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pane soffice fatto in casa…

17 Giugno 2011 Pane, Pizze e focacce

Per godersi le ore libere del week-end!
Il venerdì sera faccio una piccola lista, libri di cucina alla mano, di quello che mi va di preparare nel weekend (e magari anche di congelare, per i pranzi dei giorni lavorativi della settimana successiva!).
E a cavallo tra il sabato e la domenica ci scappa quasi sempre una di quelle ricette di pane (o brioche! ;-P) a doppia lievitazione, quelle che non puoi permetterti di fare, chessò, il mercoledì, quando invece, in piena sopravvivenza metropolitana, puoi sfoderare una rassicurante, rustica e a prova di bomba pagnotta di semola rimacinata di grano duro (che è diventata la mia ricetta salva-pasta madre, tra parentesi).
Questo pane qua sopra è favoloso, morbido e profumato. Unico difetto, 100% manitoba. Anzi a dirvela tutta mentre aspettavo una delle due lievitazioni, curiosando dalle parti di Sara di Qualcosa di Rosso, sono incappata in questo post.
Ora, va bene che la manitoba che uso io è biologica (le farine biologiche, o cmq poco trattate giovano al lievito naturale, al pane e alla lievitazione in sè, oltre che all’ambiente ;-)), ma effettivamente a ben vedere, viene, come fa notare Sara, dal Canada.
Siccome il fatto che il mio pane fatto in casa con lievito naturale contenga una farina transoceanica non mi fa impazzire, ho provato la stessa ricetta anche con una miscela di farina 0 e di farina manitoba.
Prova riuscita, ma ammetto che la consistenza non è la stessa (quello che vedete in foto, fotografato come uscito dal forno e appena spezzato con le mani, è quello di manitoba 100%, mentre la seconda versione, sempre buonissima, assomigliava più ad una ciabatta, che ad un pane morbido).
Ora, nell’attesa di trovare quella che usavano i nostri nonni fornai (perchè qualcosa mi dice che la manitoba sia una diavoleria moderna), o anche forse solo i fornai di adesso, in commercio pure per noialtri poracci, o quella che i francesi chiamano candidamente farine de blé pour boulangerie type 55 (o type 65, a volte), facendomi diventare verde d’invidia, invito tutti voi a darmi qualche consiglio su dove reperire qualche buona farina locale o nostrana che dirsivoglia, che possa sostituire degnamente la manitoba (quindi bella forte), in modo che io possa continuare a preparere questo favoloso pane sensa sprofondare nei sensi di colpa! ;-P
ingredienti (per 3 filoncini)
500gr farina 0 tipo Manitoba
200gr pasta madre (o 20gr lievito di birra)
1 uovo intero
20gr zucchero
20gr burro
100gr latte
100gr acqua
sale
10ml olio oliva
Intiepidire latte ed acqua, poi usarli per sciogliere la pasta madre* ed aggiungere lo zucchero, poi la farina, impastando. Sempre impastando aggiungere poi il burro morbido, l’uovo, l’olio e alla fine il sale, proseguendo fono ad ottenere un panetto morbido e liscio.
Far lievitare fino al raddoppio del volume (nel mio caso, con pasta madre, 8 ore/una notte, con il lievito di birra dovrebbero bastare 2 ore…), poi riprendere l’impasto, allungarlo sulla spianatoia per “sgonfiarlo”, dividerlo in 3 pezzi e formare 3 pagnotte allungate di circa 30-40 cm ciascuna, spolverizzare di farina, o di semi di sesamo o papavero, praticarvi dei tagli superficiali e trasversali, e rimetterle a lievitare in un luogo protetto per ancora circa 4 ore (1 ora per l’impasto con lievito di birra).
Cuocere in forno già caldo per 10′ a 220°C, poi altri 10′ a 180°C
*nel caso si utilizzi il lievito di birra scioglierlo insieme allo zucchero e al solo latte, e aggiungere l’acqua solo in seguito, impastando
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Categories: Pane, Pizze e focacce Tags: _cose panose, cucinare con lentezza

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Interazioni con il lettore

8 Commenti

  1. lukiz

    17 Giugno 2011 at 07:38

    ecco cosa farò domani.
    :)

    Rispondi
  2. Wennycara

    17 Giugno 2011 at 08:18

    Beh, o sei filoamericano o altrimenti… :D
    Ho comprato la minitoba una volta sola, poi sono caduta vittima delle riflessioni che hai fatto tu: morale? Che da allora ho fatto fuori tutte le ricette che prevedessero questa farina. Non è affatto bello lo so, ma proprio non ce la faccio. Comunque, proprio ieri ero a cena da due amiche che si fanno spedire farine rimacinate a pietra *consistenti*, solo che ho perso praticamente tutto il discorso e non so dorti altro :D
    Mi attivo perchè hai ragione, di manitoba non ne vogliamo :)

    wenny

    Rispondi
  3. Wennycara

    17 Giugno 2011 at 08:18

    *mAnitoba :D

    Rispondi
  4. salamander

    17 Giugno 2011 at 09:36

    eh sì…..preparare i lievitati è davvero un lusso! lavorando, in settimana, non si può proprio!

    Rispondi
  5. rossella

    17 Giugno 2011 at 12:06

    *lukiz: ecco speriamo che piaccia… :)

    *wenny: mi serve morbido, è questo il fatto. e non riesco proprio ad evitare ricette che amo, e che devono riuscire come dico io!!!
    Quindi l'unica strada è che ME TOCCA FA' RICERCA! ;)

    *salamander: ma guarda che quello al grano duro è fattibilissimo! messo a lievitare stanotte, cotto stamane durante colazione + vestizione, portato al lavoro e ce lo stiamo mangiando adesso!

    Rispondi
  6. marifra79

    17 Giugno 2011 at 14:03

    Lasciatelo dire… è assolutamente fantastico! Un abbraccio e buon fine settimana

    Rispondi
  7. rossella

    17 Giugno 2011 at 20:20

    *marifra: a te, e sappi che nel finesettimana farò i compiti (e con le tue istruzioni!).
    un abbraccio grande!

    Rispondi
  8. la sissa

    20 Giugno 2011 at 07:28

    Da quando ho letto il post sulla Manitoba ho modificato da subito il mio modo di panificare. In effetti il risultato finale è diverso, ma credo che la scelta sia quella di dare una priorità alla sostanza -esistono farine semi-integrali di tipo 2 che sono un ottimo compromesso tra risultato e valore nutritivo- o all'aspetto (privilegiando cioè un pane con caratteristiche diverse ma contententi le avversità di aver usato una farina raffinata priva di fibra). Ho letto che è preferibile aggiungere grassi all'impasto per correggerlo piuttosto che usare la manitoba.
    Buona giornata,
    Sissa

    Rispondi

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