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Vaniglia — Storie di cucina

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polenta gratinata al pomodoro confit e al pecorino

8 Marzo 2013 Aperitivi, antipasti e finger food

A casa mia non si mangiano moltissimi pomodori.
Sono un frutto della terra abbastanza misconosciuto da mia mamma che non li ama proprio, e invece molto amati da papà, che, storicamente (nel senso degli annali storici delle cene in famiglia) ha sempre avuto la sua coppetta a parte, e a noi bambine veniva chiesto di volta in volta se ne volevamo un po’, e in tal caso mamma ne avrebbe preparati di più…
Un ingrediente che quindi per me è rimasto muto per tanto tempo, fino in pratica a quello che è il momento del mio primo ricordo gustativo di questo ortaggio, legato a mio nonno Antonio.
Mio nonno, come credo molti altri uomini a Sud abituati a svegliarsi molto presto e a lavorare sodo fin dall’alba, era solito fare una colazione salata a metà mattinata, cosa che agli occhi miei e di mia sorella (parlo delle nostre elementari, quindi la terza peste, quella dalle bellissime mani che vedete qua sotto, non era ancora nata) una cosa estremamente esotica, data la nostra marchigiana abitudine molto molto strong al latte cacao e biscotti.

Questa colazione si componeva di fette di pane di grano duro, con la mollica gialla e la crosta scura scura, qualche fetta di caciocavallo podolico, e dei pomodorini rossi, di un rosso mai visto, che lui tagliava a metà con il coltello e che diceva non avevano bisogno di condimento “se un pomodoro è buono non deve essere condito”: lasciava solo un miscroscopico mucchietto di sale sul bordo del piatto, e nel caso, intingeva il pomodoro lì, con un rituale che a me si è inchiodato nella mente.
Io le mani di mio nonno (che poi sono le mani di mio padre), un nonno che ci amava tanto pur nella lontananza geografica, di cultura, di età e di linguaggio, non me le dimenticherò mai. E quel gesto, il pomodoro, il sale, il coltello, nemmeno. Se ne stanno tutti insieme, uniti nel ricordo dell’epifania non solo di un sapore, ma di una intera categoria di ortaggi. Quel giorno per me è nato il pomodoro ;)

Quindi oggi, anche se è ancora inverno (tantopiù che stiamo ancora a parla’ de polenta), vi metto giusto due pomodori e una ricetta facile facile.
Si tratta di una polenta al forno condita con pecorino e pomodori Camone, una varietà molto pregiata, sarda, che è consigliabile consumare cruda (ecco io subito ve li metto al forno ;)), e che sono reperibili solo nel periodo invernale.

La ricetta è semplicissima, viene da uno dei miei immancabili numero di Saveurs (settembre 2012), solo che lì non si parla di Camone (je piacerebbe, ai francesi, avecce il Camone al fruttivendolo dietro l’angolo…) ma di pomodori “normali”.
Io ad ogni modo consiglio pomodori a polpa soda, non troppo maturi.

polenta gratinata al pomodoro Camone confit e al pecorino
ingredienti
150 gr di semola di mais per polenta a cottura istantanea
30 cl di latte
30 cl di acqua
120 gr di pecorino grattugiato*
4 pomodori Camone non troppo piccoli
3 rametti di timo
olio extravergine d’oliva, sale, pepe

Accendere il forno a 150°C.
Lavare e asciugare i pomodori e tagliarli a fette spesse 5 mm.
Sistemare le fette in una teglia ricoperta di carta da forno, cospargere di sale, pepe, timo e irrorare di olio ed infornare per 30′, finché non si sono asciugati (potrebbe bastare anche meno tempo). Una volta cotti farli intiepidire fuori dal forno.
Nel frattempo far bollire in un’ampia casseruola l’acqua e il latte con un pizzico di sale di pepe, poi versarvi la polenta a pioggia e lasciar cuocere quanto indicato dalla confezione (nel mio caso 2 minuti) mescolando.
Fuori dal fuoco, aggiungere la metà del pecorino e mescolare.
A questo punto versare il contenuto in una teglia  (circa 24 x 38 cm) unta d’olio, depositarvi sopra le fette di pomodoro e spolverizzare con il restante pecorino.
Cuocere per altri 10-15′ a 180°C, poi mettere sotto al grill per qualche minuto fino a che sulla superficie della polenta non si è formata una leggera crosticina…

* io ho usato quello romano, se volete rimanere in tema con i pomodori Camone potete usare quallo sardo, magari diminuendo un po’ le dosi dato che quest’ultimo è un po’ più saporito!

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Categories: Aperitivi, antipasti e finger food Tags: mamme nonne zie suocere sorelle, verdure, gluten free

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Interazioni con il lettore

26 Commenti

  1. Chiara Setti

    8 Marzo 2013 at 07:19

    Ma guarda te, una preparazione così semplice ma così buona!! E poi bellissima da vedersi!! Vabeh che tutto quello che passa di qui è sempre un piacere per gli occhi…brava!!
    Buon weekend!

