Sto andando un po’ in giro.
Immagino si sia capito, per chi legge, o quantomeno per chi vorrebbe almeno un po’ leggere questo blog.
Mi muovo de qua e de là.
Ed è difficile tenere il filo, a volte.
Della spesa di casa e delle ricette del blog. Dei biglietti del treno e della miriade di caricabatterie da portare con sè.
Sì perché anche se sono in giro il pc è sempre acceso e il contenuto è sempre quello. Foto. E foto di cibo.
Che prima o poi, in un modo o nell’altro, in questo blog arriveranno…
Solo che quel filo a volte si aggroviglia, e altre semplicemente per dipanarsi ha bisogno del suo naturale tempo, e quindi, intanto, nell’attesa che i vari fili diventino, che so, un bel maglioncino, o anche “solo” una sciarpa confortevole, tra un viaggio e l’altro, tra un lavoro e l’altro, riesco a condividerle con voi alcune di queste foto, partendo da molto vicino, dato che a volte alcuni viaggi sono dei veri e propri “giri dell’orto”, esattamente quelli che ti fanno scoprire bellezze sconosciute dietro l’angolo, o anche solo, guardando bellezze conosciute con il magico occhio della macchina fotografica, te le fanno scoprire fino all’ultimo riflesso di luce e all’ultimo zampillo di acqua.
Insomma oggi, tra un viaggio ed un altro, e tra un silenzio ed un altro, si inaugura una nuova tag del blog: Vaniglia Travelling!
Ci mettiamo dentro i viaggi e le scoperte di cibo, di vini, di storie, di paesaggi e territori che la sottoscritta va facendo in giro, a cominciare da quelle dietro l’angolo, ovvero da Roma!
Sì perché indagando il tema dello street food nella capitale, in mezzo a mille scoperte interessanti, sono approdata a qualcosa che non è una vera e propria scoperta, perché è un posto che conoscevo già, pur non avendo avuto mai modo di andare.
Però siccome le gambe della sottoscritta non le guida la tasta ma la macchina fotografica, ecco che finalmente, e solo di recente, mi sono spinta fino a via urbana n.126, e ho conosciuto di persona Tricolore e Veronica Paolillo!
Il locale, aperto ormai da qualche anno e riformulato di recente (prima accoglieva anche le postazioni per corsi di cucina), è meravigliosamente “concentrato”.
Concentrato come spazio, come gusto e come persone.
Tutto è raccolto e nulla casuale, dai colori, agli odori ai sapori.
E tutto sembra partire dal mio cibo preferito, dal punto di vista della preparazione: il pane, che viene preparato con farine bio da Veronica e la sua brigata in questo posto piccolo e senso, come dicevo.
I panini (e sto ancora parlando “solo di pane”, per capirci), sono tutti perfetti, non solo come consistenza e come sapore, ma anche di quel “perfetto” che piace a me, ovvero quello che va bene in quel momento e per quel cibo, direi quasi per quel “piatto” (e qui inizio a parlare del “panino finito”, del panino farcito).
Le ricette sono curatissime, io sono rimasta incantata dagli accostamenti di sapori (che partono da quello del pane, che mai copre e mai è coperto, e sempre accoglie), dalla scelta della materia prima, dalla molta tecnica e dalla ricerca molto vicina all’approccio dei ristoranti (di qualità!).
La carta mi ha lasciata di stucco: ho assaggiato il panino al thè Matcha con hamburger di granchio reale e maionese piccante (la foto del panino verde che vedete sopra), e poi l’hotdog con farina di segale, strutto della cinta senese, cipolla rossa e senape, che vedete subito dopo la foto citata e in dettaglio qua sotto.
I panini “gialli” sono invece quelli di patate con guancia di Fassona brasata, che ho potuto fotografate durante la preparazione (ma che possono vedere tutti perché avviene davanti ai clienti, sul “passo”), mentre subito qui sotto (io sempre lì “azzeccata” che fotografavo) panino al nero di seppia con hamburger di battuto di arzilla e panatura di segale e acciughe con germogli di broccolo.
In ultimo (sciccheria delle sciccherie), ho potuto fotografare l’esecuzione al momento del pane al mais con oeuf poché (di gallina livornese di Paolo Parisi) al tartufo.
