Lo scorso fine settimana ho cucinato come una disgraziata.
No, non credete, niente foto. Ho cucinato come sognavo di fare da tempo. Come una massaia (vera).
E come una massaia non ho fotografato, ma ho organizzato le porzioni, a volte surgelato, a volte impacchettato, a volte (come in questo caso) addirittura inscatolato. Beh, sì, e qualcosa abbiamo pure mangiato!
Pizza, omelettes varie, verdura, composte di pere, zucche e mele cotogne.
Ero tutta intenta ad organizzare “la stagione fredda in arrivo” (o forse i pranzi in ufficio a venire ;)). Sembravo un po’ mamma quando si occupa “già in anticipo” di noi.
E’ bello poi dimenticarsi, a volte, della parte “compositiva-fotografica”, salvo poi accorgersi che quella foglietta di basilico messa solo alla fine in cima al piatto di pasta ha molto a che vedere con alcuni “ragionamenti” che ormai alcuni di noi sono portati a fare davanti ad un piatto.
Solo che è più bello stavolta, più speciale, perchè in questo caso lo state facendo per voi e per i vostri cari, e basta. Ed è bello anche constatare come questa “vita da blogger” abbia un ritorno positivo (uno dei tanti, per conto mio ;)) nella vita privata, come favorisca, o valorizzi, alcune predisposizioni, fino alla quotidianità più quotidiana.
Poi, certo, un conto è una volta ogni tanto, e ovviamente una sogna di fare la massaia quando in casa non c’è mai, e quando arriva stanca la sera dopo metro autobus e città addosso, e non ha la più pallida idea di cosa mettere in tavola per la cena, mentre a chi “tocca” prepare tre pasti al giorno tutti i giorni (sì, anche io li preparo, ma dato che sono sempre in giro come una trottola, magari mi si perdona facilmente se alcuni di questi so o un po’ “scamuffi”) magari l’idea di passare il finesettimana cucinando e basta non piace di certo un granchè!
L’unico cibo che è stato immortalato, l’unica eccezione, in mezzo a cotanta cucina normale (ma così tanto speciale… :)), è questa cotognata, che a casa mia si chiama “dulce de membrillo” (ovvero dolce di mela cotogna, in Argentina), che avete trovato su queste pagine almeno già una volta (anzi se non le avete mai provate, forse è arrivato il momento di assaggiare questa meravigliosa frolla leggermente salata… ;))..
Io la conosco grazie a Monsieur Patou, come molti altri dolci di origine argentina che transitano in casa mia, e che, se “va male”, vengono acquistati in negozi di “cibo dal mondo”, come lo storico Castroni a Roma, se va bene invece vengono dalla sottoscritta cucinati con le proprie manine…
Ad ogni modo, proprio come il dulce de leche appena citato, che in Normandia (e in tutta la Francia, in realtà), è conosciuto come “confiture de lait” (ed è un po’ più pallido, perchè senza bicarbonato, secondo le mie fonti – incrociate – francesi e argentine), anche questo dulce de membrillo ha il suo bel fratello francese.
Io infatti per realizzare tale meraviglioso dolcetto al cucchiaio sono partita da una ricetta presa dal numero di settembre di Saveurs, cambiando un po’, perchè ho come l’impressione che questa rivista che amo tanto sia piuttosto “sintetica”, a volte.
Non che questo mi scomponga più di tanto, io le ricette sono abituata a prenderle al volo per telefono, a scriverle in un attino su un foglietto sdrucito, a carpirle al volo da chi è così abituato a cucinare da non pensare di dove essere dettagliato o preciso. Anzi a dirla tutta davanti ad una ricetta “composta e precisa” quasi ormai mi viene da cambiarla per abitudine. Il risultato “sicuro” ormai mi turba… ;)
Quindi, brevemente, alla ricetta originale ho tolto un po’ (un bel po’) di zucchero e aggiunto poca acqua (che mi veniva l’ansia all’idea di 700gr di mele cotogne a fette completamente innevate di zucchero, il tutto messo “a secco” sul fuoco…
Voi ditemi che ne pensate e se avete ricette simili o differenti.
