io, contadina metropolitana, il melo selvatico e la resistenza
Ieri sono uscita alle 12.15 per andare a fare la spesa.
No, non al supermercato a sei minuti da casa e in piano. Quello a circa 20. A piedi. In discesa (che poi con buste diventa salita). Autobus nemmeno a noleggio.
Per il ritorno ho optato lato ombra (dato che avevo già rischiato lo svenimento all’andata, senza pesi e a scendere). Non che si percepisse, l’ombra. Tutto era come in un onirico parrucchiere gigante, come sotto un enorme casco che sì, sei all’ombra, ma a che temperature.
E cmq. Dicevamo. Lato ombra. Sali-sali, cammina-cammina, in uno di quei punti (pochi ma neanche tanto, insomma relativamente) magici della quarta circoscrizione in cui non ci sono case, ma alberi (o meglio “verde”), incappo in una distesa di melette.
Alzo gli occhi (dovete immaginare un alzare gli occhi non canonico, cioè quello normale dovuto al punto di vista di una che misura 158 cm (scalza però!), ma una sorta di arco inverso a quello che la borsa che tenevo a tracolla mi costringeva a fare camminando in salita) e vedo un meletto selvatico, veramente carico di mele, veramente bello, veramente ‘simpatico’.
Un albero di mele in città, per strada, è sempre bello. Ma quello che ha attirato di più la mia attenzione è stato il suo ‘intorno’. Ailanthus Altissima. Si tratta di una pianta infestante che riesce a crescere e a riprodursi praticamente ovunque ed è in continua espansione (lo avrete visto mille volte lungo i binari).
Ailanthus altissima (Ailanthus altissima fam. Simaroubaceae)
L’Ailanto, originario della Cina, si è diffuso e naturalizzato in tutta l’Europa centromeridionale dal ‘700. È una specie frugale, resistente, adattabile a qualsiasi tipo di condizione; lo si ritrova spesso negli incolti, lungo i torrenti, in terreni ingrati e nelle boscaglie, dove spesso si comporta da infestante.
Si moltiplica abbondantemente e velocemente per semi e rigetti basali, ha rapidissimo accrescimento, ma non è molto longevo.
La pianta ha legno tenero; l’uso come pianta ornamentale è limitatissimo per l’odore sgradevole delle foglie.
Rari sono i casi di piante adulte in buone condizioni, poiché rotture accidentali o potature generano velocemente carie con decadimento delle caratteristiche meccaniche del legno.
La veloce crescita della pianta e la capacità di vegetare in diversissime condizioni ambientali anche estreme ha portato alla veloce diffusione della specie in tutta Italia spesso a scapito della vegetazione locale.
Le samare (frutti) consentono una celere colonizzazione di nuove stazioni; la germinazione è rapida; le giovani plantule crescono velocemente, formando densi popolamenti in grado di ombreggiare fortemente il suolo, impedendo, in questo modo, la crescita di specie autoctone meno aggressive; i competitori vengono eliminati anche per mezzo di sostanze allelopatiche prodotte dalle radici e diffuse nel suolo.
Grazie a lunghissimi stoloni sotterranei, lunghi fino a 30 metri, si assicura la riproduzione vegetativa: da essi si originano nuove piante anche solo spezzando o incidendo debolmente la radice.
(fonte Comune di Filago)
Si tratta di una specie molto molto competitiva, ed estremamente pericolosa per altre specie autoctone e quindi per la tutela della biodiversità.
Purtroppo tagliarla non serve, anzi può peggiorare la situazione.
Alcuni Comuni, Provincie, Regioni, Parchi, hanno avviato interventi finalizzati al controllo e all’eradicazione della specie. Porto ad esempio il Comune di Filago, già citato come riferimento in questo post, che qui racconta la campagna in atto per il contenimento dell’Ailanto.
Ecco alcune informazioni utili al singolo cittadino, copiaincollate dal sito del Comune di Filago:
Cosa possono fare i cittadini
Perchè l’Ailanto è così difficile da combattere?