    Rispondi
  2. Anonimo

    8 Marzo 2013 at 07:25

    Ciao, sono Valeria e volevo ringraziarti per le squisitezze che pubblichi. Spesso, quando voglio viziare i miei invitati attingo al tuo blog perchè so che mi fai fare sempre bella figura. Grazie Valeria

    Rispondi
  3. Manuela e Silvia

    8 Marzo 2013 at 07:47

    Carinissima questa idea! la polenta pronta e con la gratinatura di formaggio è una cosa davvero ottima, se poi ci aggiungi pomodorino semidolci confit…irresistibile! bacioni

    Rispondi
  4. Ely

    8 Marzo 2013 at 08:11

    Tesoro mio.. questo post mi ha toccata particolarmente e mi ha fatto scendere piccole e silenti lacrime. Perchè so solo io cosa rappresentano i pomodori per me.. il loro sapore di sole e di orto, le mani del mio amato nonno che li coltivava con un'amore che non ho mai più trovato in nessuno; so solo io che quel sapore non l'ho mai più riconosciuto in altri, che il 'primo della pianta' era sempre 'mio'.. ti abbraccio amica.. la tua ricetta è stupenda e significativa. Ti voglio tanto, tanto bene…

    Rispondi
  5. Arianna Frasca

    8 Marzo 2013 at 08:28

    Che ricordo tenero hai condiviso. Bellissimo, grazie.
    E bellissima anche la tua polenta che, dopo un post così mi ha riaperto la bocca dello stomaco.

    Rispondi
  6. Anonimo

    8 Marzo 2013 at 08:42

    Polentiamo? =D
    Ross. Quella. Prima. Foto. Wow.
    Ti auguro un sereno fine settimana cara la mia vaniglina.
    Un abbraccio,
    Caro

    Rispondi
  7. valentine

    8 Marzo 2013 at 08:54

    mio nonno aveva la stessa abitudine :')

    certo che, per essere una che non ama la polenta, ti è riuscita davvero bene!

    PS: che belle mani la tua sorellina, io ci provo sempre a fotografare quelle delle mie (siamo tre sorelle anche noi), ma sono molto restie :/

    Rispondi
  8. barbaraT @ pane-burro

    8 Marzo 2013 at 09:30

    cara Ross, io mi sono proprio commossa con questo tuo ricordo del nonno.. I miei nonni (uomini) non li ho mai conosciuti però mia nonna si è "riaccompagnata" due volte e per me quelli sono stati i miei veri nonni, che ho amato alla follia anche perché loro non avevano altri nipoti "naturali" e io ero l'unica nipote femmina (che te lo dico affà)… quanti ricordi dolcissimi ho di loro.. i nonni sono un patrimonio dell'umanità, purtroppo spesso molte persone se ne accorgono troppo tardi.
    il nonno "maestro" (che noi chiamavamo così perché era un artista) odorava di acqua ragia e colori a olio e io mi sedevo accanto a lui su una seggiolina di paglia mentre dipingeva e gli raccontavo delle storie fantastiche che mi inventavo e lui ascoltava interessato e rideva con quella sua risata che io, a distanza di 30 anni, ho ancora stampata nella mente e poi diceva a mia mamma "questa bambina mi rapisce… fortuna che non ci sarò più quando sarà diventata una donna!". e purtroppo aveva ragione…
    ti abbraccio forte più del solito perché oggi mi hai fatto rivivere un ricordo emozionante

    Rispondi
    • rossella

      8 Marzo 2013 at 10:03

      *barbarella che bello ed emozionante è il tuo commento! Mi sembra quasi di vederti bambina tra i barattoli di colori… Sì, i nonni sono importanti, sono speciali. Sono immortali.

      Rispondi
  9. marika

    8 Marzo 2013 at 09:33

    Quanto sentimento si respira oggi….di quello buono!!
    Ahh il mio nonnino…anzi nonnone, e le sue mani!
    Che te devo dì, come al solito la ricetta me piace,famola!
    Ottimo finger…(che mio nonno direbbe "cus el'??"-cos'è-)
    bacino

    Rispondi
  10. bas re-design

    8 Marzo 2013 at 09:58

    Adoro la colazione salata, e adesso mi è venuta fame e voglia di pomodori! Grazie eh, per questa golosa tortura.

    Bello il racconto di tuo nonno. :)

    Rispondi
  11. rossella

    8 Marzo 2013 at 10:00

    Ciao *Valentine, quante cose abbiamo in comune!!!! Comprese le sorelle restie… Per fare quella foto, sapessi gli "sgrunf"! ;)

    *caro, le mani della mia piccolina!!!!! Le fotograferei per ore (se lei non mi facesse certe facce ;))

    *arianna è stato bello ricordarlo anche per me :)

    *ely, mi scrive sempre dei commento così belli…

    *Valeria: ciao! Grazie per il tuo commento! Per me è così importante sapere cosa accade poi alle mie ricette nelle cucine di altri… E così bello sapere che funzionano!!! Grazie davvero, e spero di ti leggerti presto!

