operazione secondi di carne, fase 3
Il genietto che alberga in me ha pensato che il primo approccio con il cucinamento di un intero pennuto sarebbe stato facilitato dalle dimensioni del suddetto. Il genio suggeriva: «pennuto piccolo = pennuto facile». Io mi fido di lui (del genio, non del pennuto!), e mi sono lanciata senza paura, priccolo grande errore di valutazione (ndr).Tutto è iniziato un mercoledì sera appena uscita dal lavoro. Ho chiamato il macellaio al telefono per prenotare le quaglie (il macellaio lo avevo scelto il sabato precedente, dopo un piccolo sopralluogo per la circoscrizione – occhio, la mia è la quarta circoscrizione di Roma, conta gli stessi abitanti del centro di Firenze, o di Bologna, più o meno… siamo sui 200.000, insomma, diciamo non proprio un piccolo quartiere…). La moglie del macellaio ha gridato al telefono: «Fraaaanco! E’ la signora delel quaaaglie!». Ho preso nota mentalmente «signoradellequaglie». Quindi quattro quagliette prenotate per il venerdì successivo.
Il venerdì, appunto, ho riattraversato la circoscrizione per prelevare i pennuti, e ho chiesto QUALCHE consiglio al signor Franco. «Je dà una lavatina, una scottatina sulla fiamma per togliere le ultime pennette, e poi le cuoce…». Giusto. Registro mentalmente: «scottatina».Vado a casa e questa prima simpatica operazione mi prende quasi un’ora (nb: non ci vuole un’ora a pulire le quaglie! Sono io che non sono avvezza). Mentre la casa prendeva l’odore del culetto di quaglia sbruciacchiato (piuttosto disgustoso, a mio parere), mi faccio venire in mente un sacco di pensieri funesti: quattro cadaveri di animale in casa che sto torturando (pensiero1 – perchè a vederlo sanosano, l’animale, un po’ di effetto lo fa, almeno a me); con il sacrifizio di un maiale quante persone ci mangiano? 20? 50? 80? con quello di 4 quaglie? 2? (pensiero2); sono una criptovegetariana? (pensiero3).Ho cercato di fare ordine nella mia mente e ho chiarito solo la terza delle tre domande: no, un po’ di carne si mangia, pocamabuona, magari bio, magari cresciuta dietro casa, se possibile, magari macellata vicino, magari mangiata con una certa devozione, e rispetto per la bestia (tra l’altro pure una carota, mi viene da mangiarla con devozione, adesso che ci penso….).
Continuavo a ripetere come un mantra: «sono la signoradellequaglie, signoradellequaglie, signoradellequaglie». Squilla il telefono. Nell’altra stanza. No cordless. Guardo Gatòo. Lui mi guarda dal soggiorno. Si tiene lontano ma non perde un solo movimento. Guardo le quaglie. Credo che per lui siano una specie di quattro tacchini del giorno del ringraziamento. Le ficco in un piatto, e come un cameriere mi dirigo con il piatto di ceramica bianca, molto chic, con 4 cadaveri pallidi di pennuti dentro, sotto stretta sorveglianza, in camera da letto.
Sottolineo che l’odore di culetto di quaglia bruciata aveva già invaso tutta la casa.
«Meglio i croissant», penso.
Finisco al telefono e torno in cucina. Sguardo vigile di Gatòo su ogni mia mossa.
«Non ti ci mettere anche tu». Rimane bravissimo e ubbidiente.
Mi rimetto a cucinare. Sono già esausta.________________ingredienti
4 quagliette
1 melagrana
16 noci
1 bicchiere circa di vino rosso
sale, olio, pepe
insalatina per servire ___Sgranare la melagrana tagliando via prima le estremità, poi facendo dei tagli longitudinali lungo la buccia per poterla togliere, e raccogliere i grani in una tazza.
Aprire le noci e spezzettarle grossolanamente con le mani. Riporle in una ciotola.
Scaldare un filo d’olio d’oliva in una teglia da forno (che possa resistere al fuoco) e rosolarvi bene le quaglie, facendole dorare e diventare croccanti su tutti i lati.
Levarle e teneterle da parte.
