercato, lievito di birra disidratato (a pallini, certo che passare dal lievito madre ai pallini è tosta eh? ;)), rimasuglio di farina di media forza (nè forte, ne “normale” tipica farina “da ignavi”), ma almeno bio, così fa le bestia prima… ;-), e lei tutta carina che mi stava dando una bottiglia di vetro di acqua di fiori d’arancio, quella vera..
Ma vabbè, le amiche ci vogliono bene così come siamo… :)
Valentina
Bentornata Rossella e buonissimo anno anche a te! Di certo hai iniziato alla grandissima con questo post: le madeleneis che adoro, Proust che adoro (anche se non capisco mezza parola di francese e mi devo accontentare delle traduzioni!), e i numerosi scatti che si fanno adorare anche quelli tanto sono luminosi, diretti, veri! :) In questo lunedì di letto e di influenza per me, la giornata non poteva iniziare meglio! Un bacio grande! :)
Virginia @ Zucchero e zenzero
Che luce meravigliosa in quella casa! Il cibo e i luoghi hanno un fortissimo legame: ci sono dei sapori che inevitabilmente ricordano un posto a me caro e ci sono dei posti dai quali non vado via senza prima aver mangiato una certa cosa.
Cucinare nelle case di vacanza è una delle cose che amo di più… Se poi lo scenario è Nizza possono uscire solo cose buone! Le madeleines che hai preparato racchiudono tutto il sapore di questi posti a me cari.
Buon anno cara Ross e bentornata!
Simo
…che altro posso dire se non…meraviglia!….ho letto d'un fiato il tuo post!
Buon inizio settimana, ti abbraccio
barbaraT @ pane-burro
non mi vorrai mica dire che quel telo di lino meraviglioso l'hai trovato nella casa???? meravigliosissimo post, adoro nizza e non vedo l'ora di vederla attraverso i tuoi occhi..
le madelaines non so perché non mi sono mai piacute tanto, le ho sempre trovate un filino troppo asciuttine e compatte (magari sono solo capitata male..) ma le tue sono belliZZime… va che luce in quella casa!
Juls
Bentornata! attendevo questo post, sapevo che sarebbe stato così, leggero, luminoso, fresco, come i nuovi inizi!
rossella
Buongiorno a tutti!!!!!!
Barbarella. Ehm, ecco… ERA la tenda.
Simo. Poi a pranzo lo aggiusto, qualche refuso e qualche link mancante :)
Virginia, ecco! Allora tu capisci me che imbarcato valigia con teglia A/R!!! ;-)
Vale cara..
Come l'influenza!? Mannaggia, un tè caldo con maddalenine quanto farebbe bene ora????
Valentina
Farebbe super-benissimooo! :-* :-)
rossella
Giuliettaaaaaaaa!!!!!
Giuliettina mia!
La luce della Francia del Sud, che meraviglia… <3
barbaraT @ pane-burro
era nel senso che te la sei portata via, VEEEEROOOO???????
:-)
rossella
ahahhah, allora, già monsieur Patou sconvolto per la mia salute mentale quando ha realizzato che mi ero portata la polvere di pistacchio da casa per fare le capesante del 31 dicembre…
quando tipo il 2 ha visto che "uscivo" la teglia delle maddalenine dalla valigia ha cominciato a scuotere la testa… avevo finito i bonus pazienza per dire "che dici lasciamo la caparra e ci portiamo via le tende?", ma sarebbe stata una grande idea bebi <3
Alem
Le devo provare. sono appena tornata da marsiglia e non mi tolgo dalla testa il profumo di fiori d'arancio e della pasta di mandorle :)
isabella
"Genius loci"…io ti AMO alla follia!!!!
(Ehm…è che sono architetto, e sulla questione del genius loci è sempre scontro con quelli che non sanno di che si tratta).
rossella
*Isabella!!!!
Eheheh, è dura quando viene meno l'ABC della comprensione reciproca.. (così come è bello quando c'è! ;))
maisoncremeuse
Buon anno!!! Adoro la Francia.. e le mille sfumature senza tempo che assume la sua luce.. Ogni cibo è un luogo.. un profumo.. un ricordo impresso nella nostra memoria.
rossella
*maisoncremeuse e *alem: ma, siamo tutte innamorate della Francia qui???? ;-)
elenuccia
Che foto stupende. Tutte. Quelle dei palazzi e quelle in casa. In effetti la luce era davvero perfetta. Come perfette sono queste madeleines. E' la prima volta che vedo una ricetta con l'olio al poto del burro
rossella
*Elenuccia, ma allora devi vedere LA ricetta per eccellenza con l'olio al posto del burro!
È il panettone olio mandorle, agrumi e Grand Marnier del libro!!! ;-)
Francesca Cimarelli
Hai ragione, il cibo è fatto di luoghi dell’anima. Ed è così che preparando la mia marmellata con zenzero e cannella la mia mente sia volata in Provenza, in un piccolo paesino, dove non c’era granchè ma era in una posizione strategica per tutti i miei spostamenti. Ho alloggiato in un vecchio convento trasformatosi in b&b dove la mattina servivano delle colazioni da sogni, con barattoloni di marmellata con dentro cucchiaini lunghssimi. Le mie preferite erano quelle all’arancia e alle susine mirabelle (che spero di trovare anche in Italia quando sarà stagione). I ricordi, i luoghi e le persone, secondo me sono alla base della nostra passione per il cibo. Ed è questo che trasmette quella che semplicemente si chiama “emozione”.
Un bacio
rossella
*Francesca che bello questo tuo commento. È bello come un intero post!
Grazie…
Giulietta | Alterkitchen
Ecco, le madeleines all'olio non le ho mai fatte, ma sarà solo per pochissimo. Ora che le ho viste, e pure con mandorle e fiori di arancio, non posso resistere!
rossella
*giulietta io in vacanza ne ho fatte due tipi. Anche sl pistacchio con l'olio di pistacchio al posto di quello d'oliva.
Sarà stato che in quelle sl pistacchio ho messo un filino di lievito in più, ma erano più soffici.
Eppure, io sono sicura che la consistenza giusta (e la forma più compatta lo confermava) sia quella delle maddalene all'olio d'oliva (o, più esattamente, con meno lievito).
Esattamente come dice Proust, da lasciar ammorbidire nel tè….
Elisa Betta
Tanto per capire meglio: ma questa stupenda acqua di fiori d'arancio si vende solo in Francia, oppure si può trovare anche qui da noi, senza il rischio di farsi appioppare quelle robacce 100% sintetiche che l'arancia l'hanno vista solo in foto? (ho dichiarato guerra alla vanillina, sappilo :-P ) Lo stampo per le madeleines mi manca, ma se riesco a mettere le mani su quest'eau d'oranger la fougasse non ha scampo! ;-) Un bacione!!