    Rispondi
  12. Lara Bianchini

    8 Marzo 2013 at 11:56

    scoperta per caso mi leggo la ricetta, deliziosa, e mi chiedo???? Ma da me i camone li vendono a caratura come i diamanti… metterli al forno mi piange il cuore… vabbè facciamolo piangere! Mi unisco ai tuoi lettori, se ti va passa da me.

    Rispondi
  13. isabella

    8 Marzo 2013 at 13:00

    Un racconto emozionante. Un po' commossa, ti mando un abbraccio. Ed è vero, i nonni sono immortali.

    Rispondi
  14. Zucchero e zenzero

    8 Marzo 2013 at 18:33

    Che ricordi bellissimi hai condiviso! Comunque anche io mi farei una colazione così, molto mediterranea ed energetica!
    Buona serata! ^_^

    Rispondi
  15. Mela e Cannella

    8 Marzo 2013 at 19:19

    Che racconto bello e nostalgico, sa di famiglia e di occhi di bambini. La prima foto mi ha fatto impazzire un bacio!!!

    Rispondi
  16. Babs

    8 Marzo 2013 at 22:13

    quella geniaccia della Ross!
    con un nonnulla mi crea delle idee da urlo.
    grande testolina :))))
    tanti baci mia cara, scusami per la latitanza….
    b

    Rispondi
  17. rossella

    8 Marzo 2013 at 22:38

    Ehi *Baaaabssss!!! Ma figurati cara, e che geniuccia e geniuccia…. ;)

    *Marcello: piace anche a me così inclinata sai? Ho altri due o tre scatti belli, tutto merito delle mani di mia sorella… Bacio a te!!!

    *crustina: io colazione salata…. Mai fatta in vita mia, e non so mica se ne avrei il coraggio! ;)

    *isabella: :*

    *Lara: piacere tutto mio, e ora vengo a sbirciare da te!! ;)

    Rispondi
  18. Patty

    9 Marzo 2013 at 09:00

    La mia cucina non può prescindere da olio extavergine d'oliva perfetto, pomodori e pane. Questo potrebbe essere il mio pranzo, la mia merenda, il mio aperitivo in qualsiasi momento del giorno.
    Tuo nonno, come la saggezza che solo i grandi custodiscono gelosamente, la sapeva lunga. E meno male che ti sei redenta sulla via di Damasco. Pomodori forever e viva la polenta.
    Un grande bacio, Pat

    Rispondi
  19. Agnese

    9 Marzo 2013 at 10:25

    Adoro i tuoi racconti, riesci a colorarli in un modo davvero intenso, risultano inevitabilmente "vivi e vividi". E mi piace molto anche la ricetta, ho un debole per il sapore intenso dei pomodori asciugati nel forno :)
    Buon weekend Ross!

    Rispondi
  20. rossella

    9 Marzo 2013 at 10:45

    *Patty, grazie!!! Ma allora ormai noi siam grandi esperte di polenta, pomodori e nonni!!! ;)

    *Agnese mia bella, ma lo sai che io ti stimo tanto tanto e che quando mi fai questi complimenti mi sciolgo tutta??? ;) Buon finesettimana anche a te pupa!

    Rispondi
  21. Sachiko

    9 Marzo 2013 at 16:54

    E io che la polenta la mangio sempre con il sugo o con i formaggi! Questa è proprio una bella alternativa, mi ispira davvero tantissimo! Io da piccola mangiavo sempre i pomodori che coltivava mio nonno e quando ho iniziato a comprarli mi sembravano tutti un pò sciapi… Invece quelli dell'orto erano pieni si sapore di pomodoro, li mangiavi da soli senza niente ed erano buonissimi così!

    Rispondi
  22. Erika Tosoni

    10 Marzo 2013 at 08:39

    Ciao!
    Ecco una piccola sorpresina per te!
    SORPRESA

    Rispondi
  23. Francesca P.

    10 Marzo 2013 at 11:23

    Prima di lasciarci l'inverno alle spalle, devo assolutamente rendere omaggio alla polenta! Anche cucinata così, che quasi ricorda una pizza come aspetto… :-)

    Rispondi
  24. Francesca P.

    10 Marzo 2013 at 14:56

    (ripensavo ai miei di nonni. Mia nonna materna non alzava un dito in cucina, pensava a tutto mio nonno. Sapori e scoperte li ho fatti con lui. Il ricordo più nitido, quello dei carciofi fritti. E quando mi diceva: "Appena mandi giù il boccone di carciofo bevi subito un pò d'acqua e vedrai che sapore dolce". Era vero, è proprio così. Le epifanie cullano)

    Rispondi
  25. Sara Cecchetto

    10 Marzo 2013 at 21:26

    Ottima come finger food in un aperitivo!!!

    Not Only Sugar

    Rispondi

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