La cucina a impatto (quasi) zero.
Ecco il libro:
La cucina a impatto (quasi) zero. Scarti, avanzi e gustose ricette
Lo avevo puntato da un po’, in libreria, per il tema, che rincorro e perseguo ormai da anni, da molto prima di aprire il blog, e per quel [quasi] messo tra parentesi, proprio come avrei fatto io, a dover decidere un titolo del genere, perchè, si sa, delle attività umane di impatti zero, duri e puri, ce n’è ben pochi, anche se non per questo valgono di meno tutti gli atteggiamenti mirati alla loro riduzione.
Io ho sempre avuto poi la convinzione che le massaie abbiano un ruolo capitale nella diminuzione dei consumi, degli sprechi, delle emissioni. Primo, perchè queste massaie spesso coincidono con l’essere mamme, zie o nonne, e quindi abbiano per statuto il ruolo di educatrici, nei gesti quotidiani, dei piccoli (dall’atteggiamento nei confronti del cibo al modo di usare l’acqua al modo di usare saponi e simili); secondo, perchè nella cucina è il cuore dell’economia domestica, il centro della gestione delle “derrate” in entrata ed uscita, il luogo in cui acqua e farina possono diventare un pasto, e al tempo stesso in cui, se poco sapientemente utilizzati, molti ingredienti possono finire nella pattumiera.
A questa consapevolezza dei comportamenti in cucina, si è unita nel tempo una certa attenzione (con l’appoggio anche di amiche e parenti) alla ricerca di ricette sostenibili, ma così tanto sostenibili che oltre che essere a filiera corta, biologiche o biodinamiche, a bassi consumi di energia nella cottura, nascono anche dagli scarti delle altre ricette.
Quindi quando mi sono trovata davanti a questo libro mi sono davvero entusiasmata: non solo bando agli sprechi di “grado I”, quelli dell’avanzo, ma anche a quelli “di grado II”, ovvero quelli del vero e proprio scarto alimentare, come le bucce, le foglie esterne degli ortaggi, i ciuffi delle carote, le lische delle sardine o le croste dei formaggi.
Ovviamente una tale cucina presuppone l’utilizzo di cibi di qualità e di ingredienti biologici, e questo non fa che rafforzare le potenzialità “ecologiche” del libro!!!!
C’è da aggiungere poi la questione rifiuti. L’idea di ridurre all’osso gli sprechi, e parallelamente contrubuire alla riduzione della spazzatura a me sembra così immediata e geniale che tutti dovremmo star lì a frullare bucce! ;)
Lisa Casali, autrice, insieme a Tommaso Fara, del libro, ha anche un blog di cucina superinteressante che tratta proprio di questo tema: ecocucina. Andate a sbirciare (se già non lo conoscete), è veramente tutto da leggere.
nota – le ricette che mi hanno fatto innamorare:
Pudding dell’ex spremuta (con polpa e scorze di arance spremute); Cake di zucca (con la buccia della zucca); Cocotte con croste di grana e cipolle; Passatelli di carote (con bucce di carote); … insomma, difficili da elencare, più lo guardo e più ne farei.
a chi mi fa pensare:
Ormai questo è il gioco (per me): scrivere la blogger che associo al libro. Questo libro mi fa pensare a Wenny, di Wennycara…. Vediamo se ci ho preso!
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lise.charmel
ho avuto la fortuna di conoscere lisa a un corso della cucina italiana ed è davvero una ragazza adorabile. ci siamo scambiate gli indirizzi dei blog e ho scoperto la sua brillante idea di cucinare con gli scarti. se vai lì scopri anche le ricette con la lavastoviglie, che non ho mai provato, ma secondo me sono geniali
Ann
Sembra interessantissimo come libro :)
v@le
mi piacerebbe proprio sfogliarlo!
sonia
Wow mi attira tantissimo grazie mille per aver condiviso queste informazioni!!! vado anche a vedermi il blog che ha consigliato Lise.charmel!
rossella
*lise: veramente ganiale infatti. io finora avevo usato bucce di mela e foglie di carota, ma un libro intero dedicato è veramente una svolta !!!!
sapevo della lavastoviglie, e ti confesso mi fa un po' impressione….
poi mi pare di aver capito che serve il sottovuoto, quindi diciamo che non fa tantissimo per me, un po' perchè io i latti, per ora, li lavo a mano, un po' perchè cerco di evitare la plastica come la peste, in cucina come altrove (diciamo ognuno ha le sue strategie di sostenibilità :))
però BADA, io non conosco bene questo metodo di cottura che lei propone, quindi non saprei!
*ann e *vale: ecco, io non vedo l'ra di propinarvi qualche ricettuzza! :)
*sonia: sì, insomma quello che ho lincato nel post, no? XD
Valentina
che coincidenza! ho scoperto il suo blog di Lisa pochi giorni fa per averne sentito parlare alla radio e sono daccordo con voi: c'è l'imbarazzo della scelta su tutto quello che si può realizzare ed è troppo bello essere cretivi, originali ed ecosotenibili allo stesso tempo!
Wennycara
Carissima, perdonami, ma in questi giorni spilluzzico la blogosfera {e non cucino, ma hai visto il blog?!?} in quà ed in là e tante cose mi sfuggono. Sono ancora sui ceci. Scusasse, sono onorata dalla citazione ed il libro m'ispira assai :)
Buona giornata,
wenny
rossella
*wnny: matta, che, ti scusi? certo che ho visto il blog, è sempre più bello =)….
titty
Bellissimo post! anch'io "sensibile a questo argomento) compro il libro e vado a sbirciare in quel blog. Grazie!!