• Vai alla navigazione primaria
  • Vai al contenuto
  • Passa alla barra laterale
  • Passa al pié di pagina

Vaniglia — Storie di cucina

  • Home
  • Ricette
  • Food
  • Travel
  • Lifestyle
  • Diario
  • Portfolio
  • About
  • My Cookbooks
  • Contatti

i risultati del DH Challenge #9, e le chiacchiere fotografiche del finesettimana…

14 Luglio 2012 Lifestyle

(o di come scattare una foto al cibo, con non tanta luce, fingendo di essere Donna Hay!)

Allora, facciamo così.
Mettiamo una non-ricetta per rientrare nei ranghi, e facciamoci una chiacchiera che aspettava da giorni di comparire su questi schermi…
Poi, da una parte i proverbiali lunghissimi tempi della sottoscritta, dall’altra la nascita della nipotina alla vaniglia, siamo arrivati a sabato 14 luglio per raccontare il (mio) dietrolequinte delle foto del post del 29 giugno…
La storia più o meno la sapete già. Ne avevamo parlato appunto qualche giorno fa, in occasione del Donna Hay Challenge organizzato da Simone del blog Junglefrog Cooking.
Quello che mi ero ripromessa di fare una volta pubblicato il post, un paio di fine settimana fa come dicevo, era di raccontarvi un po’ di come la foto era stata (con un tantinello di fatica, mava’!) scattata.
Premetto che io non sono assolutamente un’esperta in materia, però mi va di fare due chiacchiere con voi sull’argomento, magari può essere un’occasione per scambiarci delle opinioni nel merito, per fare autoanalisi (;-)), per condividere un po’ i nostri pensieri e le nostre avventure fotografiche homemede!
In più poi, e nel frattempo, giusto una decina di giorni fa, leggendo tra i commenti di questo blog (del mio intendo ;-)), incappo in questo commento: 
Junglefrog ha detto…

I’m having a bit of a fight with google translate so I’m afraid I don’t understand much of your blogpost but what I do understand is that you’ve done a great job in replicating this challenge! In fact I can now tell you that you are the winner!! It will be posted in about half an hour or so.. Later then usual but I’ve been a bit swamped. So great job and if you mail me your address details I will make sure you receive a wonderful Donna Hay Cookbook!

04 luglio 2012 22:36 

Il mio inglese e la mia scarsa fiducia in me stessa me lo hanno fatto rileggere più e più volte…
poi, tanto per fare una verifica incrociata, sono andata a leggere QUI. Caspita, quella era la mia foto!!! ;) 
Sono rimasta inebetita per un paio di ore, poi ho deciso che sì, ero proprio io Vanigliacooking!
Quindi è confermato, oggi parliamo un po’ della foto e delle mie innumerevoli paranoie fotografiche, e da lunedì si ricomincia con le ricette… ;-)
Siccome la richiesta del Challenge era di cercare di ricreare l’atmosfera e la sensazione che il fotografo e lo stylist avevano perseguito attraverso la loro immagine, e dato che gli elementi che la caratterizzavano erano la nitidezza degli elementi, la pulizia, il senso di fresco (non vi dico a che temperatura stavo scattando, erano circa le 12.00!), a cui guarda caso contribuisce molto il classico celestino DonnaHayano (che caratterizzava anche la foto di riferimento), mi sono messa e ho pensato che le cose erano due: o provavo a creare un’ombra azzurrina (cosa che avevo escluso a priori), oppure provavo a stabilire un’equivalenza cercando di restituire il senso del fresco con l’ausilio di una coppetta direttamente celeste.
Oppure mi accontentavo di un dignitosissimo candore, e lì finiva la storia.
Tanto per non farci mancare nulla, e siccome mi sembrava che la pasta lunga “legasse” meglio della corta con gli ingredienti della ricetta, ho messo sul fuoco due diverse pentole per cuocere da una parte linguine, dall’altra penne; poi non sapendo se potevo permettermi di cambiare anche il tipo di pasta oltre al formaggio (ho sostituito al formaggio di capra la stracciatella di bufala, per lo stesso motivo), ho deciso di fotografarle entrambe (e poi ho usato la foto delle penne).
Per la luce, solita storia: il set si riduce ad uno spazio piccolissimo (vi siete mai chiesti perchè i piatti da me fotografati finiscono sempre un pezzetto fuori dell’inquadratura?), ma “a raso con la luce”, e “a sbalzo” sul davanzale (no, non posso metterci un tavolo davanti come si fa di solito perchè qual davanzale è sta a 160 cm da terra, io sono “alta” 158 ndr.)
La luce è piuttosto debole (la casa è esposta ad est, ma al piano terra rialzato) e “coperta” da un edificio non troppo distante, davanti, quindi la luce non necessita di essere schermata, anzi! ;-)
Ho messo un cartoncino per “fare il bianco” di fondo, perchè come vedete le pareti sono un po’ begioline.
In genere metto anche un cartoncino bianco a destra per attenuare l’ombra ovvero dalla parte opposta del piatto rispetto alla luce.
Però, sarà la mia formazione da architetto, a volte l’ombra mi sta particolarmente a genio, e comunque in questo caso un po’ di ombretta “da colorare” mi serviva!

