…….ora libri!!!
Ultimo dei tre giorni ARION DAYS, evento che mi esalta, non c’è niente da fa’….
In genere acchiappo uno o due libri di ricette di quelli diciamo “impegnativi”, ma questa volta ho messo dentro anche qualcosa di narrativo, e pensavo di parlarne con voi, includendo nel discorso, già che ci siamo, un altro libro “a tema” che ho finito di leggere in questi gg., più uno di quelli che io definisco “avvistamenti”, ovvero i risultati delle spedizioni-passeggiate in libreria, sbirciando se è uscito un nuovo ricettario della mia casa editrice preferita (in realtà sono più d’una…), pregustando il momento in cui potrò metterci le mani sopra, e sporcandolo con un po’ di farina o, mie preferite tra le pagine dei ricettari, macchiette del composto primordiale uova-zucchero…..
Strano, dato che io in realtà con i libri sono una specie di maniaca, li leggo con una cautela e devozione preoccupante, e guai a chi me ne rompe il dorso (quella cosa che succede quando si apre il libro, si spinge per far sì che rimanga aperto e si forma quella piegatura grinzosa sul dorso del libro, appunto)!
Nel caso dei libri di cucina la cosa è diversa, è come col foglio di un disegno, che ha il diritto-dovere di non essere candido, ma si porta appresso i segni del luogo dove è stato fatto, una sorta di memoria… Forse perchè il disegno appartiene a chi lo fa, mentre il libro, almeno secondo me, è qualcosa la cui proprietà intellettuale è altrui, un regalo per me, quindi me lo leggo con grande cautela e devozone e attenzione… il libro di ricette è qualcosa che sta in mezzo, man mano che lo si usa diventa ricettario, pieno zeppo di post-it e di annotazioni, e tavolozza, con gli schizzi del frullatore ad immersione le smanate di cacao o di farina, la mollichina che lascia il microalone….
In genere acchiappo uno o due libri di ricette di quelli diciamo “impegnativi”, ma questa volta ho messo dentro anche qualcosa di narrativo, e pensavo di parlarne con voi, includendo nel discorso, già che ci siamo, un altro libro “a tema” che ho finito di leggere in questi gg., più uno di quelli che io definisco “avvistamenti”, ovvero i risultati delle spedizioni-passeggiate in libreria, sbirciando se è uscito un nuovo ricettario della mia casa editrice preferita (in realtà sono più d’una…), pregustando il momento in cui potrò metterci le mani sopra, e sporcandolo con un po’ di farina o, mie preferite tra le pagine dei ricettari, macchiette del composto primordiale uova-zucchero…..
Strano, dato che io in realtà con i libri sono una specie di maniaca, li leggo con una cautela e devozione preoccupante, e guai a chi me ne rompe il dorso (quella cosa che succede quando si apre il libro, si spinge per far sì che rimanga aperto e si forma quella piegatura grinzosa sul dorso del libro, appunto)!
Nel caso dei libri di cucina la cosa è diversa, è come col foglio di un disegno, che ha il diritto-dovere di non essere candido, ma si porta appresso i segni del luogo dove è stato fatto, una sorta di memoria… Forse perchè il disegno appartiene a chi lo fa, mentre il libro, almeno secondo me, è qualcosa la cui proprietà intellettuale è altrui, un regalo per me, quindi me lo leggo con grande cautela e devozone e attenzione… il libro di ricette è qualcosa che sta in mezzo, man mano che lo si usa diventa ricettario, pieno zeppo di post-it e di annotazioni, e tavolozza, con gli schizzi del frullatore ad immersione le smanate di cacao o di farina, la mollichina che lascia il microalone….
1. Le Basi – 80 ricette illustrate passo a passo, Kedo Black
Nuovo-nuovo, fresco-fresco, con tutte le ricette must della cucina base, mi ha fatto pensare a chi legge il blog e rivendica di non “saper cucinare”, il libro è fantastico (ma io riguardo ai libri Guido Tommasi non rimango lucida, dovete saperlo!), con la ricetta per punti, molto asciutta ed essenziale, e con molte foto-sequenza, ma non come l’enciclopedia dlla cucina anni Ottanta (beh, anche quella ha un fascino! ;-)), molto, mooolto più chic! Io morivo dalla voglia di comprarmelo, ma le basi, non lo so….. Sicuro però che di questa nuova collana mi cucco questo, che dal vivo non ho visto ma ho scovato sul sito….
2. Estasi culinarie, Muriel Barbery
Dalla stessa autrice di L’eleganza del riccio, che io non ho letto ma di cui mi hanno detto tanto bene, questo libro è ambientato nello stesso signorile palazzo, in cui, questa volta, l’attenzione è posta sulla figura del più grande critico gastronomico del mondo, il genio della degustazione monsieur Arthens, cinico ed egocentrico, che, in punto di morte, è in preda allo sgomento nella ricerca del sapore primordiale.
Bello lo stratagemma “strutturale” attraverso il quale l’autore intercala i capitoli-voci dell’odioso critico e dei suoi parenti e conoscenti, con un sopratitolo per ogni capitolo, che corrisponde ad un luogo (il luogo dove avviene il pensiero descritto nel capitolo), mentre il “sopratitolo” è un elemento, un cibo, un ricordo nel caso di monsieur Arthens, o una figura che gli ruota suo malgrado intorno…
3. Kitchen Confidential – Avventure gasrtonomche a New, York Anthony Bourdain
….Beh, quando ho cominciato a leggerlo, mi innervosiva un po’: ovvero tutte quelle “pose che si sparava” il tipo, lo chef protagonista (cioè l’autore da giovane), così maledetto, così genio e sregolatezza, mi indisponevano un po’. Testosterone nelle cucine Newyorkesi, bruciature, coltelli, alcool e droghe (ma sempre ironicamente descritti, e soprattutto raccontati con il “senno di poi”), clima da sopravvivenza metropolitana, ma in realtà lontano dalla metrpoli, sempre nella fossa dei leoni di ristoranti in procinto di fallimento, prima del successo come chef.
Poi come al solito alla fine è prevalsa la curiosità, e mi sono fatta prendere dal racconto, anche perchè piano piano al furfante ci si affeziona, nonostante la “spocchia” (ma solo iniziale, eh!) del tono, e soprattutto perchè il tema è interessante. Dal libro si capiscono un sacco di cose: oltre a sapere come sopravvivere nel mondo della ristorazione (anche e soprattutto come avventore!), si viene a conoscenza della profonda differenza tra il cucinare e l’essere cuochi di linea, cioè dentro la catena di montaggio del piatto in un ristorante da 200 coperti a serata.
Questo ha provocato anche una profonda riflessione sul mio modo di cucinare, assolutamente non idoneo al suddetto maledettissimo lavoro, solo pensando al disordine della mia mise en place mentre cucino….e al tempo stesso un po’ sì, quando come un’invasata cucino anche 4 cose in contemporanea, nella piccola cucinetta…..
buona lettura!
simo
..ma anthony bourdain invece di leggerlo posso mangiarlo?
rossella
eheheheh!
federica
dunque …estasi culinarie lo sto leggendo e mi ripromettevo di portarlo a tuo beenficio (se sarai ababstanza veloce) al prossimo bucscering…anche se devo dire che il libro precedente (l’eleganza del riccio..superbestseller dell’anno scorso)è mooolto meglio..in uqesto sonperò sono abbastanza convincenti le descrizioni dei sapori..ti ho incuriosito eh?!
rossella
io volevo portarlo al booksharing! nel senso che l’ho letto (oddio non si era capito?)!