- L’Ailanto vive anche nelle peggiori condizioni pedologiche e climatiche a differenza di altre specie autoctone che stentano in condizioni siccitose o di scarsa fertilità;
- Basta il taglio non controllato di un esemplare per generare esplosioni vegetative estese anche centinaia di metri quadrati;
- La straordinaria vigoria di crescita non permette ad altre piante di competere;
- Piante madri disseminano abbondantemente superfici estese;
- A volte anche un ramo tagliato e lasciato in bosco riesce a vegetare ed emettere radici.
Attenzione
- Non effettuare tagli a raso con decespugliatore, si causerebbe l’esplosione vegetativa della pianta infestante;
- Si sconsigliano quindi inteventi effettuati in fase di riposo vegetativo, i lavori di contenimento partono con il mese di maggio, con pianta in succhio, e terminano a settembre cercando di evitare i mesi più caldi;
- Non tagliare la pianta! comunicare al Parco la posizione e le caratteristiche della pianta, dimensioni e quantità.
- I Tecnici del Parco a seguito di verifica provvederanno all’eradicazione delle piante sino ad esaurimento dei fondi disponibili e per tutta la durata dell’appalto.
- I semi dell’Ailanto contenuti in samare volano anche per centinaia di metri colonizzando nuovi terreni.
Credo che sia utile conoscere la pianta, conoscere il problema, ed informarsi localmente (Amministrazioni, Parchi, Guardia Forestale) per capire come comportarsi in caso di avvistamento, soprattutto in aree protette, e chi poter segnalare la presenza della specie (senza incorrere in errori comportamentali)…
Quel melo selvatico ha risvegliato ieri la contadina metropolitana che è in me, e mi ha rallegrato e rattristato al tempo stesso. Lì, che resisteva a quello che accade intorno (e sottoterra, ailanti bastardi), un po’ coperto dalle auto parcheggiate, un po’ ingolfato dalle buste di plastica qua e là….
Chiunque abbia informazioni sull’argomento sarà ben accetto.
Questo post ha solo l’obiettivo di mettere attenzione su un problema annoso ma che sicuramente non conosco in tutte le sue sfaccettature (infondo sono solo una piccola contadina metropolitana, no?).
Ad ogni modo, intanto, vi lascio qualche link utile.
Magari è una lista che potrebbe continuare anche grazie alle vostre aggiunte! ;)
CarlottaD
Questa è una pianta a cui non avevo mai fatto caso. Mi sto chiedendo se ne ho mai vista una..
rossella
sono sicura di sì… è veramente (purtroppo) molto diffusa!
Pica
Grazie Vaniglia contadina di città… e anche un po' naturalista ;-).
Spesso non ci si fa caso a queste brutte piante che rovinano molti paesaggi. La cosa ancor più brutta è che l'ailanto è terribilmente aggressivo e infestante: una specie di mostro alieno che si pappa tutto lo spazio che può.
Da parte mia, odio il lauroceraso e le siepi "finte" ma queste non sono minimamente da paragonare ai danni da ailanto.
Cari saluti
Pica
Fra
Ok ammetto la mia più totale ignoranza…mi documenterò meglio, mi hai proprio incuriosito!
bacioni
fra
marifra79
Purtroppo l'ho avvistato anch'io e più di una volta! Però sai, non ho nessuna idea se il mio Comune stia portando avanti una campagna per risolvere il problema!
Un abbraccio
marika
questo post ecologico mi è piaciuto molto…brava Rossella! ogni tanto ci vuole proprio qualche idea intelligentissima come la tua…un abbraccio
valentina
grazie per tutti i link, avevo sentito parlare di questo mostro dal mio ex che è botanico. voglio scoprire se è possibile fare delle segnalazioni in qualche ufficio del comune di roma, così appeno lo vedo nel mio quartiere posso anche verificare se effettivamnete qualcuno viene a disinfestare nel modo corretto. tu ne sai qualcosa?
povero melo selvatico…
a proprosito di alberi, "arboreto salvatico" di mario rigoni stern, einaudi, è davvero un bellissimo tributo. baci grandi.