La prova palato, che dire, è andata benone.
Un po’ dolce per me, ma a mettere meno zucchero avevo paura che non “tirasse” abbastanza.
E comunque, come dice mia cognata argentina (sì, siamo filo-argentini su vari fronti, in casa… ;)) “Ross non ti devi sconvolgere della dolcezza dei nostri dolci… Siamo così! ;-)”
ingredienti
1200gr di mele cotogne (700gr sbucciate e pulite)
700gr di zucchero
2 baccelli di vaniglia (i semini)
un bicchiere scarso di acqua
Lavare le mele e tagliarle in 4 parti, poi metterle in una casseruola piena d’acqua e portare a bollore.
Lasciar cuocere per 15 minuti (nel mio caso abbondanti).
Poi scolarle, farle intiepidire (Patou, che è stato schiavizzato per sbucciarle, da me memore dell’ultima mia avventura con le mele cotogne, dice che che è meglio che non siano fredde, e che più sono tiepide più sono facili da pulire), pulirle e sbucciarle.
A questo punto le mele vanno pesate, e rimesse nella casseruola con lo stesso peso in zucchero, i semini di vaniglia, e un bicchiere d’acqua scarso di acqua (Saveurs per questa ricetta usa 1 chilo di mele prima non pulite per un chilo di zucchero)
Portare a bollore a far cuocere mescolando continuamente per 30-35′ (nel mio caso 45 minuti abbondanti).
Poi frullare con il frullatore ad immersione e rimettere sul fuoco un 5 minutini (deve risultare una composta piuttosto densa).
Versare il tutto in una teglia del forno rivestita di carta da forno, e far riposare almeno 24 ore prima di tagliare a cubetti.
Io ho usato delle scatole di latta per fare delle porzioni singole, e abbiamo consumato la cotognata al cucchiaio, già dal primo giorno… :)
Ad oggi non riesco a tagliarla perfettamente a cubetti (dev’essere per l’acqua che, fifona, ho aggiunto), ma vi assicuro che è buonissima, e anzi, se non avete cliccato nell’ultimo link, vi consiglio vivamente di provarla con una folla speziata alla cannella, o con la frolla ruvida e leggermente salata di cui sopra-sopra… ;))
Non so dirvi esattamente quanto si mantenga, non essendo stata invasata e sterilizzata. Io la sto tenendo in frigo.
Diciamo che punterò a finirla presto, a casa mia non c’è rischio che si sprechi.
Se voi avete qualche info in più sulla questione acqua e su quella conservazione, noi, qui, siam tutti orecchi… :)
Kittys Kitchen
Buongiorno Ross!
Di weekend passati a spadellare come un ossessa se ne vedono anche a casa mia, di solito quando ottengo dei risultati soddisfacenti finisco per essere gratificata dall'intera giornata… Però a volte le sperimentazioni non vanno a buon fine e finisco per chiudere il weekend un pochino "isterica" :))
Certo non è il tuo caso, tu hai ottenuto una cotognata chiara e bellissima e soprattutto non sapevo fosse diffusa anche in argentina. Ti auguro un ottima giornata
Elisa
Ciao Ross! Io sono casalinga e ti dirò…anche se cucino sempre, cucinare nei weekend, magari con la tranquillità di non avere orari e troppe faccende di casa da sbrigare, di avere mio marito che si prende cura del pupattolo, mi piace…sarà che a me cucinare rilassa e mi fa staccare la spina dal resto del mondo :D
Riguardo alla ricetta, anche io ho fatto poco tempo fa la cotognata e ho diminuito drasticamente le dosi di zucchero (e la prossima volta le ridurrò ancora), perché mi sembravac veramente troppo il 20% in più rispetto alla frutta…eppure la ricetta originale è così, non solo in Argentina…
Comunque la tua è bellissima e mi viene voglia di prenderne una cucchiaiata :)
Buona giornata!
Valentina
ma sai quanto mi sono chiesta cosa fosse…qui si trova ovunque!
rossella
Buongiorno elisE!!!!