Le foto che vedete qua sotto sono varie prove.
Le prime due, a dire il vero, lontana dalla luce “a raso” che vedete nella foro qua sopra, sul davanzale.
Diciamo che per l’occasione avevo provato a mettere una tavola con cavalletti “vicino” (sarebbe più corretto dire “sotto”) alla finestra, che, ricordo, parte a 160 cm da terra invece che gli abituali 110cm: questo comporta che il piatto sia già in ombra, ovvero sia nell’ombra propria del pannello di muro alto 160 cm che sta sotto alla finestra.
Aiutandosi con un obiettivo molto luminoso (il mio è questo
, tanto per capirci, Canon 50mm f/1.4, ma esistono dei 50mm Canon anche meno costosi, come questo
, ovvero il 50mm f/1.8, ovviamente con caratteristiche leggermente diverse, non chiedete a me perché non sono un’esperta, diciamo solo che il mio f/1.4 non lo cambierei per tutto l’oro del mondo ;-)), aumentando gli ISO, aprendo il diaframma a manetta e tenendo il tempo di scatto su un valore che regga in sicurezza la “camera a mano”, tipo 60 o 80, e cercando di attutire l’ombra che vedete a sinistra con un enorme pannello di polistirolo rivestito di tovagliolino celeste pure lui (stando non arrampicata sul davanzale c’è almeno un po’ di spazio in più), può addirittura uscire una foto che rischia di essere decorosa.
Solo che, almeno nel mio caso, cioè per tutto quel discorso che facevamo sul celestino, ad illuminare molto il tutto (abbassando il valore relativo al tempo di scatto, o aumentando gli ISO, o aprendo il diaframma (cmq con moderazione, cosa che io faccio di rado viste le condizioni di luce casalinghe e la mia ingiustificata predilezione per lo sfocato)), il celeste si perdeva quasi del tutto nella foto (vedi foto di destra, qua sotto), mentre tenendo dei parametri un po’ meno estremi (foto di sinistra), il celestino (ovvero il riflesso del pannello di polistirolo rivestito di tovagliolino celeste che dicevamo) rimaneva un po’ diffuso e ‘smortaccino’. Io lo volevo (a prescindere dall’immagine di riferimento) invece, più vivace e più “localizzato”

La versione nella coppetta celeste invece è stata scartata tipo al terzo scatto (quella che vedete qua in alto a sinistra è solo una prova: come vedete dalla rucola che è “sporca” la pasta era stata brutalmente schiaffata nel piatto per “provare” la foto).
Poi mi sono spostata nella mia solita postazione sul davanzale (io sono una blogger trapezista, mi sentivo a disagio a scattare con entrambi i piedi ben poggiati a terra! ;-P): vedete? l’ombra si è spostata a destra del piatto, e qui ho provato a “freddare” la foto variando il bilanciamento del bianco. 
In genere io da quella posizione accanto alla finestra scatto a 4900K.
Variando questo valore, ovvero spostandolo su valori più bassi, la foto in sostanza diventa più azzurrognola: per la luce del sole, per capirci, la temperatura ottimale di scatto corrisponde a circa 5200K, quella per fotografare con una lampada fluorescente è 4000K, mentre quella per fotografare con una luce al tungsteno a 3200K (più è bassa la temperatura più è utile per compensare una luce molto gialla, per esempio, e se la luce che abbiamo a disposizione è forte e bianca, abbassando quel parametro, tutto diventa più azzurrognolo).
A priori potrebbe sembrare la soluzione ai nostri problemi di azzurrini vari, solo che, da persona non esperta in materia quale sono, vi dico che non sono convinta di ciò: se guardate la foto qua sopra a destra, infatti, “freddata” appunto in questo modo, tutto diventa a mio giudizio un po’ troppo azzurro, e il verde, nonchè il giallino della pasta, hanno un aspetto un po’ innaturale e non troppo sano. Immagino che a questo punto ci vorrebbe la reginetta delle modifiche in post produzione, per recuperare quei colori, cosa che io non sono, quindi, nel mio caso, a quel punto sarebbe stato meglio il biancore che l’azzurrino diffuso..
Ho scattato qualche altra foto, utilizzando sia il cartoncino rivestito di tovagliolino (lassù no spazio per polistiroli!) sia la tovaglietta, che alla fine tenevo tra i denti per averla più “sopra” possibile alla foto.
Poi, presa un attimino dallo sconforto, e per sentirmi un po’ a casa, mi sono scattata una delle mie foto “alla vaniglia”, con un po’ di marroncino dietro, che tutto quel bianco, (in teoria agognato) mi stava quasi mettendo freddo. 