Togliere la teglia dal fuoco e deglassate con 1 bicchiere di vino rosso, fino a ridurlo della metà. Regolare di sale e pepe. Togliere dal fuoco e mettere da parte.
Farcire le quaglie con metà delle noci e metà della melagrana, «fermare» con uno stuzzicadenti e legare le zampe delle quaglie con lo spago da cucina.
Cuocere al forno nella stessa teglia (una volta tolto il fondo di cottura e tenuto «separato»), aggiungendo un filino d’olio solo se occorre. A 180-200°C per una ventina di minuti, o finchè bucando la carne con uno spillo, non ne fuoriesce un liquido limpido.
Adagiare le quaglie ancora calde sui piatti con un ciuffetto di insalata, nappare con la salsa, guarnire con la melagrana e le noci restanti.
Mamma che fatica, le prime due fasi dell’auto-corso di cucina sulle carni (tacchino e maiale), al confronto sono state una passeggiata di salute, per non parlare di quanto è più facile mangiarli!!!!;-)
Babs
rossella!!!!!! mi sto rotolando dalle risate! e di questo ti ringazio perchè ho una luna storta da spavento :-)
sei un fenomeno!
però ti capisco, io le quaglie proprio non ce la faccio a prepararle, è un rifiuto psicologico e, già che ci sono, rifiuto anche di mangiarle :-)
però apprezzo tantissimo il tuo piatto! io solo l'insalatina grazie!
ciao e buona domenica :-D
rossella
babs, e non ho detto che per una specie di errore ne ho prese altre 4!!!!!!
;)
valina
che brava…anch'io dovrei farmi un autocorso sulla carne…nn ne cucino mai ( se non petto di pollo o fettina d manzo spadellata! )…
e proprio una settimana fa ho mangiato le mie prime quaglie..in effetti un po' di pietà la fanno piccine…!
Genny G.
eheheh l'intero pennuto ti è venuto bene!:DDDbenissimo!
Arianna
Ciao Rossella… l'epopea delle quaglie merita!!quanto ti capisco..a volte di fronte a certi preparazioni vengo colta dallo sconforto più totale :P ma tu sei stata brava ad andare fino in fondo…io avrei dato fuoco a tutta la cucina oltre che al culetto delle quaglie!
Alem
CHE BEL POST!!
vorrei poterti dire che proverò la tua ricetta, ma … proprio non ce la posso fare con la storia di bruciare il culetto.. proprio no!
negata
Se per te è stato così faticoso, figurati per me che sono NEGATA!!! Queste a "Teso" gliele risparmio. Passiamo alla prossima;)
rossella
*negata: ASSOLUTAMENTE Sì, sennò "teso" mi viene a cercare di persona…. !
*alem: nel frattempo ne ho cucinate altre 2. ero terrorizzata solo all'idea, ma mi si sono scongelate per sbaglio, e non ho potuto fare a meno di inventarmi qualcosa… diciamo che è andata un po' meglio della prima… come dicevo a babs, me ne rimangono ancora un paio, vediamo sr riesco anche a fotografarle, una volta "conciate"!!
*arianna: eheheh, hai colto in pieno il mio stato d'animo!
*genny g: grassie cara, dopo quella fatica, doverle pure fotografare, mi è sembrata la tortura nella tortura, col buio autunnal-invernale… ;-))
*valina: esatto! tempo fa mi domandavo proprio perchè posto così poco la carne… poi mi è venuto in mente che la bistecca, la fettina, o il petto di pollo viene raramente in mente di pubblicarli…!
adesso mi sto, diciamo, sforzando un po', giusto per imparare i rudimenti… ma che fatica! :)
Michelangelo
standing ovation prima di tutto perchè ci hai provato!!
E mi hai ricordato mia nonna, che lei sì, le quagliette le cucinava spesso e volentieri ed era facile e naturale come fare un ovetto al tegamino.
Continuo a non capire, ma intanto se vuoi un contributo per mangiarle(non per cucinarle!) mi offro volontario!
Mariù
Ahahahahahaha, mi hai fatto morire dal ridere!
Le quaglie le salto perché ancora sono di quelle che 'no, le quaglie no!', ma l'aspetto è bello davvero e il racconto eccezionale.
Baci,
m.