Io a questo punto non posso fare altro che ringraziare i padroni di casa per la loro ospitalità (entro, poso le borse, poso gli obiettivi, comincio a sporgermi ovunque con la macchina fotografica, nonostante fosse la prima volte che mi vedevano… ;)), ricambiandoli con la mia su questo mio piccolo spazio, come spesso accade quando per lavoro mi capita di fotografare cose cibi luoghi e persone che mi colpiscono e che entrano a far parte delle mie “storie di cucina”.
Nella fattispecie un grazie a Veronica, che non sa nulla di questo post e che ha fatto di tutto (ehm, a volte invano!) per schivare il mio obiettivo, e a Christine, che mi ha prestato le mani per le foto.
A me, chevvelodicoafare, è venuta una gran voglia di panini, di farli, intendo, oltre che di mangiarli, e mentre sto scrivendo questo post (che è domenica e come al solito sono invasa dal mio lavoro di paperinik-fotografa, ovvero quello che occuperebbe una settimana e che si concentra di notte e nel week-end), ci sono dei graziosi rotondissimi paninetti che cuociono in forno.
Incrociate le dita che se tutto va bene al prossimo post li vediamo! ;)
Pamy
io adoro i panini!! e poi questi sono signori panini, fatti con passione e amore!!hai fatto venire una gran voglia di panino anche a me;)
valerita
Che belle foto: è valsa la pena aspettarle nei giorni scorsi:) La prossima volta che verrò a Roma, andrò senz'altro da Tricolore. Questo post mi ha fatto anche venire una gran voglia di panificare nonostante il caldo in arrivo!
rossella
Valerita questo della voglia di panificare a maggio è un mistero. Ci credi che a me non sta bastando la pasta madre???
Luisa Piva
mamma mia.. potrei trasferirmi in un posto del genere? come sei riuscita ad uscire da quel posto meraviglioso?!?!?
rossella
Luisa, non lo so. In effetti ho impiegato un po' tropo tempo a farlo… ;)
Riso Mandorlino
Post molto bello e coinvolgente, parole e foto piene di sfumature … tutto bello insomma!! Brava Ross!;)
A proposito: era il giorno di cui tu sai?!
rossella
Lilianetta, sììì!!!!
Parte esattamente da dove ci siamo salutate noi!
(io stanca morta e zero tempo, devo chiamarti ma non ho nemmeno le idee troppo chiare su quella cosa…)
Elisa Betta
Fantastico!! Non vedo l'ora di seguirti in questo viaggio virtuale.. e chissà che non possa divenire realtà un giorno?.
rossella
Elisa sì, e guarda, è così vicino al centro e a termini, e in una via così bella "da camminare", che sarà facile diventi realtà… :*
panelibrietnuvole
E io che il panino l'ho sempre preso un po' sottogamba, con aria di sufficienza…questi sono veri e propri piatti gourmet degni dei migliori chef! Che scoperta… Peccato che a Roma non vado praticamente mai…ma mi verrebbe vogli di inventarmi un viaggio solo per assaggiare qual panino al nero di seppia…e anche tutti gli altri! Un post davvero molto interessante, con foto magnifiche.
Buona settimana,
Alice
soyfrano
Πόση ικανοποίηση νιώθει κανείς, όταν ανακαλύπτει τέτοιους θησαυρούς? Μοναδική ιδέα….!
rossella
*pamy, ma lo sai che anche io, come *alice, ho sempre preso sottogamba i panini? Diciamo non mi ci sono mai "concentrata". E Veronica e Tricolore è come se me li avessero fatte cedere sotto un'altra luce… :)
Prossimo post panino, è deciso! ;)
elenuccia
Mamma mia che fame mi hai fatto venire. Questi panini devono essere davvero particolari, sia per il pane sia per l'accostamento di sapori del ripieno. Sono sicura che andranno alla grande.
TheDaydreamer
Aiuto, la lista di posticini da provare a Roma si allunga sempre di più ;-) mi piace la linea "editoriale" di questo posto, Rossella: è coerente e affascinante!
Chiara
Bellissimo post(O) ma è solo take away o i panini si possono gustare anche comodamente seduti?