*elisa-Kitty: non solo è diffuso, ma è proprio originario di lì, come il dulce de batata, fatto con le patate dolci americane, tipico dell'argentina…. Non ti ci vedo a fare disastri… Però capisco lo stato d'animo "isterico" a cui ti riferisci… Vogliamo parlare di quando nel mezzo del we, quando finalmente finisci di cucinare, e il cielo si copre di nuvole rendendo impossibile ogni foto? Almeno questa volta è stata una scelta starmene buona-buona 'solo' ai fornelli!!! ;)
*elisa: ah, meno male, mi consolo. Perché a me piace tanto, ma spesso mi dicono che farlo tutti i giorni è un'altra cosa… ;) io alla fine ho messo circa il 60% di zucchero rispetto al peso iniziale della frutta… Non so se arrivare al 50% è troppo… E l'acqua? Tu l'hai messa?
rossella
*valentina: In veneto? La cotognata o le mele? qui ogni volta che le trovo io mi butto a capofitto!!!! ;)
kristel
La adoro!!! Anche se confesso di non averla mai fatta in casa e di non averci neanche mai pensato :)
Io adoro quello vaniglia-cioccolato. E' una delizia pura. Anche questo qui deve essere molto buono. bellissima la foto! Un bacione :)
clara - ladri di ricette
Buongiorno Ross, leggerti è sempre un piacere. La cotognata per me è un po' troppo dolce, ma al mio consorte piace moltissimo e dunque a casa nostra ha un posto "di diritto"… cosa si fa per amore!!! :-)
Elisa
L'acqua l'ho messa ma ho seguito un procedimento leggermente diverso, rispetto alle confetture tradizionali. Se vuoi leggere, questo è il link http://www.saporidielisa.it/2012/10/le-cotogne-lautunno-e-i-colori-scuri.html
p.s. nemmeno io sapevo che fosse originaria dell'Argentina: credevo fosse una ricetta esclusiva del sud Italia :P
maia
anche io sono immersa nelle mele cotogne.
bellissima presentazione!
chiara
ottimo suggerimento!
ho giusto comprato una quantità industriale di mele cotogne da preparare in qualche modo..
grazie :-)
e il tuo blog è davvero delizioso
Valentina
vani, sbaglio o quello in basso a destra, vicino al baccello di vaniglia, è un cuore? si vede appena, ma a me sembra proprio un cuore! sarà un caso? ;)
Anonimo
Io alterno un weekend dove cucino come una matta con l'unico scopo di preparare le provviste per la settimana successiva e uno dove non voglio saperne di mettermi ai fornelli. Però hai ragione quando dici che è bello cucinare solo per cucinare e scordarsi di tanto in tanto di tutto il resto. È meno impegnatvo, più rilassante e "normale". È più "da mamme" sì… :) A proposito di mamme, la mia Gianna va pazza per le mele cotogne. ;)
Baci,
Caro
Valeria
adesso che ce l'hai, devi provare la torta…buonissima!!
rossella
*Valeria: è quello che farò cara, esattamente sabato! A quel punto mio marito non potrà fare altro che sposarmi!!! ;) (io adoro quella tua foto sai?)
*caro: ma mia mamy mi sa che non la conosce… chissà se si mantiene fino alla settimana prossima…
*vale: ma dove? dov'è? (però è vero, è stata fatta proprio col cuore!!!)
*chiara: grazie!
*maia: grazie, e che bello, il mio sogno praticamente!
*elisa: sì, no, io le confetture le faccio alquanto diversamente… ora vengo a sbirciare, grazie per il link!
*clara: 'sti consorti!!! ;) paion fatti con lo stampino a volte!!!
*kristel: vanigliacioccolatooooo?????? cosa-cosa-cosa????? dove? quando? (io domani spedisco eh? ;))
ilgamberorusso
come è eterea questa foto riesce ad esprimere tutta la dolcezza del dolce!Complimenti!!!
p.s. finito il libro della yung… a questo punto passerei all'altro..quelli in inglese, che dici posso carpire anche da lì? :-)
rossella
*laura: ma tu sei un'allieva modello!!!!!! allora, scusa, non ti ho risposto su fb… sono un mezzo disastro! ;-P diciamo che quello della Yung è il più didascalico, quindi chiaro e quindi ricco di "confronti", tra i due, anzi quello della Dujardin non ne ha quasi… solo che, come dicevo nel post, io quel libro lo adoro, non so esattamente nemmeno dire il perchè… però, nella mia ignoranza linguistica, e nel suo essere meno "pratico" dell'altro, io continuo a preferirlo. E' più "raffinato", e in qualche modo mi ha cambiata!