Poi, come spesso accade, mi sono accorta (o per lo meno ho cominciato a sperarlo) che la foto “buona” era stata già scattata da un po’.
Come al solito il secondo duro lavoro è stato quello di ripescarla dal mucchio selvaggio.
Si tratta di una delle foto fatte sul davanzale e “schermata” con il cartoncino azzurro e con la tovaglietta turchese.
La forchetta messa di traverso nel piatto non è stata messa letteralmente per riproporre il manico della padella bianca di riferimento (che proprio non avevo e che non sarebbe MAI entrata ‘ncopp’o davanzale), bensì per replicarne l’effetto di profondità di immagine: quindi alla fine le composizioni si somigliavano anche un po’.

Per riassumere, come scrissi anche sul post dedicato, la foto (la prima che vedete in questo post, quella che poi ho scelto tra le millemila) è stata scattata con una reflex Canon EOS 60D, obiettivo 50mm, f/1.4, ISO 200, modalità manuale, tempo di scatto 1/80, apertura diaframma 2.0 (bilanciamento bianco: temperatura colore pari a 5200K). Fine della storia :).

Mi sono divertita un sacco. Magari provo di nuovo. Si tratta di un esercizio meraviglioso per chi come me ha tanta strada da fare nel mondo della foodfotografia!

Ringrazio tutti, in particolare Simone (thank you Simone!!!) per la sua gentilezza e per avermi dato, insieme alla giuria, così tanta fiducia! ;)

Buon finesettimana allora, buone foto e buon divertimento a tutti! :D

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per inviare l'articolo via mail ad un amico (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)

Correlati

Categories: Lifestyle Tags: chiacchiericcio, food photography

Previous Post: « Zia Vaniglia….
Next Post: il cake superleggero di benedetta »

Interazioni con il lettore

14 Commenti

  1. Giulia

    14 Luglio 2012 at 13:37

    wow, davvero interessante e tantissimi complimenti, te li meriti!
    quante cose ho da imparare riguardo la fotografia, bisognerebbe che facessi un corsettino, me lo dico sempre e poi invece chi ha il tempo?

    Rispondi
  2. rossella

    14 Luglio 2012 at 13:46

    Giulia, a chi lo dici!
    Però è quello che mi piace di più: imparare su imparare! ;)

    Rispondi
  3. k@tia

    15 Luglio 2012 at 09:47

    beh, che tu abbia tanta strada da fare… direi che ne hai già fatta tanta!! io giusto oggi ho iniziato il libro "fotografare il cibo" giusto per creare una base, per ora ho fotografato solo con il cuore ora voglio imparare un po' di tecnica! il tuo post si presta molto!!! un abbraccio e complimenti davvero!

    Rispondi
  4. Valentina

    15 Luglio 2012 at 10:04

    vani sei una forza della natura…io lo dicevo che ti avrei votato e rivotato, ma non c'è stato bisogno! che brava, non solo per l'ottimo risultato, ma per come ci sei arrivata, per tutto il lavoro e l'impegno, per il tuo gusto personale che non s'impara da nessuna parte…evviva la vincitrice!! ah, modestamente è amica mia, tutti gli altri non li conoscevo!! :))

    Rispondi
  5. rossella

    15 Luglio 2012 at 10:11

    *k@tia: no!!!! non mi ero mica accorta che lo avessero tradotto in italiano! questa non dovevo saperla… ;)
    per le foto, la primissima cosa, secondo me, è proprio fotografare con il cuore. poi la tecnica si impara!

