Penserete che mi sono rincitrullita.
Che sono affetta da una strana demenza culinaria che mi porta a parlarvi un po’ troppo dei miei libri, ultimamente.
Non so se è così, in effetti, ma giuro (e voi lo sapete) che il parlare da queste parti non viene mai prima del pensare o del sentire, ma soprattutto mai prima del cucinare, quindi niente, questa vellutata come tutti i piatti che stanno in questo blog ha una sua piccola grande storia e la sua è legata al mio secondo libro
.
Dicevo tempo fa, parlando con il mio editore (e lo scrivevo in parte anche nei testi introduttivi, ma solo dopo veramente ci si rende conto di quanto siano vere certe sensazioni) che il libro è una sorta di guida per me stessa che l’ho scritto e già cucinato tutto.
Come un’esercizio, un allenamento in cucina.
Mi piace immaginare infatti che una volta assaggiate le mandorle (una volta “ascoltato” il sapore delle diverse mandorle, se se ne ha l’occasione, oppure la differenza di sapori tra le mandorle ed altra frutta secca come i pinoli, i pistacchi, gli anacardi, le noci, le nocciole…), e provati gli accostamenti di sapore tra queste e alcuni ingredienti, una volta poi capito che dietro alle ricette ci sono delle “strutture” piuttosto semplici ed asciutte, di volta in volta, le ricette stesse del libro possano essere ricucinate e reinterpretate, appunto scambiando le mandorle con le nocciole, o una verdura con un’altra simile, o i foraggi tra loro, o i pesci, o i condimenti, o …
Ecco di fatto cosa è successo con la ricetta di oggi.
Ero in vacanza a Natale (vi ricordate, no? Nizza e le madeleines… ;-)), e facendo la “spesa francese”, con già accaparrato un bel pezzo di Reblochon nel carrello, sono passata davanti al reparto frutta e verdura e l’occhio mi è caduto su dei broccoletti niente male…
Il pensiero è andato dritto alla vellutata di cavolfiore, gorgonzola e mandorle del libro, e mi sono sentita così orgogliosa della mia sfacciataggine per aver chiesto alla paziente proprietaria dell’appartamento in cui stavamo anche un minipimer, perché a quel punto ho accattato anche un bel sacchetto di mandorle e via, la cena è andata (ed è quella che vedete qua sopra, come fotografata in terra di Francia ;)
tritate grossolanamente (o nocciole)
in questa ricetta con del Taleggio)
gambi e singole cimette.
i fiori a pezzi piccoli e tenere da parte.
rosolarla con poco olio d’oliva in un’ampia casseruola.
medio basso, mescolando di tanto in tanto, per circa 5 minuti, poi aggiungere
le foglie e cuocere per altri 5 minuti, poi le cimette, sempre rimestando, per
ulteriori 5 minuti.
insaporire un po’.
cottura per 30 minuti circa a fuoco dolce, coperto, mescolando di tanto in
tanto.
(lasciandone poche per finire) e proseguire a fuoco vivace, scoperchiato.
immersione e aggiungere poco brodo se occorre.
fino a che il formaggio non è ben amalgamato.
macinato al momento.
Sabrina C.
uhh adoro le creme, le vellutate. E ora come ora.. vorrei passare attraverso lo schermo e papparmela tutta! ^_^
rossella
Mamma mia, Sabrina, per fortuna hai scritto questo commento!
Mi stavo rendendo conto che solo un paio di settimana fa ne avevo postata un'altra, e anche del tutto simile!!!
Crucifere e frutta secca impazzano a casa mia di questi tempi!!! :)
Grazie <3
Aleksandra (Vanilla&Staubzucker)
Cara Vaniglia!
pensa che la mia vellutata e talmente semplice e "povera", ma talmente buona, bella e fotogenica che vorrei ripubblicarla (e mangiarla di nuovo, perché quello che si pubblica si mangia…sempre!).
Ho deciso che la prossima sarà tutta gialla!
Un saluto affettuoso!
rossella
Aleksandra: la mia di oggi in ufficio è tutta arancione, ed è uno strano misto tra alcune a base di zucca e legumi che si trovano anche qui sul blog, perchè come dici tu, quello che si pubblica si mangia, anzi, si mangia ciò che si pubblica!!! ;-)
Arianna Frasca
Uh, che bontà!!! Questa devo replicarla al più presto!
misterzu
Davvero un ottima ricetta… :) // Il mio ultimo Blog Guadagnare Viaggiando