E poi con due libri uguali che ci fai??? ;)
Roberta | Il senso gusto
cmq se dovessi scrivere un libro, lo comprerei..
Sei brava con le parole e anche con le pentole!! :-)
bacioni
Serena | SereInCucina
cara Ross, ogni giorno sogno di fare la casalinga. credo che sarei portata. la mia giornata è sempre molto standard negli orari: sveglia alle 6, partenza da casa alle 6.45 e rientro tra le 18:30 e le 19:30… insomma, un vero delirio. la casa mi manca tanto. però hai ragione, credo che se fossi veramente a casa tutti i giorni, mi stancherei. le cose belle sono quelle prese a piccole dosi. così io sono innamorata di casa mia. e ogni sera quando la vedo, dalla stradina, lì, tutta lilla, con il giardino piene di rose e un cagnolone che esce e mi viene incontro, il cuore mi si allarga di gioia. per non parlare poi quando salgo e mi ritrovo davanti Comandante Amigo, che è sicuramente più casalingo di me, e che mi aspetta. ecco, è in questi momenti che la giornata più brutta e pesante del mondo finisce. può essere successa qualsiasi cosa, ma l'essere lì guarisce ogni cosa. e i weekend compulsivi culinari, ovviamente, capitano anche a me! un bacino mia cara, e a presto! PS ho un sacco di consigli per la conservazione dopo che ho fatto il corso sulle marmellate! se hai bisogno fammi sapere! :)
rossella
*serena: sei un amore. Veramente. Devo scriverti allora. E la tua giornata assomiglia un po' alla mia, solo traslata di un'ora in avanti… :(
Anche io penso spesso di essere portata. Sono una persona "domestica". Son cose che stanno nel DNA, credo… ;)
Grazie di cuore, ti tempesterò di domande alla prossima conserva "strana"!
*roberta: i commenti di questo genere mi aiutano, non sai quanto. E mi spingono. In avanti. Non sai quanto. Grazie!
Kittys Kitchen
Cara rossella… tu si che mi capisci! :))
Valentina
cara ross, ho aspettato un giorno per riguardare la foto, come dire, a mente fredda. e io il cuoricino lo vedo ancora! proprio in basso appena a sinistra rispetto alla vaniglia,è come un piccola fossetta proprio a forma di cuore…ma va bè, non è importante, quello che conta veramente è l'amore che trasmetti in tutto quello che fai! baci, buona giornata!!
p.s. dai, il 2 novembre per fortuna si avvicina!! ;)
rossella
*elisa: ;) eheheh!!!
*valentina: Anche io ieri l'ho guardato "a freddo"… E l'ho visto!!!!! Ma dato che sono doppiamente rintronata, ora ti chiedo: perché il 2? Misto perdendo i pezzi in giro, eh?
Valentina
scusami ross, mi riferivo alla fine del progetto in elicottero! ;)
rossella
Tesoraaaaa, ma tu sei un angelo!!! Sì, è vero!!!
E poi 'fra un po' " si iniziano a fare i biscottini di zenzero x nataleeeee!!! Fra un po'. ;)
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E non mi ricordavo che eri cosí argentina…insomma tu atraverso Patou porti l'argentina in Italia e io l'Italia in Argentina..e vissero tutti felici e contenti e..pieni di dolce! Ma quanto é buona la cotognata, ho fatto una gelatina di cotogne da poco. Una ricetta di Artusi ma anche lei ha a che fare con l'argentina…vai a curiosore che é una bella storia. Bacioni e bellissimo post!
rossella
Vado subito!!!
E sì, in casa nostra siamo ormai tutti filo argentini, e pure da varie strade… Grazie per lo spunto, e viva il dulce de membrillo!!! ;)