    *vale: ahahhahah (ma incredibile vero? cmq godiamoci il risultato, fatica premiata, che bello!!! :))

    Rispondi
  6. k@tia

    15 Luglio 2012 at 12:10

    sai ke ho anche pixel to pixel, ma legere in inglese mi risulta troppo impegnativo… capisco ma ci vuole troooopppo sforzo e quando ho trovato questo su amazon, l'ho ordinato subitissimo!! ne vale la pena è ben fatto, parte delle basi ed è a prova di dummies ;)

    Rispondi
  7. rossella

    15 Luglio 2012 at 12:36

    emh, mi hai letto nel pensiero? anche io ho plate to pixel, ma volte sono così stanca che mettermi a leggere in inglese mi 'sconocchia' ancora di più… sto meditando… ;)

    Rispondi
  8. Nepitella

    15 Luglio 2012 at 13:00

    Bravissima! comunque sia la foto alla vaniglia su fondo scuro mi piace si più:-) un abbraccio

    Rispondi
  9. piccoLINA

    15 Luglio 2012 at 13:49

    conplimenti per la vittoei, in effetti la foto è davvero bellissima! E questo post anche molto utile!

    Grazie!
    Buon pomeriggio
    Paola

    Rispondi
  10. Lauretta

    15 Luglio 2012 at 14:19

    Beh per fortuna che non sei un'esperta! :)
    Complimenti!
    A me piace anche la foto con il legno di sfondo.
    Io quando fotografo i miei dolci faccio tutto a caso… e si vede!
    Ma hai fatto qualche corso?
    A settembre ne inizia uno a Milano organizzato da un fotografo di food molto bravo… mi sa che mi tocca iscrivermi!
    Non c'è niente da fare: bisogna studiare e provare… provare… provare, come diceva Amanda Sandrelli in "non ci resta che piangere"!

    Rispondi
  11. patriziamiceli

    15 Luglio 2012 at 14:34

    bravissima e grazie della dettagliata "avventura" fotografica, mi piace un sacco la tua storia, ti sei divertita tu ma hai divertito anche me..;complimenti!!!

    Rispondi
  12. Your Noise

    15 Luglio 2012 at 17:16

    Tanti, ma davvero, TANTI complimenti, Rossella! Per un'eretica della fotografia come me tutto questo è meraviglioso :)

    Rispondi
  13. Sonia M.

    16 Luglio 2012 at 21:44

    No vabbè ma adesso chi mi schioda dalla sedia? Ora mi devo leggere tuuuutto il tuo blog, questo post l'avrei potuto scrivere io tanto sono in paranoia con 'millemila scatti' (me ne venisse uno bello la metà dei tuoi) e siccome sono indietro anni luce anzi, galassie rispetto alle meraviglie che vedo qui (Simone ne è una prova) prendo il block notes, la penna e prendo appunti. per esempio il foglietto azzurro al lato è una perla che mi mancava! Bello all'ennesima potenza, lietissima di averti trovata ^_^

    Rispondi
  14. Ilgamberorusso

    18 Luglio 2012 at 07:58

    Buongiorno cara!ho letto con passione il tuo post e lo rileggeró sicuramente ancora per capire meglio, capire tutto quello che ancora mi sfugge:-) bell confrontarsi anche su questi argomenti oltre che sui segreti della cucina, i miei scatti sono ancora ad uno stadio di inconsapevolezza, fa tutto la macchinetta con le sue regole e i miei comandi casuali:-( non sono assolutamente consapevole di cosa io tocchi quando scatto e cosa determina degli effetti su una foto e tutt'altro su un'altra:-0…. Grazie mille!e comunque le tue foto sono bellissime come tutto il tuo blog :-) a presto laura

    Rispondi

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Footer

  • Facebook
  • Instagram
  • Pinterest
  • Twitter

© 2023 · Vaniglia — Storie di Cucina · Privacy Policy

loading Annulla
L'articolo non è stato pubblicato, controlla gli indirizzi e-mail!
Verifica dell'e-mail non riuscita. Riprova.
Ci dispiace, il tuo blog non consente di condividere articoli tramite e-mail.